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The Umbrella Academy 1×01 – We Only See Each Other At Weddings And FuneralsTEMPO DI LETTURA 5 min

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“Our world is changing. Has changed. There are some among us, gifted with abilities far beyond the ordinary. I have adopted six such children. I give you the inaugural class of the Umbrella Academy.”

 

Modificando leggermente le emblematiche parole di Jim Gordon, si può affermare che The Umbrella Academy è la serie che meritiamo e della quale abbiamo estremamente bisogno.
In un panorama cinematografico e televisivo ormai saturo di produzioni a tema supereroi, dove si è costantemente bombardati da film e serie tv sul paladino della giustizia di turno, sembrava forse azzardato mettere in scena un prodotto che trattasse la stessa tematica. The Umbrella Academy, invece, stupisce in positivo e potrebbe attrarre anche quella fetta di pubblico non troppo amante di Spider-Man, Capitan America e compagnia bella.
Prodotta e distribuita da Netflix, The Umbrella Academy è una serie tv basata sull’omonimo fumetto di Gerard Way, illustrato da Gabriel Bá e pubblicato dalla Dark Horse Comics a partire dal settembre 2007. La presenza del cantante e leader degli ormai defunti My Chemical Romance, non dovrebbe far storcere il naso, in quanto Gerard Way è sempre stato un grande appassionato di arte grafica. Prima di fondare la band, infatti, Way si è diplomato alla School of Visual Arts di New York, per poi lavorare come grafico presso la Cartoon Network, dove ebbe modo di presentare un fumetto e cartone animato da lui ideato, che, però, fu rifiutato. I tragici eventi dell’11 settembre ebbero un forte impatto sulla vita di Gerard Way, che decise di formare i My Chemical Romance, scrivendo la loro prima canzone “Skyline and Turnstiles”, riguardante proprio gli attentati. Nonostante il suo impegno in campo musicale, Way non accantonò questa sua grande passione, curando l’artwork del secondo album in studio della band “Three Cheers For Sweet Revenge” e continuando a scrivere e disegnare fumetti.
“The Umbrella Academy”, infatti, venne alla luce proprio durante il periodo di maggior successo per i My Chemical Romance. I primi sei volumi de “The Umbrella Academy: Apocalypse Suite” vinsero un Eisner Award nel 2008 come Miglior Miniserie; negli anni successivi furono pubblicati altri due capitoli, “The Umbrella Academy: Dallas” e “The Umbrella Academy: Hotel Oblivion”.
La serie tv, interamente rilasciata da Netflix il 15 febbraio, annovera tra le sue fila personalità del calibro di Steve Blackman (Fargo), come showrunner e di Jeremy Slater (The Exorcist, Death Note) come sceneggiatore, mentre Gerard Way compare tra i produttori esecutivi. Se dal trailer potevamo aspettarci qualcosa di molto simile agli X-Men, dopo la visione del primo episodio si è convinti che il discorso sia più complesso e stratificato.
Dimenticatevi, infatti, Charles Xavier e il suo amore verso i propri alunni: Sir Reginald Hargreeves viene presentato come un eccentrico miliardario che adotta sette bambini con capacità e poteri fuori dall’ordinario, tutti quanti nati lo stesso giorno, alla stessa ora, da donne che fino a qualche minuto prima di partorire non erano nemmeno incinte. Il suo unico scopo nella vita è quello di istruirli, addestrarli e mandarli in missioni per combattere il crimine in città, ma, a lungo andare, una vita fatta di privazioni e mancanza di amore, fanno allontanare i membri dell’Academy uno ad uno. Dopo la notizia della morte del padre, i cinque superstiti (che poi diventeranno sei) si ritrovano dopo anni e dovranno venire a capo di svariati segreti e misteri, oltre che sventare un’imminente apocalisse.
The Umbrella Academy è il giusto mix di azione, humor, situazioni tragicomiche e pungente ironia che conquista già dopo pochi minuti e scatena nello spettatore un naturale bisogno di estremo binge-watching. L’Academy non è altro che una famiglia disfunzionale, i cui membri sono adulti disagiati, che ancora non hanno trovato il loro posto nel mondo e tutto si sentono tranne che supereroi. Luther (Number 1) ha vissuto sulla Luna negli ultimi quattro anni, possiede una forza sovrumana anche se ne ha pagato le conseguenze; Diego (Number 2) è una sorta di giustiziere della notte e i pugnali sono i suoi migliori amici; Allison (Number 3) può condizionare la mente delle persone con le sue parole; Klaus (Number 4) è dipendente dalle droghe e può comunicare con i morti e Vanya (Number 7) rappresenta la pecora “nera” della situazione, dato che non ha mai dato segni di possedere capacità straordinarie.
La narrazione prosegue su vari piani temporali, il presente, il passato, ma anche un futuro post-apocalittico. Si scopre, infatti, durante i vari flashback e flash-forward, che un membro dell’Academy (Ben/Number 6) è deceduto in circostanze ancora misteriose, mentre Number 5, che può viaggiare nello spazio e nel tempo, rientra come un fulmine a ciel sereno dopo un viaggio nel futuro di circa 45 anni. Sarà proprio lui, quindi, a dare il via al ricongiungimento dell’Umbrella Academy che dovrà mettere da parte le proprie divergenze e i propri demoni, per riuscire a salvare il genere umano, minacciato da un’apocalisse che si verificherà entro otto giorni.
“We Only See Each Other At Weddings And Funerals” è un ottimo primo episodio di presentazione della storyline principale e dei personaggi e funge da trampolino di lancio per le prossime puntate che promettono di rispondere alle domande e ai misteri attorno ai quali ruota la trama. I characters riescono a bucare lo schermo con le loro debolezze e stramberie e sono proprio le loro fragilità a renderli più umani che supereroi. Il piedistallo sopra il quale venivano quasi sempre messi i protagonisti di prodotti a stampo supereroistico, viene abbattuto e la tematica dei superpoteri viene, quindi, solo accennata. The Umbrella Academy, infatti, si sofferma molto di più sulla componente umana, sulla difficoltà per i membri dell’Academy di vivere con un tale fardello e del loro bisogno di vincere le proprie paure per diventare una famiglia unita sotto tutti i punti di vista.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La figura del supereroe viene rovesciata e destrutturata
  • Eroi che non si sentono eroi
  • La componente umana
  • Azione e humor pungente
  • Gli ottimi pezzi scelti come colonna sonora
  • Ottimo primo episodio che colpisce e fa venir voglia di guardarne subito un altro
  • Nulla

 

The Umbrella Academy vince la scommessa, proprio perché non si pone come un ulteriore prodotto sui supereroi. Questi nuovi “Misfits” fanno breccia nel cuore degli spettatori che si identificano con i loro punti deboli e arrivano a pensare che, forse, avere superpoteri non sia poi così invidiabile.

 

We Only See Each Other At Weddings And Funerals 1×01 ND milioni – ND rating

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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.

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