Catherine The Great 1×03 – Episode 3TEMPO DI LETTURA 3 min

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I’ll always love you. Even when there isn’t anymore me or anymore you.

Sebastopoli, mon amour.

Per quanto riguarda la parte più prettamente storico – politica, l’episodio si dedica all’annessione della Crimea da parte dell’impero russo. (Questo porterà alla guerra del secolo successivo, dove Cavour mandò a combattere i Bersaglieri e a tutta una serie di tensioni non ancora risolte, vedere la crisi del 2014). Potemkin, ovviamente, è in prima fila nell’impresa. Egli non rinuncerebbe mai alla sua carriera militare per una storia d’amore, per quanto vera e importante, così come Catherine non rinuncerebbe mai al trono e al potere, neanche contraendo un matrimonio con un marito a cui dovere sottomissione, secondo lo stile dell’epoca.
Piuttosto, Potemkin preferisce conquistare terre e costruire una città da dedicare all’amata imperatrice: Sebastopoli, città imperiale (perché il nome richiama il verbo greco sebo, “venerare”, quindi anche devozione all’augusto monarca). La scena in cui mostra ad un altro la zona dove sorgerà la città, illustrando i suoi progetti, richiama le scene delle prime stagioni di Game of Thrones, quelle in cui, ad esempio, la Khaleesi sosteneva di essere al comando di migliaia di Dothraki, mentre si vedevano solo una trentina di comparse e veniva detto che era l’avanguardia con gli altri che sarebbero arrivati. Insomma, un modo di gestire un budget non certo spudorato, come sarebbe diventato quello delle ultime stagioni.
La produzione di Catherine The Great, comunque, si fa ampiamente perdonare nelle scene ambientate a palazzo reale (ottime le inquadrature incorniciate dal portone, sul cortile dove c’è sempre qualcuno, spesso truppe impegnate nelle loro manovre). Sono belle anche le inquadrature finali, dove vengono mostrati nella nebbia alcuni galeoni della nuova flotta russa. Fanno tanto puzzle.

Alleluya, è nato il sovrano bambino…

Sul fronte più propriamente personale e famigliare, va segnalata l’importantissima nascita dell’erede al trono: Alexander, nipote di Catherine. Lei, da brava nonna, se ne innamora subito perdutamente. Purtroppo, questo non serve a spianare i rapporti da sempre difficili tra la zarina e il suo primogenito, anzi: lei fa subito capire al figlio Paul di voler crescere personalmente il bambino, escludendo lui e la moglie tanto dalla vita del piccino quanto dalla successione.
Sicuramente, qui emerge il ritratto di una donna passionale, la quale non ha alcun timore nel fare tutto quanto ritiene necessario per soddisfare le proprie esigenze e le proprie ambizioni (vedere i giovani scaldaletto, se così si può tradurre il termine inglese toy boy). Una vera rarità per l’epoca e non solo.
Tutto l’ambiente di corte è rappresentato in modo decisamente godibile e un po’ piccante. Più che una figura un po’ sbiadita come la contessa Bruce, però, sempre pronta a tenere il sacco all’amica zarina (peccato, perché Gina McKee ha dimostrato di sapere il fatto suo, come Caterina Riario Sforza nella versione america dei Borgia), si fa notare il nobile ubriacone, stravaccato sulle scale durante una pubblica litigata fra Caterina e Potemkin. All’epoca era molto più nella norma che tante cose avvenissero in pubblico, mentre oggi sarebbe impensabile, dato che non c’era il moderno concetto di privacy. Questo ubriacone, comunque, ricorda tanto l’indimenticato fisarmonicista di Lady Oscar.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Helen Mirren
  • Jason Clarke
  • L’ubriacone
  • Le scene a palazzo
  • Il racconto della futura Sebastopoli
  • Per approfondimenti storici accomodarsi altrove

 

Questa serie si dimostra certamente più efficace come rappresentazione di una profonda e importante storia d’amore fra due persone non più giovanissime, intente a giostrarsi in situazioni molto complesse per via della loro posizione sociale, che non come illustrazione di vicende storiche. Harmony History, insomma, di quelli belli, anche perché non mancano i tocchi trasgressivi e non convenzionali a cui la HBO ha abituato il suo pubblico. Se poi la narrazione risulta comunque avvincente, il merito è sicuramente di tutto il cast, capitanato da Helen Mirren e Jason Clarke. La puntata si giova anche del ritmo migliorato, essendo finiti gli spiegoni che avevano appesantito i primi due episodi. Spiegazioni necessarie ad inquadrare le vicende, soprattutto ai meno ferrati in storia, ma non sempre inserite in modo organico e al momento opportuno.

 

Episode 2  1×02 ND milioni – ND rating
Episode 3  1×03 ND milioni – ND rating

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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