La (non più) nuova showrunner della serie si è infatti insediata l’anno scorso sviluppando da zero (fumetti a parte) l’intera trama relativa agli Whisperers, sancendo anche l’addio sorprendente di Rick Grimes in “What Comes After” e, di fatto, rivoluzionando in parte il modo di scrivere e dirigere The Walking Dead. Il risultato si sta rivelando piuttosto positivo (c’è solo l’insufficienza di “Lines We Cross” fino ad ora) e sta finalmente dando un più ampio respiro alla narrazione grazie al reintegro di Negan in un ruolo attivo. Ed è
Si potrebbe serenamente riassumere la storyline di Negan della scorsa stagione con le parole prigione e agricoltura, niente di più e niente di meno. Ora, vuoi perché l’anarchia si sta propagando, vuoi perché c’è un ruolo vacante come “protagonista carismatico” che non è più stato occupato dalla famigerata “What Comes After“, si è deciso di rimetterlo in gioco. Con successo.
Negan: “I totally understand the position you’re in: you gotta be, like, the tough guy and keep everybody in line. I mean, hell, you know, I had guys just like you to keep my shit tight. Alright, maybe not just like you. Uh, hell, if I had some monster your size, things would’ve turned out different. Look, whether you like me or not, I will be joinin’ this team, so maybe we should find a way to get along, you know, and stop pissin’ on each other’s boots.”
Beta: “You will never be one of us. You’re too loud, too weak, too full of ego.”
Negan: “[…] See, I’m not here for you. I am here for Alpha. So you go ahead, and you throw your little tests at me and you scowl and throw me on the ground like a five-and-dime Frankenstein. I don’t give a shit. See, big man, I ain’t goin’ anywhere.“
Dopo il cliffhanger dello scorso episodio, la situazione poteva evolversi solamente in due direzioni: lotta uno Negan contro tutti (che sarebbe potuta essere estremamente piacevole) oppure una più pacata discussione Alpha e Beta per capire gli spazi di manovra. La scelta della seconda opzione si è rilevata vincente nel lungo periodo visto che il costante confronto/scontro tra Negan e Beta è quanto di più bello si sia visto da diverso tempo a questa parte.
La sfacciataggine e la parlantina del primo si confrontano con il silenzio e la poca tolleranza del secondo, una diatriba che però è sempre sagacemente limitata dalla necessità di non uccidere nessuno dei due character. Le sfide a cui Negan deve sottostare sono impostate sul tono ironico, e ci sta tutto, specie sapendo questa regola non scritta. È un divertissement per lo spettatore ma lo è anche per gli sceneggiatori e per Jeffrey Dean Morgan stesso, che finalmente si toglie la polvere di dosso.
C’è però quasi sempre un rovescio della medaglia e quel rovescio coincide con tutti gli altri personaggi secondari che non sono minimamente in grado di reggere sulle loro spalle la narrazione della puntata. Fatta eccezione ovviamente per Daryl e Carol che invece il loro lavoro lo fanno più che egregiamente, Eugene, Rosita, il medico che si è fatto Rosita ma a cui Rosita ha preferito Padre Maronno ed il tirocinante simpatico del medico che si è fatto Rosita ma a cui Rosita ha preferito Padre Maronno sono il vero problema. Troppo minutaggio, poco carisma e soprattutto poca concretezza sono la zavorra che lo show continua a portarsi dietro dalla stalla di Herschel e di cui non riesce a liberarsi. La “cura Angela Kang” qui non ha ancora funzionato.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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What It Always Is 10×05 | 3.09 milioni – 1.0 rating |
Bonds 10×06 | 3.21 milioni – 1.1 rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.