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È indubbio che il microcosmo narrativo di Poldark renda al meglio quando supera i confini della splendida Cornovaglia, come è stato nella precedente stagione con i continui richiami alla Rivoluzione Francese e le rivolte popolari dei ceti inglesi meno abbienti per il costo elevato del grano.
Con l’arrivo della famiglia Poldark a Londra, l’intero episodio si concentra nella capitale, dove Ross si batte per riscattare la reputazione del suo amico e Colonnello Edward Despard, personaggio realmente esistito.
Sono da notare in questo frangente due considerazioni di segno opposto: da una lato il positivo allargamento della tematiche trattate, con la discussione sull’abolizione della schiavitù che conquista maggior spazio, la discussione medica intorno alla follia e un accenno anche alle prime rivendicazioni dei diritti delle donne. Dall’altra invece si assiste ad alcune incongruenze negative, narrativamente parlando, probabilmente dettate da una maggior fretta degli autori visto che si tratta dell’ultima stagione.
Demelza, che nel precedente episodio era risultata fin troppo ingenua per i suoi standard, in questo secondo appuntamento si rivela senza dubbio la più scaltra, percependo sin da subito il pedinamento subito dai coniugi Poldark e aiutando il marito nel ristabilire la reputazione di Despard. È un bene che si sia immediatamente tornati all’astuzia tipica del personaggio, ma allora non si capisce il passaggio a vuoto della season premiere. Lo stesso si può dire di Ned che riesce a riabilitarsi agli occhi dell’opinione pubblica in un solo episodio, nonostante le ripercussioni su Ross siano già evidenti e Ballantine paghi le conseguenze con la propria vita. Due esempi di come, sotto alcuni aspetti, il ritmo spedito della narrazione, non usuale per una serie come Poldark, abbia creato qualche schema narrativo rivedibile, sulla falsariga dell’improvvisa carriera da 007 di Ross nella scorsa puntata.
Rimanendo nell’orbita delle new entry, è inutile negare come Cecily Hanson e il suo flirt con Geoffrey Charles porterà un mare di guai alla famiglia della Cornovaglia, visto che, con la pazzia di George, è proprio il padre della ragazza ad accreditarsi come vero villain stagionale, in procinto di ordire un diabolico piano contro Ross e soci degno del miglior Warleggan dei tempi d’oro.
L’inaspettata e inconsapevole pazzia di George è sicuramente uno dei tratti più interessanti di questa quinta stagione, una pazzia che permette allo spettatore di considerare un personaggio ormai storico della serie sotto un nuovo punto di vista, un trovata da parte degli autori non solo efficace ma destinata senza dubbio a produrre conseguenze fondamentali per lo sviluppo della trama orizzontale.
Tuttavia l’epicentro del dramma narrativo, in attesa che la situazione Valentine si sblocchi definitivamente, è rappresentato come sempre dalla coppia più sfortunata dello show: Drake e Morwenna. Non c’è bisogno di ricordare gli infiniti problemi vissuti dai coniugi nel corso delle diverse stagioni e forse, a soli sei episodi dal termine della serie, sarebbe anche ora di regalar a loro un momento felice.
Con il ritorno della famiglia in Cornovaglia e l’arrivo degli Hanson, non è difficile immaginare un ritorno del centro narrativo tra minatori e splendide scogliere, prima che questa dimensione locale venga definitivamente surclassata dalle trame politiche della Corona, ormai gravitanti intorno al nobile inglese più ribelle si sia mai visto.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un ottimo episodio per Poldark con tanta carne al fuoco per lo sviluppo delle diverse storyline nelle prossime puntate. Piccole incongruenze a parte, la serie si conferma valida sotto ogni punto di vista, andando a confermare quanto di buono visto nelle precedenti stagioni, motivo per cui la valutazione di questo secondo appuntamento è alta. Il massimo dei voti è dietro l’angolo e trattandosi di Poldark, non tarderà ad arrivare.
Episode One 5×01 | ND milioni – ND rating |
Episode Two 5×02 | ND milioni – ND rating |
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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.