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Probabilmente non lo sapete, quindi è il caso di fare qualche passo indietro e spiegare alcuni retroscena legati al mondo di RecenSerie. Per ogni puntata che esce di un telefilm, ci si trova poi divisi in piccole chat di Facebook a parlare coi recensori che guardano quella serie, scambiandoci poi pareri, opinioni e osservazioni su quanto visto (si, un po’ come i circoli dei libri dell’800). Ovvio che poi ogni singolo recensore, incaricato di recensire la puntata appena uscita, pensa poi con la sua testa, lasciandosi guidare dal senso critico-oggettivo imposto dal sito ma, dei pareri detti in quella chat, se ne tiene comunque conto e, spesso, vengono accorpati alla recensione. Questo cosa c’entra con Fear The Walking Dead? C’entra. Perché se in una recensione di RecenSerie ci si trova a parlare dei nostri cazzi della nostra organizzazione piuttosto che della puntata, qualcosa nel serial mortifero della AMC è andato terribilmente per il verso sbagliato.
La citazione del collega (che conduce, assieme a chi vi scrive, anche la recente iniziativa dei RecenPodcast) è presa proprio dalla chat dedicata a The Walking Dead e suo spin-off, frase proferita al termine di “We All Fall Down” in preda allo sconforto più totale per la bruttezza intrinseca di questa seconda stagione e più in generale dello show. Questa citazione è stata scelta come frase d’apertura perché ha profetizzato quello che sta effettivamente succedendo, cioè che, arrivati alla terza puntata, si è dato fondo a tutti gli spunti possibili: questo sopratutto per colpa della serie stessa, il cui peggior difetto è quello di continuare a cavalcare tematiche ormai inflazionate e ridondanti (sopravvivenza, mai fidarsi, l’uomo è una brutta persona, ecc.) servendosi di personaggi sciatti e profondi quanto una pozzanghera.
Sulla carta questa sarebbe una puntata di riposo, la classica puntata che gli habitué della serie madre ormai conoscono a menadito e in cui i protagonisti vanno a sciacallare fare la spesa presso case disabitate e/o altri luoghi abbandonati ma pieni di (guarda caso) tutto ciò che a loro serve. In realtà “Ouroboros” non è nient’altro che un filler ben mascherato, esattamente come lo era lo scorso “We All Fall Down“: e se su 3 episodi ci sono due filler ed una season premiere allora qualcosa non funziona.
“Promosso” ad una stagione di quindici episodi, proprio come il serpente da cui prende il titolo, Fear The Walking Dead si trova ad affrontare gli stessi problemi della serie madre, ma amplificati, ovvero: come riempire una stagione? Si sa che in The Walking Dead gli episodi più importanti sono quattro: premiere, mid-season finale, mid-seson premiere, season finale; in tutti gli altri dodici, bene o male, si aggiunge poco o niente e servono più che altro per tergiversare e riempire una stagione da sedici puntate. In più, The Walking Dead può servirsi del corposo materiale fumettistico da cui prende liberamente spunto, riuscendo quindi a districarsi tra materiale ex-novo e già collaudato. Fear The Walking Dead (purtroppo per noi) non ha tutta questa “fortuna” che per alcuni potrebbe rappresentare invece una benedizione, cosa che chiaramente non lo è per gli sceneggiatori. Così si ricorre a quello che è l’asso nella manica la trovata dell’ultim’ora: un crossover con la webserie “Fear The Walking Dead: Flight 462“.
Il senso di “Ouroboros” doveva essere questo: delineare una serpentina di eventi che si mangia la coda e, quindi, creare una ciclicità di eventi destinata a ripetersi e andare sempre nello stesso modo. Era un modo come un altro per continuare a ricordare allo spettatore che nel mondo zombiefero di Robert Kirkamn non regna il lieto fine, oltre che creare un trait d’union fra due prodotti ambientati nello stesso universo, nel tentativo di creare un mondo fittizio sfaccettato e corposo. Il problema di tutto ciò lo vediamo subito ponendo una domanda: quanti erano a conoscenza di questa webseries? E se ne eravate a conoscenza, quanti si sono interessati per andare a cercala e vederla? Per questo, righe fa, si diceva che l’episodio è un filler ben mascherato, perché tutto “Ouroboros” è programmato sostanzialmente per perdere tempo.
Ma, a scanso di equivoci, lo spin-off si permette di creare una scusa narrativa da usare come facciata, accorpando gli eventi di “Fear The Walking Dead: Flight 462” nella serie, facendolo passare per un crossover. Quello che doveva passare per esercizio di stile e prova della dimestichezza con questo universo, è passato invece per una di quelle imbarazzanti performance dell’infanzia: in piedi, su una sedia, a recitare la poesia di Natale inciampando nei versi come scimmiette ammaestrate.
L’unica cosa che si salva dell’intero episodio è l’inaspettata azione di Strand alla fine dell’episodio, azione che delinea il personaggio come un character negativo, quasi un “villain” che andrà a contrapporsi al cast di protagonisti. Lontano anni luce dal Governatore e Negan (come è giusto che sia), ma si prende quello che c’è. In una puntata di tale bassezza, poi, è già tanto trovare uno spunto positivo. Oddio, volendo vedere, è già stato un miracolo aver scritto così tanto.
La citazione del collega (che conduce, assieme a chi vi scrive, anche la recente iniziativa dei RecenPodcast) è presa proprio dalla chat dedicata a The Walking Dead e suo spin-off, frase proferita al termine di “We All Fall Down” in preda allo sconforto più totale per la bruttezza intrinseca di questa seconda stagione e più in generale dello show. Questa citazione è stata scelta come frase d’apertura perché ha profetizzato quello che sta effettivamente succedendo, cioè che, arrivati alla terza puntata, si è dato fondo a tutti gli spunti possibili: questo sopratutto per colpa della serie stessa, il cui peggior difetto è quello di continuare a cavalcare tematiche ormai inflazionate e ridondanti (sopravvivenza, mai fidarsi, l’uomo è una brutta persona, ecc.) servendosi di personaggi sciatti e profondi quanto una pozzanghera.
Sulla carta questa sarebbe una puntata di riposo, la classica puntata che gli habitué della serie madre ormai conoscono a menadito e in cui i protagonisti vanno a sciacallare fare la spesa presso case disabitate e/o altri luoghi abbandonati ma pieni di (guarda caso) tutto ciò che a loro serve. In realtà “Ouroboros” non è nient’altro che un filler ben mascherato, esattamente come lo era lo scorso “We All Fall Down“: e se su 3 episodi ci sono due filler ed una season premiere allora qualcosa non funziona.
“Promosso” ad una stagione di quindici episodi, proprio come il serpente da cui prende il titolo, Fear The Walking Dead si trova ad affrontare gli stessi problemi della serie madre, ma amplificati, ovvero: come riempire una stagione? Si sa che in The Walking Dead gli episodi più importanti sono quattro: premiere, mid-season finale, mid-seson premiere, season finale; in tutti gli altri dodici, bene o male, si aggiunge poco o niente e servono più che altro per tergiversare e riempire una stagione da sedici puntate. In più, The Walking Dead può servirsi del corposo materiale fumettistico da cui prende liberamente spunto, riuscendo quindi a districarsi tra materiale ex-novo e già collaudato. Fear The Walking Dead (purtroppo per noi) non ha tutta questa “fortuna” che per alcuni potrebbe rappresentare invece una benedizione, cosa che chiaramente non lo è per gli sceneggiatori. Così si ricorre a quello che è l’asso nella manica la trovata dell’ultim’ora: un crossover con la webserie “Fear The Walking Dead: Flight 462“.
Il senso di “Ouroboros” doveva essere questo: delineare una serpentina di eventi che si mangia la coda e, quindi, creare una ciclicità di eventi destinata a ripetersi e andare sempre nello stesso modo. Era un modo come un altro per continuare a ricordare allo spettatore che nel mondo zombiefero di Robert Kirkamn non regna il lieto fine, oltre che creare un trait d’union fra due prodotti ambientati nello stesso universo, nel tentativo di creare un mondo fittizio sfaccettato e corposo. Il problema di tutto ciò lo vediamo subito ponendo una domanda: quanti erano a conoscenza di questa webseries? E se ne eravate a conoscenza, quanti si sono interessati per andare a cercala e vederla? Per questo, righe fa, si diceva che l’episodio è un filler ben mascherato, perché tutto “Ouroboros” è programmato sostanzialmente per perdere tempo.
Ma, a scanso di equivoci, lo spin-off si permette di creare una scusa narrativa da usare come facciata, accorpando gli eventi di “Fear The Walking Dead: Flight 462” nella serie, facendolo passare per un crossover. Quello che doveva passare per esercizio di stile e prova della dimestichezza con questo universo, è passato invece per una di quelle imbarazzanti performance dell’infanzia: in piedi, su una sedia, a recitare la poesia di Natale inciampando nei versi come scimmiette ammaestrate.
L’unica cosa che si salva dell’intero episodio è l’inaspettata azione di Strand alla fine dell’episodio, azione che delinea il personaggio come un character negativo, quasi un “villain” che andrà a contrapporsi al cast di protagonisti. Lontano anni luce dal Governatore e Negan (come è giusto che sia), ma si prende quello che c’è. In una puntata di tale bassezza, poi, è già tanto trovare uno spunto positivo. Oddio, volendo vedere, è già stato un miracolo aver scritto così tanto.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Capiamo i motivi dietro questa decisione ma “capire” è ben diverso da “giustificare” e “accettare”. La resa è stata così pessima che è decisamente inaccettabile assistere a qualcosa che, di fatto, si è già visto. Le intenzioni di “Ouroboros” non erano nemmeno malvagie ma la resa è veramente blanda. Questo spin-off non s’ha da fare. Punto. E se vi chiedete perché, nonostante tutto, RecenSerie continui a guardare Fear The Walking Dead, la risposta è semplice: qualcuno deve pur salvarvi.
We All Fall Down 2×02 | 5.58 milioni – 2.5 rating |
Ouroboros 2×03 | 4.73 milioni – 2.1 rating |
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CE QUALCOSA CHE VI VA BENE IN GENERALE NELLE SERIE TV ?
In generale molte cose… Se ti riferisci a FTWD allora molte poche…