“Questo assassino ti ha dedicato una poesia. Lascerai che il suo amore venga sprecato?”
Se Hannibal non fosse lo spietato serial killer che ben conosciamo, probabilmente ci lasceremmo toccare dall’ammirazione, seppur perversa, che nutre nei confronti di Will, nemico ed unico “amico” del Dr. Lecter.
“Hassun” è un antipasto che si ispira alla stagione in cui viene servito e viene creato in modo che tutti gli avventori, dal proprio posto a tavola, possano averne una prospettiva definita e bella esteticamente: l’intero episodio gira su questo e che sia al banco dei testimoni o nel manicomio criminale, tutti i personaggi si siedono di fronte a Will, fornendo un punto di vista sulla sua innocenza, colpevolezza, incapacità di intendere e di volere.
Jack Crawford si allontana dalla versione ufficiale dell’FBI e torna a sostenere Graham, Freddie Lounds, in versione Black Dahlia, non perde tempo per sputare veleno sull’ex-profiler, ricevendo una pubblica umiliazione. La testimonianza più interessante e sentita è senz’altro quella di Hannibal, l’unico che può veramente scagionare Will: egli riconferma a gran voce la sua amicizia, continuando però a muovere i fili delle sue menzogne.
Per aiutare Graham, Lecter diventa copycat di se stesso e i nuovi omicidi suggeriscono agli avvocati una linea difensiva che punta a dimostrare la totale innocenza di Will: “Perché il vero assassino dovrebbe farsi vivo proprio adesso?” “Perché ha a cuore ciò
che ti sta accadendo“. Una chiara dichiarazione d’affetto e di intenti.
In tutto l’intricato disegno, lo psichiatra compie un errore: cambia modus operandi, freddando con un colpo al cuore le vittime e mutilandole post-mortem; se da un lato questo confonde le piste per arrivare a lui, dall’altro le conferma.
Hannibal è uno psicopatico, un deserto arido di qualunque emozione ed è solo attraverso lo stimolo della sfera affettiva che l’Uomo si fa spazio, si risveglia dentro di lui: ecco che vuole disperatamente essere capito e compreso da Will, colui che stima e al quale si sente affine. Lecter non si accontenta che Graham lo ritenga innocente, desidera che quell’empatia a lui così lontana, lo scruti dentro, che Will lo ringrazi per averlo sottratto dal processo, dalla colpevolezza, dalla morte.
L’episodio è molto più intimista dei precedenti “Kaiseki” e “Sakizuki” e il focus della narrazione è tutto nella dinamica tra i due protagonisti, il vero cuore pulsante della serie; la scena iniziale in cui Will e Hannibal si preparano al processo sulle note del “Don Giovanni” di Mozart è l’ennesima perla che ci regala questo show, che ci ha ormani abituati ad una raffinatezza visiva e uditiva eccellente.
PRO:
- La testimonianza di Hannibal
- Altro passo falso commesso dal Dr. Lecter
- Jack Crawford dalla parte di Will
- Rapporto tra i protagonisti
- Dialoghi più che mai interessanti
- Episodio molto introspettivo e intimista
- Puntata che mette quasi totalmente da parte l’azione
Sakizuki 2×02 | 2.64 milioni – 0.8 rating |
Hassun 2×03 | 2.59 milioni – 0.9 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.
Una bella recensione, che mette ben in chiaro cosa si va a vedere in questo episodio, intimista sì, ma proprio per questo decisamente importante!!! Mi dispiace per chi ne è rimasto deluso 🙁 magari andate oltre il solito ammazzaammazza-action…
Grazie per il complimento!
"Hannibal" è una serie molto particolare ma regala molte soddisfazioni, bisogna solo saperle cogliere.