The New Pope 2×02 – Episode 2TEMPO DI LETTURA 4 min

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“A questa domanda, da ragazzi, i miei amici davano sempre la stessa risposta: la fessa! Io invece rispondevo: l’odore delle case dei vecchi. La domanda era: che cosa ti piace di più, veramente, della vita? Ero destinato alla sensibilità!”
(Jep Gambardella – La Grande Bellezza)

C’è molto odore delle case dei vecchi, così come c’è molto di Jep Gambardella in questo “nuovo Papa” interpretato da John Malkovich, ennesimo esempio di una galleria di personaggi solitari, introversi, “eterni bambini” che detengono grandi responsabilità da “adulti” sulle loro spalle.
In attesa di capire se Sir John Brannox deciderà o no di accettare la proposta di Voiello di diventare nuovo Pontefice al posto del comatoso Lenny Belardo (Jude Law), non si può non apprezzare il grande lavoro di storytelling che Sorrentino realizza per introdurre il suo nuovo personaggio.
Immerso in una villa vittoriana inglese (complimenti al location manager della serie, sempre molto efficace), il cardinale è un aristocratico altolocato (leggasi: snob) dai continui dubbi e da una depressione dovuta ad un senso di colpa per un lutto infantile (di cui l’episodio rilascia pochi ma efficaci indizi). Eppure è anche dotato di un certo fascino magnetico di cui tutti i co-protagonisti dell’episodio (Voiello & co.) bene o male si scoprono succubi.
E, di rimando, lo stesso spettatore, catturato dalla performance di Malkovich, non può non attendere con una certa ansia il verdetto sulla sua decisione finale (lasciato saggiamente in sospeso).

“Un barbone giace morente all’angolo di una strada. Lo Stato allora dice al barbone: “Io ti assisterò!”. Il dottore dice al barbone: “Io ti curerò!”. La figlia dice al barbone: “Ti darò dei soldi!”. L’amico dice al barbone: “Dividerò il mio vino con te!”. E la Chiesa non dice niente al barbone. La Chiesa sta pensando al barbone. […] Questa notte andrò in cerca della risposta che è celata nel mio cuore. Questa notte la Chiesa resterà a pensare a quel barbone. E io, invece, resterò a pensare alla Chiesa!”

Un episodio di raccordo, se lo si vuole vedere in questo senso, che serve innanzitutto come presentazione del nuovo character, e per questo motivo, lento e con pause narrative che possono apparire come dei meri “divertissement” del regista. Invece, sono anche questi necessari per aggiungere sempre più dettagli alla complessa personalità di Sir John Brannox, in un episodio che, esattamente come la location, sembra uscito da una miniserie storica della BBC o da una novella inglese vittoriana.
Sorrentino, infatti, sfrutta tutti gli elementi classici del mistery inglese: la vecchia magione-castello sperduta tra le campagne (ad un certo punto è lo stesso cardinale Aguirre a chiedere se ci sono dei fantasmi nella villa), l’arrivo di facoltosi stranieri dalla psiche fragile, un padrone di casa che cela dei segreti, un’atmosfera di suspense continua e perfino uno “spettro” (quello di Lenny Belardo, “angelo custode” dei personaggi dell’episodio) che si aggira per il castello e nasconde gli oggetti ai suoi abitanti.
In questa cornice, piena di fascino e suggestioni letterarie, l’episodio non tralascia i temi già noti e la storyline orizzontale della serie, inserendoli in un contesto altrettanto surreale e metafisico, pur non trovandosi più nei soliti interni Vaticani. Interni del Vaticano che vengono usati solo per presentare quelli che, con molta probabilità, saranno i futuri “villain” della serie: un misterioso cardinale delegato agli Affari Economici del Vaticano (interpretato da Massimo Ghini), il Ministro grillino “populista” dell’Economia italiano (interpretato da Claudio Bigagli) e il “fidanzato” di Sofia (Cécile De France), un banchiere che pare avere degli interessi (di certo non spirituali) sul Vaticano.
Lo humour sorrentiniano nei confronti della classe politica italiana e vaticana qui viene esaltato al massimo, così come della stessa filosofia morale, oggetto dei dialoghi, estremamente studiati e satirici, tra Sir Brannox e i suoi commensali. Viene pure scomodata la figura di San John Henry Newman, figura storica della chiesa inglese che dimostra il lungo studio compiuto da Sorrentino sui suoi personaggi (la filosofia del santo inglese si adatta molto al personaggio di Malkovich) e sulla materia in generale, spunti necessari per tutta la costruzione narrativa su cui si basa The New Pope.
Una solida base per una serie che si focalizza su un delicato equilibrio tra epicità, dramma, humour cinico-dissacratorio e grandi riflessioni su morale e teologia, sempre e comunque mai superficiali o banali. Il tutto condito da una colonna sonora accattivante e un’ottima fotografia a cura del solito Luca Bigazzi, collaboratore storico del regista.
Ci sono tutti gli elementi affinché lo spettatore proceda nella visione dei prossimi episodi. Se non altro per sapere (anche se la risposta appare, almeno dai trailer, abbastanza scontata) se Sir John Brannox diventerà o no il sostituto di Pio XIII.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Sir John Brannox (John Malkovich)
  • Locations e fotografia
  • Musiche di sottofondo e sigla finale
  • Storytelling di Sorrentino e struttura “da romanzo gotico vittoriano”
  • Lenny Belardo “in azione”
  • Presentazione dei nuovi “villain”
  • Praticamente nulla

 

John Malkovich è Sir John Brannox, cardinale inglese “sui generis” a cui Voiello & co vorrebbero affidare le sorti della Chiesa. Un episodio “mistery” e filosofico per introdurre l’ennesimo grande personaggio della galleria di characters surreali e ironici del regista de “La Grande Bellezza”.

 

Episode 1 2×01 ND milioni – ND rating
Episode 2 2×02 ND milioni – ND rating

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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