“On this night, a night of the most powerful of myths, that skill will be tested like never before. She’s about to learn that the truth can take many different forms, depending on how you look at it. Because tonight, Sergeant Yuka’s vantage point is at the very heart of The Twilight Zone.”
È o non è Jordan Peele l’uomo del momento? Negli ultimi due anni pare essere diventato una stella della cinematografia americana e tutto quello a cui mette mano si ritrova ben presto sulla bocca di tutti diventando un successo sia per gli spettatori che per la critica. Con Get Out si è fatto conoscere dal pubblico di massa portandosi a casa anche un meritatissimo Oscar alla sceneggiatura, mentre con US ha stabilito record su record di incassi al cinema che, essendo un film horror, è un risultato sicuramente invidiabile da gran parte dei registi di Hollywood. Ora l’artista statunitense si è addirittura cimentato nel ruolo di produttore nel panorama seriale moderno, prendendosi la grande responsabilità di riportare in vita il tanto compianto ed amato The Twilight Zone.
Essendo questo il quarto capitolo stagionale si può quindi incominciare a tirare le somme sul breve percorso che la serie ha intrapreso fino a “A Traveler” e, curiosando sui voti presenti nel sito, non si può che considerarsi soddisfatti. Partendo da tale presupposto e ricordandosi che si sono visti fino ad ora non eccellenti episodi, ma comunque puntate certamente soddisfacenti che sono riuscite ad intrattenere il fan senza problemi, l’episodio odierno, diretto da Ana Lily Amirpour (Legion, Castle Rock) e sceneggiato da Glen Morgan (Final Destination, Final Destination 3) è certamente una cocente delusione.
“On Christmas Eve And you’re calling it a night Just know if Santa’s happy The presents will come all right Make Santa happy. Make Santa happy Captain Pendleton just pardoned me and you’re looking to put me back in jail? You haven’t believed a single word out of my mouth, have you? Captain Pendleton does, but not you.”
Come in un famoso sketch dell’amato trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo i fan della saga più misteriosa al mondo non hanno trovato nessun verso con il quale si è riusciti a capire come interpretare il finale dell’episodio se non come scialbo e deludente. Inclinando la testa, guardandolo da lontano, cercando su internet e leggendo i pareri altrui sembra che gran parte degli spettatori si trovino d’accordo che un finale di questo tipo non era quello che si sarebbe aspettati ad inizio visione, soprattutto dopo le ottime premesse con cui era iniziata la vicenda.
Tutto era incominciato con il piede giusto con Steven Yuen (The Walking Dead) nei panni del misterioso ed inquietante personaggio chiamato legalmente A. Traveler che si trova in quel di Iglaak (Alaska) per distruggere le certezze di Yuka, del Captain Lane Pendleton e dei cittadini più influenti del paese nel giorno più speciale dell’anno, la Vigilia di Natale. Con una nonchalance tale da far rimpiangere Lord Baelish incomincia, dopo essere apparso misteriosamente nella stazione della centrale di polizia dove i protagonisti lavorano ed essersi fatto “perdonare” dal megalomane character di Greg Kinnear, a svelare machiavellicamente i segreti di ognuno delle persone presenti alla festa per metterli l’uno contro l’altro.
Ed è da questo punto in avanti che l’episodio prende una piega alquanto bizzarra e nociva, vedendo i protagonisti regredire a semplici burattini di A. Traveler che riesce a confonderli ed a persuaderli a credere ad ognuna delle sue affermazioni; plausibili o meno che siano. Quindi ecco la povera Yuka, l’unico personaggio presentato con del sale in zucca, a cadere nel panico non appena il misterioso viaggiatore accusa il suo capo del più grande cliché del cinema americano: di lavorare per i russi.
E, proprio nel finale, arrivo l’ennesimo classico cliché che vede il misterioso viaggiatore rivelarsi per quello che è sempre stato: un alieno in esplorazione pronto per chiamare i suoi simili a conquistare la Terra. Se si è puntato su questa summa di stereotipi per parodiare i grandi classici del cinema americano, l’intento non è minimamente riuscito anche perché The Twilight Zone è tutto fuorché il luogo ideale in cui criticare la mancanza di fantasia di Hollywood. Il finale di “A Traveler”, quindi, mozza completamente il giudizio di un episodio che si era posto come il viaggio ideale nella fragile e malleabile mente umana capace di piegarsi a mezze verità e a cedere facilmente ai propri desideri, perdendosi via via con lo scorrere dei minuti ed arrivando al traguardo portando la prima insufficienza stagionale.
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Replay 1×03 | ND milioni – ND rating |
A Traveler 1×04 | ND milioni – ND rating |
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Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.