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Mindhunter 2×07 – Episode 7TEMPO DI LETTURA 4 min

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“Eleven black children had to die for this city to take us seriously. Eleven.
Now they tell us they’re turnin’ over every stone. Well, I have news for them: we will leave no stone unturned! This is what they want to hear. We know what isn’t being done! We know what isn’t being said! And why? Because they’re afraid of losing election dollars. Losing tourists. While we are losing babies! We got nothing left to lose!
We elected these leaders, yet our children are not given the full protection of the law! We are going to make this city give every poor, black child the same consideration and protection as every other kind of child.

We will show the world who is the real strength of Atlanta!” 

 

A due episodi dal termine di questa seconda stagione, Mindhunter mette in stand-by la parte dedicata alle interviste e allo studio teorico di esse per spostarsi ufficialmente sul campo e provare a risolvere l’ormai famoso caso degli omicidi dei bambini di Atlanta. Dopo aver raggiunto uno degli apici dell’intera serie con l’intervista a Charles Manson arrivata in “Episode 5”, un’intervista che rientrava tra i primi obiettivi sia della squadra dell’FBI che degli spettatori sin dalla scorsa stagione, in questo settimo episodio il focus viene invece strettamente proiettato sull’intero contesto di Atlanta e del suo caso.
Non una scelta sbagliata dato che, per quanto centrali e di assoluto interesse possano risultare le interviste con i più famosi serial killer della storia, anche il caso che sta accompagnando la stagione meritava una più effettiva centralità, dando modo di vedere gli agenti Ford e Tench provare a mettere in pratica quanto appreso finora.
“Episode 7”, che vede nuovamente un cambio alla regia con questa volta Carl Franklin a prendere il comando (come già avvenuto dal sesto episodio), cerca dunque di stringere il cerchio attorno al killer di Atlanta, ma lo fa costruendo egregiamente anche un’ottima cornice. Grazie anche all’inserimento del personaggio di Jim Barney, che si sta rivelando sempre più un’ottima aggiunta, il caso continua ad essere ampiamente presentato da tutti i punti di vista: dalla polizia, ai cittadini fino alla parte politica, tutte con il solito Holden a fare da sfondo che continua imperterrito, e quasi in solitaria, a mantenere alta la sua idea sul profiler da seguire. Le difficoltà di Holden nel cercare di essere preso maggiormente in considerazione (anche solo per ottenere in tempo delle croci dell’Ikea), insieme alle nuove ricerche di Barney (che dimostrano il modo altamente approssimativo con le quali sono state portate avanti le indagini finora), più le contestazioni e le manifestazioni dei cittadini, riescono a regalare un quadro completo della complessa situazione di Atlanta.
Tuttavia va detto che anche in questa circostanza ciò che emerge da tutte le trame portate avanti in questa stagione è un Holden Ford del tutto sottotono. Con i problemi di salute che lo hanno presentato in maniera un po’ più “soft” sin dalla season premiere, e che tuttavia da un po’ di puntate a questa parte sono, almeno on-screen, scomparsi (quasi anche gli sceneggiatori se ne fossero completamente dimenticati), quello che inizia davvero a mancare è un vero guizzo da parte del suo personaggio. Seppur si ritrovi forzatamente con le ali tarpate da preconcetti, protocolli e politica, si spera che nei prossimi due episodi il suo istinto sia pronto a riemergere in toto e regalare quel salto in avanti alle indagini ma anche all’intero quadro generale.
Detto di Holden, anche gli altri due personaggi principali si dividono la scena tra storyline interessanti ed altre decisamente meno. Tra le “delusioni” di questa stagione si può sicuramente inserire la trama dedicata a Wendy. Infatti, mentre si è saputo gestire in maniera ottimale la sottotrama familiare dedicata a Bill, inserendo un intreccio che unisce al meglio famiglia e tema principale della serie, lasciando entrare sia la moglie che il figlio in una trama pesante ma di indubbio interesse, la situazione cambia con Wendy. La donna si ritrova ad essere messa da parte da quasi tutti i filoni principali, adesso frenata anche dal lavoro delle interviste sul campo che potevano invece essere un ottimo punto di interesse da approfondire per il suo personaggio. Ma su tutti è la parte dedicata alla sua vita amorosa che stona con tutto il resto del racconto: per quanto si voglia dare un sacrosanto background ai personaggi principali, davvero non si può trovare un ruolo più appagante a livello di sviluppo di trama generale per la psicologa Carr invece che lasciarla alle prese con problemi riguardanti l’economia domestica?

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Le indagini di Atlanta iniziano ad entrare ufficialmente nel vivo
  • Spazio ben dedicato a tutti i diversi schieramenti nella storyline di Atlanta
  • La sottotrama di Bill interessante e in tema con la serie
  • Tutti in attesa che ritorni la scintilla ad Holden
  • Wendy sempre più ai margini e con una sottotrama fuori contesto 

 

Ancora due appuntamenti e poi si concluderà anche questa attesissima seconda stagione di Mindhunter. L’attenzione si è spostata interamente ad Atlanta: è arrivato il momento di mettere in pratica quanto appreso finora.

 

Episode 6  2×06 ND milioni – ND rating
Episode 7  2×07 ND milioni – ND rating

 

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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