GLOW 3×10 – A Very GLOW ChristmasTEMPO DI LETTURA 5 min

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GLOW 3x10 - A Very GLOW ChristmasIl triste sospetto ormai trova conferma: la terza stagione di GLOW è, a conti fatti, una delusione. Al punto che chi scrive questa recensione non sa se sperare di più in un rinnovo o in una cancellazione, se dare ragione alla parte di sé che gli dice “Vedrai che l’anno prossimo andrà meglio e gli sceneggiatori impareranno dai loro errori” o a quella che gli sussurra “Pensa se la quarta stagione è come la terza… anzi, pensa se è peggio!”. Drammi interiori a parte, non si può non essere amareggiati, anche solo un pochino, di fronte a dieci episodi che partivano con tanti spunti interessanti (e ne sviluppavano tanti altri nel prosieguo) e non hanno saputo coglierli. Nemmeno fino all’ultimo, signori miei, col risultato che “A Very GLOW Christmas” si concentra immeritatamente su una scialba rivisitazione del capolavoro dickensiano A Christmas Carol, si dimentica per strada di Sam e figlia salvo ripescarli nel finale per una comparsata, risolve in quattro secondi scarsi due matrimoni in crisi (non uno, due!) e in altri tre la crisi sessual-esistenziale di una delle protagoniste, e dulcis in fundo rifila allo spettatore una chiusura che non si capisce ancora se può andar bene come se può andar bene come series finale definitivo o meno.
Diciamo pure che il materiale buono c’era ma è stato sfruttato malissimo. Innanzitutto, lo spettacolo. Se in passato GLOW aveva tirato fuori idee abbastanza interessanti per il suo show-nello-show, come lo scambio di “identità” di qualche puntata fa, stavolta toppa miseramente. Come se l’idea di piazzare uno speciale natalizio in una serie rilasciata ad agosto non fosse abbastanza perplimente (almeno I Simpson e le serie britanniche lo fanno cadere in quel periodo dell’anno), ci pensano la giustapposizione meccanica e senza la minima inventiva delle wrestler sui personaggi del canto natalizio di Dickens e la mancanza di combattimenti degni di nota a rendere indigesti i siparietti sul ring. Sia chiaro, in GLOW il wrestling non dev’essere sempre al centro della storia, ma nemmeno essere gestito in maniera così sbrigativa, quasi infastidita, come se fosse una noiosa formalità da assolvere di tanto in tanto nei confronti dello spettatore.
Non meno gradevole è quello che succede fuori dal ring. La crisi matrimoniale tra Bash e Rhonda apriva le porte a tutta una serie di temi da sviscerare e di scenari interessanti, tanto più se si considera che la sottotrama dell’omosessualità di lui non è un’invenzione dell’ultimo episodio e seguiva un percorso di progressiva presa di coscienza della propria natura; ma tutto si risolve con Bash che decide di ricomporre i cocci della sua relazione etero, di mettere da parte la propria sessualità “deviata” (secondo gli standard dell’epoca, persino Debbie gli chiede se si può fare qualcosa per “risolvere” il problema quasi essere gay fosse una malattia) e di tornare a Los Angeles. Nulla vieta di rimettere tutto in discussione in un’eventuale quarta stagione e mostrarci magari il fallimento di questo tentativo di far funzionare la coppia, ma per ora la vicenda umana di Bash si rivela una grandissima delusione, perché piena di spunti sfruttati malissimo. Altrettanto rapida e superficiale è la risoluzione dei problemi tra Cherry e Keith, con l’opzione dell’adozione sfruttata quale provvidenziale deus ex machina; ma considerando che stiamo parlando di personaggi “che-non-sono-Ruth-Debbie-Sam-Bash-Carmen-Sheila” è già tanto che abbiano avuto qualche battuta e un mezzo dramma personale da superare. A Vicky la Vichinga è andata molto peggio, per esempio. Davvero, chi si ricordava che c’era anche Vicky la Vichinga nel cast?
A proposito di Sam, un altro difetto del season finale è l’aver completamente dimenticato la sua esistenza. E’ vero che il nostro baffuto regista di B-movies si trova adesso a Los Angeles a dirigere il film sceneggiato dalla figlia e che nelle ultime puntate ha avuto spazio molto più di altri, ma visto che si tratta di uno dei protagonisti si sarebbe potuto trovare un modo per farlo tornare momentaneamente a Las Vegas, a risolvere (o tentare di risolvere) il problema con Ruth. E invece, se GLOW dovesse essere cancellata, avremo l’ennesima sottotrama lasciata monca.
Cosa c’è di buono, allora, in “A GLOW Christmas Carol”? Innanzitutto la parabola di Debbie, che abbraccia definitivamente la carriera da donna indipendente anche se ciò significa compiere rinunce e sacrifici. Il ruolo di mogliettina sorridente e compiacente le stava stretto, si è sempre saputo, e la batosta finale nella relazione con Tex è servita a farle compiere il passo definitivo. Anche nel caso non vedesse mai la luce un prosieguo, il suo cammino può dirsi narrativamente completo.
Inoltre, il ritorno a Los Angeles è tutt’altro che spregevole come idea. Certo, così facendo la stagione ambientata a Los Angeles si è rivelata una parentesi utile a mostrare un po’ di lustrini e a far maturare un paio di personaggi, ma nulla di più (e sicuramente nulla che si sarebbe potuto fare anche nella città delle star), ma una tabula rasa e un ritorno alle origini, con le ovvie differenze di una donna al comando della rete e di un regista che chissà quanto potrà collaborare col GLOW, potrebbe far bene allo show. O fare ancora peggio, è ovvio. Ammesso che Netflix decida di puntare ancora sulle sue Gorgeous Ladies of Wrestling e non le mandi a fare compagnia al presidente Kirkman, ai supereroi di Hell’s Kitchen e a tante altre illustri e meno illustri vittime della mannaia del rinnovo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Debbie finalmente sembra realizzarsi professionalmente
  • Ritorno a Los Angeles
  • Una rivisitazione del Canto di Natale in salsa wrestling? Per di più ad agosto? Seriously?
  • Ricomposizione troppo rapida e superficiale dei matrimoni in crisi
  • Sam praticamente non pervenuto

 

L’avventura di GLOW per ora finisce qui, con un episodio sottotono a suggello di una stagione sottotono a cui si poteva perdonare qualcosa nella prima metà, quando la trama doveva carburare, ma non gli scivoloni e le occasioni mancate nella seconda parte. Non ci resta che rimanere in attesa della decisione di Netflix se rinnovarla o meno, chiedendoci però se davvero ne valga la pena.

 

The Libertines 3×09 ND milioni – ND rating
A Very GLOW Christmas 3×10 ND milioni – ND rating

 

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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.

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