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Vi state chiedendo cosa ha a che fare tutto questo discorso con Light as a Feather, la nuova serie horror di Hulu tratta dall’omonimo romanzo di
La sinossi ufficiale della serie mette bene in chiaro di cosa tratteranno i prossimi episodi di Light as a Feather, facendo capire che ci si trova di fronte ad un thriller sovrannaturale, ma del turning point che dovrebbe avviare questo genere di narrazione nella puntata qui recensita non c’è traccia: non c’è nessuna morte violenta, nessun mistero misterioso, nessuna presenza oscura, al massimo qualche sequenza creepy incentrata sul personaggio di Violet per suggerire allo spettatore di tenere d’occhio la new entry del quintetto di amiche. Almeno c’è il gioco che dà il titolo alla serie, piuttosto diffuso nel mondo anglosassone (ne parla persino Samuel Pepys nel suo diario risalente alla seconda metà del XVII secolo), e si intuisce che le predizioni formulate da Violet avranno un certo effetto sulle ragazze a cui sono riferite, ma ancora una volta si tratta di un elemento troppo debole per fungere da colpo di scena, che avrebbe avuto un effetto assai più dirompente se fosse stato seguito subito, che so, dalla notizia della morte di una delle ragazze, non dai titoli di coda.
E’ decisamente un problema di durata, perché una ventina di minuti sono insufficienti per trattare in maniera soddisfacente sia la componente teen sia quella horror: la vita scolastica e le problematiche adolescenziali delle protagoniste finiscono così per essere abbozzate, mentre l’elemento sovrannaturale non trova modo di manifestarsi e la sua entrata in scena è rinviata, forse, al secondo episodio (che il recensore ancora deve trovare la voglia di vedere).
E’ decisamente un problema di durata, perché una ventina di minuti sono insufficienti per trattare in maniera soddisfacente sia la componente teen sia quella horror: la vita scolastica e le problematiche adolescenziali delle protagoniste finiscono così per essere abbozzate, mentre l’elemento sovrannaturale non trova modo di manifestarsi e la sua entrata in scena è rinviata, forse, al secondo episodio (che il recensore ancora deve trovare la voglia di vedere).
Purtroppo la breve durata della puntata si riflette anche nella caratterizzazione dei personaggi, molto sommaria e adagiata, in alcuni casi, sui classici luoghi comuni: basti pensare a Olivia, bionda reginetta che nel gruppo di amiche ricopre sostanzialmente il ruolo di leader in quanto la più cool, mentre McKenna ha l’aria da brava ragazza con un doloroso passato alle spalle (la morte della sorella gemella) e le altre due amiche, Candace e Alex sono praticamente due suppellettili. L’unico personaggio con cui questo approccio minimalista e superficiale ha senso è Violet, perché meno si racconta e si mostra di lei e più si riesce ad alimentare il senso di oscuro mistero che la circonda.
Chi è rimasto orfano di Scream Queens o cerca un palliativo in attesa della terza stagione di Scream potrebbe pure affezionarsi a questo gruppetto di adolescenti verosimilmente destinate a fare una brutta fine, mentre per chi è di bocca buona il consiglio spassionato è di guardare altrove, magari a Netflix e al suo recente The Haunting of Hill House che promette roba di tutt’altro livello.
Chi è rimasto orfano di Scream Queens o cerca un palliativo in attesa della terza stagione di Scream potrebbe pure affezionarsi a questo gruppetto di adolescenti verosimilmente destinate a fare una brutta fine, mentre per chi è di bocca buona il consiglio spassionato è di guardare altrove, magari a Netflix e al suo recente The Haunting of Hill House che promette roba di tutt’altro livello.
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Forse valutato complessivamente, nei suoi dieci episodi, Light as a Fever sarà anche una gradevole serie horror; ma qui si recensisce solo il pilot, e dopo quello visto in questi primi ventitré minuti il voto finale, a voler essere buoni e di manica larga, non può andare oltre uno Slap Them All.
…Stiff As A Board 1×01 | ND milioni – ND rating |
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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.