“That’s probably just Xavier coming to kill us all.”
Mentre la sua protagonista Viola Davis in questi giorni è stata ospite al Festival del Cinema di Roma, dove le è stato consegnato il Premio alla Carriera, la serie che l’ha consacrata anche sul piccolo schermo continua il suo percorso verso il series finale.
Un percorso che, purtroppo, ancora dopo ben cinque episodi stenta a trovare la sua giusta dimensione. Nelle scorse recensioni si è sottolineato più volte come la serie di Peter Nowalk quasi incurante della sua imminente fine, continui a presentarsi in maniera del tutto approssimativa. Troppe piccole ed insignificanti trame sparse nel corso dei vari episodi e troppo poco tempo (a volte quasi nullo) dedicato invece allo sviluppo orizzontale che, alla fine, dovrebbe dare un senso all’intera serie.
Lontani sono ormai i temi della prima stagione dove How To Get Away With Murder si presentava come un legal mystery thriller drama: di questi temi ormai non rimane quasi più nulla. Se all’inizio lo show aveva costruito la sua fortuna attraverso una rappresentazione inappuntabile di un omicidio e dei flashback che pian piano ne mostravano la messa in atto, adesso di tutta quella meticolosità d’esecuzione e costruzione di hype non vi è più alcuna traccia. Ogni omicidio, intrigo o sparizione che sia non riesce a mostrarsi in scena in modo esplosivo o emotivo e questo avviene a causa delle diverse priorità che la serie continua ad avere.
Se nelle prime stagioni, infatti, era il mistero di quanto accaduto nel determinato flashback o flashforward il punto focale dell’intera narrazione, adesso ci si è ufficialmente spostati verso le trame interne dei personaggi che, ovviamente, non possono tenere il passo con un mistero ben confezionato. E questo episodio ne è l’ennesima prova.
La parte più interessante della scorsa settimana, ossia un Frank riconsegnato sulla soglia di casa in fin di vita, sarebbe potuta essere una trama decisamente più intrigante rispetto a quanto è risultata. Le emozioni e i dubbi riguardo la sua sopravvivenza non sono certo venuti meno ma, a conti fatti, nel finale ciò che è emerso è stato ben poco: vedere Frank essere ridotto in quello stato doveva servire a portare avanti in modo deciso la trama orizzontale, dare qualche indizio vero riguardo Laurel e magari aprire maggiormente la porta dietro la quale si cela ancora in maniera controversa la famiglia Castillo; invece tutto ciò che ne è venuto fuori è un Frank che si riscopre innamorato di Bonnie. Al momento un risvolto ampiamente patetico in confronto ad una storyline che avrebbe potuto regalare molto di più.
Annalise: “I want to tell you about Sam. That’s why you’re here, right? So, ask me anything you want to know about him.”
Gabriel: “Why’d you choose him over Eve?”
Annalise: “Because he looked like a version of life I’d dreamed about my whole childhood. Big house, nice family, easy smile. He belonged while I never felt like I did. Sam never stopped pushing me. He pushed me to want to know myself, to admit that I wanted a family, children, things I believed I never could have. But then, I wasn’t enough. Sam wanted more. You. That’s why I never stopped trying to give him a child. Because he wanted you. He wanted you, Gabriel. He loved you.”
A discapito della trama orizzontale, il resto delle storyline interne per tutti i personaggi continua invece a progredire. Uno sviluppo che in un certo senso non fa neanche male: essendo questa l’ultima stagione, appare importante dare una chiusura del cerchio a tutti i protagonisti. Così, non guasta neanche tanto vedere Asher alle prese con la sua famiglia o Michaela alla riscoperta del padre. Ciò che sembra troppo, invece, è senza dubbio il continuo vagare a vuoto di Nate, i problemi di Tegan con la ex moglie e dulcis in fundo la nascita di un nuovo incomprensibile intrigo da parte di Annalise con il padre di Michaela. Tutti elementi che minano la costruzione narrativa di ciò che conta: che fine ha fatto Laurel? Chi è davvero la vittima stagionale? E il conto in banca segreto di Annalise può lasciare presagire ad un piano di fuga della donna? Qualcuno inizi a dar senso a tutto questo materiale prima che il tempo a disposizione finisca.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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I Hate The World 6×04 | 2.10 milioni – 0.4 rating |
We’re All Gonna Die 6×05 | 2.25 milioni – 0.5 rating |
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.