“Remember what I said.
We’re good people now.
We’ll get through this.
We’ll get through it”
How To Get Away With Murder e Annalise tornano indietro alla season premiere in termini di dichiarazioni, riportando in auge quel “we’re good people now” con la quale la Keating aveva aperto la stagione, salutando un’estate apparentemente tranquilla per i protagonisti e sottolineando la loro presente e futura intenzione di rimanere fuori dai guai. Inutile dire che il tutto era impossibile.
Eppure finora, a parte i relativi problemi interni che hanno visto protagonista perlopiù Annalise e le sue ripetute (e ripetitive) crisi mistiche tra vita privata e professionale, i frequentatori della casa più maledetta d’America erano riusciti a non immischiarsi in nessun affare losco comprendente omicidi/occultamenti di cadavere o cose simili. L’unico rilevante indizio che qualcosa sarebbe comunque successo, è quello composto, finora, dai soli flashforward, una delle componenti più interessanti di questo inizio di terza stagione che, oltre a trainare i primi sei episodi con una trama orizzontale, sono risultati spesso e volentieri i minuti più accattivanti.
“Is Someone Really Dead?” invece, riporta sotto la lente d’ingrandimento un evento che aveva segnato il season finale della scorsa stagione, ovvero l’omicidio del padre biologico di Wes e che, a parte qualche rivelazione al riguardo buttata qua e là (soprattutto la responsabilità di Frank nel delitto) era stato affrontato in maniera abbastanza scialba, quasi messo da parte. Una storyline che, a causa del relativo scarso sviluppo, non era rimasta neanche molto impressa nell’immaginazione collettiva, sorprendendo quindi non poco, quando è riapparsa magicamente come protagonista di episodio. La scarsa qualità di questo avvenimento poi, ha trainato con se anche lo stesso Wes, ritrovatosi per l’ennesima volta, seppur in questa occasione del tutto inconsapevolmente, al centro di indagini della polizia. Rivedere questo personaggio rinchiuso sempre nello stesso cerchio inizia a sembrare un po’ restrittivo per lui.
Non che gli altri personaggi se la cavino meglio. Nella scorsa recensione, si era già sottolineato quanto la continua ripetitività dei problemi di Annalise iniziassero a diventare pedanti; ripresasi apparentemente in un batter d’occhio dai problemi di alcool in questo sesto episodio, anche la Keating non brilla più di luce propria da molto tempo, ricadendo sempre nello stesso giro di situazioni simili, ormai ben lungi dal creare interesse.
Fa un passo indietro anche Frank che, dopo averci anticipato, nello scorso episodio, quello che era e poteva essere un interessantissimo viaggio alla scoperta del suo personaggio, viene nuovamente degradato a mera “figura ombra”, come colui che opera dietro le quinte e che, sì, muove i fili delle situazioni, ma comunque rimane ingabbiato negativamente in essi.
Infine, nessun salto qualitativo viene fatto fare ai Keating Five; i ragazzi appaiono tutti ormai rilegati in storyline relative alle loro vite sentimentali, con un gioco di coppie tra di loro, con gli schieramenti Asher/Michaela e il nuovo e neanche troppo inaspettato Wes/Laurel, che non apporta nessun miglioramento individuale ma, anzi, sembra puro e semplice riempitivo per questi personaggi: sarebbe così difficile farli smuovere dal letto e mostrarli seriamente impegnati a diventare avvocati di tanto in tanto?
Alla fine, dunque, questa sesta puntata non annoia, ma allo stesso tempo non regala neanche le mosse giuste, mostrandosi, ancora una volta, come un semplice passaggio in attesa di scoprire, probabilmente nel winter finale, cosa sia davvero successo la notte dell’incendio. Un’attesa che si sta cercando di rendere sempre più tesa lasciando credere che la vittima designata, questa volta, sia il povero Connor, una mossa che a questo punto sarebbe sorprendente solo se si rivelasse vera,nonostante il fatto che, in quel caso, lo show perderebbe uno dei personaggi migliori.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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It’s About Frank 3×05 | 4.29 milioni – 1.2 rating |
Is Someone Really Dead? 3×06 | 4.07 milioni – 1.2 rating |
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.