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Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. 2×07 – The Writing On The WallTEMPO DI LETTURA 8 min

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“L’uomo è infelice perché incontentabile”, diceva Giacomo Leopardi. Citazione più azzeccata di questa non si poteva trovare per descrivere la paradossalità che circonda “The Writing On The Wall”, settimo episodio della seconda stagione di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. che mette a segno una puntata a dir poco stupefacente ed impeccabile sotto ogni punto di vista; eppure, se osservate bene i dati auditel in fondo alla recensione, il serial ABC ha registrato un calo di ascolti. Certo, è pur sempre una lieve riduzione, ma ciò non è importante: quello che conta davvero, è che davanti a quello che possiamo definire grezzamente un “Puntatone” (si, con la P maiuscola), gli spettatori vengono a mancare, gli stessi spettatori che (magari) per un’intera stagione televisiva si sono lamentati dell’incapacità dello show di sfruttare tutta la sua potenzialità.
La cosa ha dell’incredibile, oltre che del paradossale, perché è come se un cliente aspettasse due ore in fila dal salumiere in attesa del suo turno e poi, proprio quando tocca a lui, esce dalla fila dicendo in faccia al salumiere stesso che torna a casa perché ha aspettato troppo prima di essere servito; prendendo questo ipotetico esempio inventato di sana pianta per vero e realmente accaduto, la decisione del fantomatico cliente è del tutto illogica e priva di alcun fondamento, poiché proprio nel momento in cui stava per ottenere quello che voleva, egli rinuncia con quella che potremmo definire una scusa patetica (e sopratutto, poteva andarsene anche prima, perché aspettare due ore prima di farlo?). Anche se l’esempio appena citato e analizzato è del tutto inventato, se lo sostituiamo con l’accoglienza che gli spettatori americani hanno riservato a Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. (sopratutto dopo un intero anno di lamentele), noterete che non ci si allontana troppo dal vero; alla luce di ciò, si ritorna alla citazione con cui abbiamo aperto la recensione: “l’uomo è infelice perché incontentabile”, e questo episodio ne è la conferma delle conferme.

“The Writing On The Wall”, si diceva, è una puntata di pregevolissima fattura e del tutto incapace di annoiare lo spettatore; il trucco dietro a questa stupefacente magia, sta nell’aver aggiunto alcuni elementi più intriganti provenienti dalla scorsa stagione, ed averli accorpati alla storia che la produzione sta tracciando sin dall’episodio pilota della season two. La seconda serie del Team Coulson si presentava già di suo ricca di elementi narrativi e di piani all’orizzonte, se poi si fa del misterioso passato recente di Coulson e della vera natura di Skye uno degli aspetti dominanti dello show, dove nei momenti di stacco, si mostra l’altrettanto interessante e magistralmente strutturata fuga di Ward, i quaranta minuti che confeziona il serial non sono solo soddisfacenti, ma a dir poco esplosivi.
Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. dimostra ancora una volta di aver capito gli errori del passato (e di non averli dimenticati), prendendo tutti gli elementi che è riuscito a correggere nei precedenti sei episodi, e farcisce il settimo con sola, pura e semplice qualità, regalando solo ed esclusivamente aspetti estremamente positivi e spinti al massimo delle loro potenzialità; i dialoghi sono brillanti, l’azione ottimamente coreografata, personaggi al massimo della loro caratterizzazione e protagonisti di momenti memorabili, i cliffhanger e i colpi di scena ponderati alla perfezione, e quando la trama principale dell’episodio deve prendere respiro, si concentra su una sidestory altrettanto interessante, dove lo spettatore rimane addirittura indeciso quando è chiamato a scegliere la parte che preferisce. Entrambe le situazioni sono costruite come parte di un’unica storia ma, contemporaneamente, anche come se fossero due puntate diverse: sono due entità distinte perfettamente in simbiosi tra loro, ed entrambe, dotate di grandi situazioni e momenti da ricordare come i migliori del serial; inoltre, sempre con la puntata in questione, lo show della Casa Delle Idee si prendere addirittura la briga di chiudere ben due capitoli e di spianare la strada per quelli successivi: uno era quello iniziato con “Shadows”, dove si delineava il nuovo status quo del nuovo S.H.I.E.L.D. con le pezze al culo (detto in modo poco forbito ma efficace); l’altro è quello del passato di Coulson e origini di Skye, che anche se non arrivano ad una vera e propria conclusione, ci soddisfa con indizi e dritte concrete. Ma tutto questo, ovviamente, è bene ricordare che non sarebbe potuto accadere senza un boost qualitativo del comparto recitativo degli attori e del comparto di scrittura e regia della crew, ormai sempre più in sintonia e amalgamata all’unisono.
Tutto quello che si poteva mettere, è stato messo, e non ci si è limitati a metterlo così, come capitava: si sono curati pure tempistiche e modalità, mettendo tutte le caratteristiche sopracitate al momento giusto, nel modo giusto, realizzando una puntata che si può solo definire “impeccabile”. Da un autentico spettacolo del genere, essendo un serial basato su un franchise fumettistico, si poteva pretendere solo qualche riferimento in più al mondo della Marvel, che vien però incluso nel prezzo: il personaggio di Mimo partecipa attivamente e vengono citati, direttamente e indirettamente, luoghi e personaggi dell’originale media cartaceo di provenienza. Ma il questo filosofico con qui ci si arrovella da inizio recensione, rimane: perché davanti a tutto questo, per Odino, gli ascolti sono ancora bassi? Che cosa vogliono in più, questi spettatori americani? Forse si può solo rispondere a questa grave mancanza del pubblico, con un vecchio proverbio popolare: “Chi ha il pane, non ha i denti”. O forse, la verità, è molto più amara di quanto crediamo.
L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo
Poteva RecenSerie non sbattersi per voi e raccattare tutte le curiosità e le ammiccate d’occhio per la nuova stagione di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D.? Maccerto che no, doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, ecco a voi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia disseminati nella puntata.
  1. L’amico hacker citato da Skye è Microchip, aka David Linus Lieberman, famoso al grande pubblico per essere stato l’aiutante (nonché spalla) attiva del Punitore durante gli anni ’90. Il figlio di Lieberman fu ucciso dagli uomini di Kingpin perchè quest’ultimo, accidentalmente, hackerò i computer del suo impero criminale e Wilson Fisk diede così l’ordine di eliminarlo. Voglioso di vendetta, David si mise sulle tracce degli assassini del nipote, ma sulla sua strada incontrò Frank Castle; facendo di necessità virtù, i due raggiunsero un’accordo: Castle faceva il lavoro sporco, includendo nei suoi piani quello di vendicare il nipote per conto dello zio, e Microchip (già conosciuto in rete per essere un formidabile hacker) gli forniva le informazioni necessarie per organizzare al meglio i suoi raid. Stanco e disgustato dalla violenza delle azioni del Puni, dopo una violenza discussione, i due troncarono la loro collaborazione; poco tempo dopo, cercando di salvarsi da uno scontro a fuoco, venne ucciso dall’Agente S.H.I.E.L.D. noto come Stone Cold. Anni dopo, Micro venne resuscitato dal criminale The Hood quando il Punitore inserì, nella sua lista di cose da fare, quella di distruggere l’impero criminale di Hood; il fu-Parker Robbins lo riportò alla vita con la promessa di resuscitare anche il figlio, se avesse accettato da fargli da “consulente” e aiuto logistico nel prevedere le mosse di Castle. Tempo dopo, quando la faida Punitore/Hood finì, venne assunto dal Mosaico per lo stesso motivo descritto qui sopra… ma quando esaurì la propria utilità, egli sgozzò Micro, facendolo tornare morto. Esordisce su Punisher #4 del 1987 e ci saluta su Punisher: In The Blood #4 del 2011.
  2. Per chi non lo sapesse, la competizione che i due ex- agenti citano (il Burning Man) è un festival di otto giorni che si svolge ogni anno dal 1991 a Black Rock City come esperimento in comunità, radicale espressione di sé e radicale fiducia in sé. Di fatti, il Burning Man è un festival totalmente ambientato nel deserto ricco di avvenimenti sociali (come i concerti) dove ogni forma di tecnologia è inutilizzabile, in cui bisogna sopravvivere e divertirsi in un terreno totalmente ostile. Se l’evento vi ha messo una certa curiosità, è consigliabile consultare la pagina Wikipedia per ulteriori informazioni.
  3. Ward cita un certo “Strucker”. Si riferisce al Barone Von Strucker, celebre nemico di Capitan America che debutterà ufficialmente nel prossimo Avengers: Age Of Ultron, nel ruolo di secondo villain della pellicola. Per descriverlo in maniera riassuntiva: Nick Fury sta allo SHIELD come Wolfgang Von Strucker sta all’Hydra.
  4. La mappa della città formata dalle scritte che Coulson e gli altri soggetti del progetto THAITI incidevano su ogni dove, secondo alcune teorie di molti fan e siti specializzati in comics, vuole essere la mappa di Attilan: casa degli Inumani. Benché vi invitiamo a prendere questa conclusione come una ipotetica teoria, la supposizione appena descritta è sostenuta dal fatto che i Marvel Studios annunciarono (qualche settimana fa) di avere in cantiere la realizzazione di un film proprio su di loro; la scelta sugli Inumani è ricaduta a rigor di esclusione e necessità, non potendo accedere agli X-Men per problemi di diritti con la Fox e bisognosi di personaggi nati con superpoteri, e non acquisiti attraverso incidenti o esperimenti.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tutto
  • Questo calo di ascolti non se lo merita proprio.

 

E’ la puntata dal tono e dal timbro che tutti cercavano sin dall’inizio, servita su un brillante e scintillante piatto d’argento. Eppure, l’accoglienza da parte del pubblico è ancora una volta tiepida e distaccata tanto che questa episodio detiene lo scettro di series low, e visti gli enormi miglioramenti che ha fatto Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. per raggiungere la piena maturità (che si conquista con lode e merito con “The Writing On The Wall”) è davvero ingiusto riservagli questo trattamento, che poteva magari meritarsi nella stagione uno, ma non adesso, non dopo quest’episodio. Speriamo vivamente in una futura presa di coscienza da parte degli spettatori, oltre che ad un giusto bilanciamento tra ratings e qualità dell’episodio. Nel frattempo, per incoraggiare lo show, brindiamo tutti ad altri cento episodi come questi!

 

A Fractured House 2×06 4.46 milioni – 1.7 rating
The Writing On The Wall 2×07 4.27 milioni – 1.5 rating

 

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2 Comments

  1. Devo dire che la 2 stagione è fantastica! Davvero non capisco il calo di ascolti…se li paragoni a quelli di grey's anatomy cè da piangere…speriamo in una ripresa!

  2. Ciao Vincenzo e grazie per il commento 🙂 ! Beh, neanche a me è piaciuto paragonarli a quelli di Grey's Anatomy, ma era necessario un commento dove un telefilm di palese pochezza narrativa aveva più ascolti di uno che sta offrendo palesemente spettacolo. Comunque, fortunatamente, la serie è andata ancora avanti e non solo ha fornito più spettacolo, ma abbiamo avuto anche un rialzo negli ascolti! 😀

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