Narcos: Mexico 2×04 – The Big DigTEMPO DI LETTURA 4 min

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You sit in your fancy house, with your trophy wife, with that monkey, Azul. You’ve got all these people around you, but the truth is you’ve got no one.

Arriva un punto, in quelle storie che narrano di ascese al potere nell’illegalità, in cui il protagonista si troverà a dover scegliere tra amici, famiglia o addirittura amore, in favore del proprio impero. Neto ha ragione, anche se Felix ancora non se n’è reso conto (o quantomeno tenta di convincersi del contrario), il re è rimasto solo, la situazione in questo preciso istante non ammette piani B e quando ci si trova con le spalle al muro l’unica cosa da fare è rischiare tutto quanto puntando su se stessi.
Proprio attorno a questa premessa prende corpo questo quarto appuntamento con Narcos: Mexico, ancora contraddistinto da ritmi abbastanza blandi e una spiccata natura preparatoria, ma quantomeno scorrevole. Quello che Felix vuole far passare come un piano per gestire e controllare il traffico di droga in Messico, soppiantando così i cartelli colombiani e diventando uno degli uomini più potenti della nazione, rivela in questo episodio la sua vera natura: un’opera di preservazione del proprio trono e del proprio status quo. Operazione che naturalmente non può che essere contraddistinta da tradimenti, macchinazioni e, naturalmente, molto molto sangue.
Persistono alcuni dei difetti visti in avvio di stagione e analizzati nelle precedenti recensioni, primo fra tutti il massiccio numero di trame inanellate finora, e talvolta eccessivamente dispersive. Solo in questo episodio, accanto alle due trame principali che si snodano attorno a Felix e all’accordo con la CIA e all’agente Breslin alle prese con la confessione di Zuno, troviamo altre quattro storyline minori: il tunnel di Chapo (a cui dobbiamo il titolo dell’episodio), la finestra sul passato di Walt, gli affari di Isabella alle spalle del marito e ultima, in questo caso decisamente per importanza, la curiosa relazione tra Pablo e Mimi. Una bella mole di trame e di conseguenza un parco personaggi abitato da decine e decine di figure che presto si confonderanno all’interno della vostra testa, facendovi domandare in più di un’occasione: “dovrei ricordarmi di questo personaggio?”. Spoiler alert: sì, dovreste.

No, it’s not over.

Il passaggio di testimone avvenuto tra Kiki Camarena e Walt Breslin ad inizio stagione poteva suscitare paura nello spettatore ma, giunti fin qui, l’operazione appare abbastanza riuscita. Con le dovute riserve naturalmente. Finalmente emerge qualcosa in più sul passato dell’agente e, come ci si poteva aspettare dopo il breve faccia a faccia al ristorante, i minuti finali sono dedicati al prevedibile accordo con Guillermo, per il momento unica risorsa in mano a Walt per incastrare Felix, e (probabile) punto di partenza per quella tanto attesa spinta narrativa che è mancata nelle precedenti puntate. Anche l’accordo tra Isabella ed Enedina e l’ok di Palma al tunnel di Chapo sembrano puntare in quella direzione, aprendo così la narrazione ad interessanti svolte future. Sempre che non si tratti di una stagione transitoria. In quel caso le nostre lamentele vi accompagneranno inesorabilmente fino al season finale.
C’è ancora da lavorare sullo sviluppo di Walt, in quattro episodi ancora lontano da quel forte sentimento d’empatia spettatoriale che Kiki aveva da subito conquistato anche grazie all’appoggio dei suoi personaggi spalla e da un più diretto approfondimento caratteriale. Naturalmente si tratta di due personaggi e due ingressi in scena molto diversi tra loro, ma senza quell’attaccamento che aveva legato lo spettatore al protagonista si rischia di minare la percezione stessa del ruolo dell’agente Breslin, prima vittima della frammentarietà narrativa menzionata in precedenza e di conseguenza meno centrale rispetto alla sua controparte criminale. Dall’altro lato, Felix non riesce a conquistare il suo pubblico come accadde con Pablo Escobar in Narcos (un’impresa indubbiamente ardua), rimanendo sicuramente un ottimo personaggio, ma senza quel carisma necessario ad attrarre consensi da parte dello spettatore a prescindere dalla sua natura criminale.
C’è insomma del lavoro da compiere su entrambi i fronti ma, trovandoci soltanto al quarto appuntamento stagionale, possiamo decisamente confidare sul fatto che qualcosa, a breve, cambierà.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Messa in scena impeccabile come sempre
  • Il tunnel di Chapo
  • L’imminente accordo con Guillermo
  • Numero massiccio di trame e personaggi
  • Ritmi ancora blandi
  • Pablo e Mimi

 

Una messa in scena impeccabile, una colonna sonora sempre perfetta e la consueta spettacolarizzazione della violenza mettono comunque a tacere ogni piccolo difetto e imperfezione visti in questo quarto episodio. La speranza è che il giudizio spicchi finalmente il volo uscendo dalla semplice zona salvezza.

 

Ruben Zuno Arce 2×03 ND milioni – ND rating
The Big Dig 2×04 ND milioni – ND rating

 

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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