Nel 2019 in cui si festeggiano gli 80 anni del Cavaliere Oscuro con iniziative varie e bat-segnali sparsi per il mondo (uno anche in Italia alla Stazione Termini di Roma), e che ha visto recentemente rinvigorirne il mito con il Leone d’Oro meritatissimo al film Joker di Todd Phillips, mancava qualcosa, ossia un ulteriore contributo da parte dell’accoppiata DC-The CW, la principale artefice dell’unico universo seriale di successo che può tenere testa a quello della Marvel (poiché i tentativi per quanto riguarda il cinema sono tutti falliti miseramente).
Già annunciata nell’ultimo mega-crossover televisivo, il personaggio di Kate Kane/Batwoman (interpretata dalla modella e attrice Ruby Rose) vuole essere da una parte un omaggio (come dimostrano i vari easter eggs presenti nell’episodio) all’intera saga dell’Uomo Pipistrello, sia un tentativo di rinnovarne l’universo narrativo mettendo al centro un character nato piuttosto recentemente (rispetto ad altri) nelle pagine del fumetto e mai rappresentato sullo schermo nella maniera giusta.
Si tratta, per la casa di produzione, di un grosso rischio poiché Batman (e di conseguenza tutto il mondo che lo circonda) è IL personaggio della DC Comics per antonomasia, quello sicuramente più iconico e anche il più propenso al flop se mal realizzato (George Clooney docet).
Detto questo, dunque, qual è il giudizio finale riguardo questo “Pilot” di Batwoman?
“Trust me. This isn’t the story I expected to be telling, but you know as well as I do that stories, like people who tell them, aren’t always what they seem.”
In generale si può dire che l’episodio nel suo insieme è “salvabile”, nel senso che fa il suo dovere nella maniera più semplice e logica possibile, con tutte le scelte narrative (plot twist e cliffhanger finale) piazzate al momento giusto. Forse però lo fa fin troppo, in quanto la sensazione finale è quella di una grande prevedibilità del tutto e di una certa fretta che non è affatto necessaria, quasi ci fosse una sorta di ansia da prestazione che pervade tutta la visione.
Fin dal monologo iniziale della protagonista si intuisce quale sarà il tono e dove andrà a parare la serie: le scene successive non fanno che confermare quanto già realizzato in precedenza, e i dialoghi altamente descrittivi e ripetitivi non aiutano in questo senso. L’intro dell’episodio poi ricalca esattamente quello di Batman Begins di Nolan, solamente in versione femminile: l’addestramento tra i ghiacci, un’eroina che ha “scelto” di auto esiliarsi dalla sua città natale e che ritorna nel momento in cui un super-cattivo spuntato dal nulla minaccia le persone a cui tiene. Perfino il “battesimo dei pipistrelli nella grotta” rimanda inevitabilmente all’universo nolaniano.
È innegabile come il tutto sia pensato per creare un hype particolare nello spettatore, spettatore che prosegue la visione solamente per godersi i numerosi riferimenti alla saga originaria (la collana di Martha, il film di Zorro proiettato sullo schermo…) più che per le vicende dell’eroina protagonista. Il che è un peccato poiché, al di là di alcune ingenuità di fondo (numerosi buchi di sceneggiatura e fin troppe soluzioni semplicistiche) della trama, la serie è comunque realizzata molto bene dal punto di vista tecnico, e anche gli attori sembrano calarsi molto bene nei rispettivi ruoli, soprattutto la sopracitata Ruby Rose considerando che questa, di fatto, è la sua prima prova attoriale da vera protagonista.
Interessante poi la scelta della villain di puntata: Alice (Rachel Skarsten), spietata e sadica boss della Wonderland Gang che ha come obiettivo il creare caos e disordine a Gotham. Se all’inizio, infatti, questa sembra essere solo una mera parodia femminile del Joker, con il cliffhanger finale il suo background cambia totalmente rivelandosi molto più interessante del previsto. Qui però la showrunner Caroline Dries fa un grosso errore causato da quell’ansia da prestazione che già avevamo citato qualche riga più sopra: se i lettori dei fumetti sono già a conoscenza della vera identità di Alice, il restante gruppo di spettatori, che verosimilmente rappresenta anche la maggioranza, non lo è. Il plot twist regalato così sullo scoccare degli ultimi secondi poteva essere riservato per un altro momento, tipo midseason o season finale, mentre così sembra quasi gettato lì solo per coprire alcuni di quei buchi di trama visti durante l’episodio.
Di fatto è ancora troppo presto per poter giudicare se questo primo episodio di Batwoman valga veramente qualcosa, soprattutto per via di questa “sudditanza psicologica” che ancora attiene nei confronti del personaggio a cui s’ispira. La trama e il ritmo dell’episodio reggono abbastanza bene ma semplicemente perché si tratta di una storia che sceglie volutamente soluzioni banali e prevedibili, tutto fatto appositamente per descrivere, nella maniera più sbrigativa possibile, le origini e la situazione di Kate.
Si può vedere il tutto, dunque, come una rapida e necessaria introduzione alla trama e ai personaggi principali della serie che lascia però ai prossimi episodi il compito di analizzare più nel dettaglio tutto e dare un background più definito. Si deve dunque ritenere questo una specie di episodio a parte mentre è presumibile che, già dal prossimo, tutto si azzererà e ricomincerà da capo. Anche perchè c’è da colmare il gap che intercorre tra questo “Pilot” e la Batwoman vista in “Elseworlds“.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Pilot 1×01 | 1.86 milioni – 0.5 rating |
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!