Pochissimo tempo fa è giunta a conclusione The Good Wife, una delle serie più sorprendenti a livello di qualità all’interno delle reti broadcast.
The Good Wife, con questo così poco seducente titolo, si presentava come un qualsiasi legal drama in salsa procedurale, salvo poi rivelare due aspetti: una scrittura sopraffina, capace di fondere trama orizzontale e verticale con grande sapienza, e soprattutto una capacità incredibile di raccontare la politica.
Ci piace pensare che i coniugi King abbiano raccolto questa loro particolare vocazione e abbiano deciso di estenderla, variarla, giocarci su. Pensandoci bene, però, non sono certo le serie TV a sfondo politico che mancano attualmente nel panorama televisivo (House Of Cards, Veep, Scandal…). Allora, ecco l’altra brillante intuizione – sempre nell’immaginario poco sano del vostro recensore – arrivando a sfruttare l’altra qualità del loro ormai concluso masterpiece. The Good Wife, infatti, è sempre stato capace di presentare un’ironia tutt’altro che scontata, una leggerezza nei punti giusti e con l’intensità giusta.
Alla trama politica si aggiunge quindi l’invasione aliena.
Ebbene sì, la fantascienza – quasi come la scelta di cadere alla locura in Boris – a fare da sfondo alle dinamiche interne di Washington. Una fantascienza meno fantascienza del previsto, visto che le prime immagini di fronte ai nostri occhi vedono il dibattito politico aperto più che mai con i volti di Trump, di Sanders e della Clinton. Come accadeva in TGW: nessuna finzione. La realtà si immerge prepotente all’interno del girato. Lo spettatore ci deve credere veramente. Questa volta, però, ci sono anche delle formiche cadute da un meteorite che entrano nel cervello della gente trasformandola in ultracorpi in fissa con questa canzone. Effettivamente dobbiamo ancora capire quale sia lo sfondo, se la trama politica o quella fantascientifica. Le battute finali ci fanno propendere per la seconda opzione, dato che l’apertura del pilot verso il resto della stagione è basato sul recupero della perduta maggioranza da parte dei senatori democratici.
Formiche nel cervello a parte, non possiamo non applaudire nuovamente l’acume che i creatori dello show dimostrano di avere verso le trasformazioni politiche, di ideologia e dei rapporti di potere presenti nel profilarsi dei nuovi schieramenti ideologici nel mondo occidentale odierno.
Alla fine sentiamo la presentatrice del TG dire “bipartisanship is dead“. Senza entrare troppo nel merito della questione, pensiamo un attimo a come si sono ridisegnati gli schieramenti nel nostro paese, osserviamo le dinamiche di accordi tra il senatore Healey (democratico) e il senatore Wheatus (repubblicano), dopodiché concordiamo con l’affermazione della conduttrice.
Indubbiamente “The Insanity Principle: How Extremism In Politics Is Threatening Democracy In The 21st Century”, a dispetto della mole del titolo, mantiene un ritmo tutt’altro che lento. Una scelta del genere potrebbe essere controproducente nell’ottica di un pubblico poco interessato a farsi intrattenere da trame e sottotrame a sfondo politico. Beh, è già stata citata l’invasione aliena?
E che invasione aliena! L’impatto è quello terra-terra di una fantascienza a sfondo ironico come ad esempio “Men In Black” o il primo Doctor Who.
Questa formula audace dove Doctor Who e “Men In Black” incontrano The Good Wife e House Of Cards, quindi, potrà dirsi vincente?
Sicuramente le somiglianze qualitative con le vicende di Alicia Florrick si fanno sentire: la musica da camera incalzante sullo sfondo, David Lee con la barba, il rapido via-vai, la protagonista che può essere considerata come un alter ego di Alicia… L’impostazione molto più da commedia (Laurel – interpretata da una convincente Mary Elizabeth Winstead – è una giovane produttrice di bizzarri documentari e non una moglie tradita) potrebbe regalare punti di gradimento verso il pubblico, con conseguente accettazione per svolte di trama più o meno fantasiose.
Ciò che potrebbe lasciare perplessi è proprio l’ambiziosa impostazione della trama. La fiducia ai King è un conto, ma quando viene messa tanta carne al fuoco in un episodio pilota, il rischio è quello di un brusco rallentamento già dagli episodi successivi. Diamo ovviamente per scontata, in quest’ottica, un’unica trama orizzontale nei 13 episodi di questa prima stagione, e non la dimensione procedurale di TGW. La speranza è che gli autori sappiano già dove andare a parare. Poco ci importa se in una sapiente e qualitativa caciara o verso una sottile e acuta critica sociale.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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BrainDead, ai nastri di partenza, merita sicuramente più fiducia, sia per il pedigree dei suoi creatori, sia per l’ambizioso e originale format proposto.
The Insanity Principle: How Extremism In Politics Is Threatening Democracy In The 21st Century 1×01 | 4.48 milioni – 0.7 rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.