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Giugno 1871. La Corea sta per affrontare l’invasione statunitense, scatenata tra le altre cose dalla difficoltà di intraprendere rapporti diplomatici tra i due Paesi. Il regno di Joseon è l’ultimo a opporre una coraggiosa quanto inutile resistenza, che terminerà con una rovinosa disfatta e la morte di 200 coreani in una sola battaglia a fronte di pochissimi caduti tra gli invasori.
Il tutto avviene in un periodo di cambiamenti anche socio-culturali in cui la società coreana di Mr. Sunshine viene rappresentata in una maniera che si potrebbe definire “medievale”: da un lato i ricchissimi oligarchi vassalli dell’Imperatore, dall’altra i poverissimi e soverchiatissimi schiavi crudelmente maltrattati dai loro padroni.
Mr. Sunshine racconta, romanzando, questo periodo storico e, almeno nel pilot, lo fa presentando soprattutto due protagonisti: Yu-jin e Ae-sin.
In particolare del primo (Yu-jin), che sarà il protagonista maschile di tutta la serie, si racconta tramite un flashback dell’infanzia, come sia arrivato a vestire i panni del soldato americano (Eugene) con cui si apre il pilot. Una storia di violenza e coraggio che descrive in maniera inequivocabile il tipo di rapporti esistente tra le 2 classi sociali di cui si parlava sopra.
Mr. Sunshine racconta, romanzando, questo periodo storico e, almeno nel pilot, lo fa presentando soprattutto due protagonisti: Yu-jin e Ae-sin.
In particolare del primo (Yu-jin), che sarà il protagonista maschile di tutta la serie, si racconta tramite un flashback dell’infanzia, come sia arrivato a vestire i panni del soldato americano (Eugene) con cui si apre il pilot. Una storia di violenza e coraggio che descrive in maniera inequivocabile il tipo di rapporti esistente tra le 2 classi sociali di cui si parlava sopra.
Il secondo, Ae-Sin, vive sempre una storia di violenza ma legata all’invasione di Joseon da parte degli americani: accompagnato dalla voce narrante, lo spettatore assiste alla disfatta degli strenui soldati coreani che non esitano a difendere il fortino nemmeno di fronte a morte certa.
Il primo episodio di Mr. Sunshine, come ogni pilot che si rispetti, crea il background per i personaggi che saranno protagonisti della stagione ma non lesina su effetti speciali e scenografie, mostrando subito allo spettatore l’interesse ad utilizzare uno stile molto lirico e ricco di dettagli. Le scenografie e i costumi sono dettagliatissimi, la macchina da presa passa dalle lunghe inquadrature dei paesaggi (come quella delle navi in acqua sul tramonto) ai sempre lunghi primi piani dei personaggi alle prese con le emozioni più forti. Il dolore, perché è soprattutto quello ad essere mostrato, dei protagonisti dell’episodio è dipinto nella sua interezza e profondità, a volte quasi indugiando troppo sui volti in lacrime. Lo spettatore in questo modo non può non essere toccato, anche perché non gli basta togliere lo sguardo qualche secondo: il bimbo che ha perso la famiglia continua a piangere con lo sguardo rivolto verso la telecamera.
A questo si aggiunge una componente musicale importante che fa da sottofondo alle scene più drammatiche.
Al netto del giudizio soggettivo per i temi e la storia trattati, l’unico elemento di disturbo nella serie potrebbe essere la lingua. Sicuramente per chi non è abituato a vedere una serie in una lingua così lontana dalla propria come il coreano, un’ora e dieci minuti di dialoghi, che senza sottotitoli sarebbero totalmente incomprensibili, può affaticare la visione. Se si riesce a superare senza problemi questo scoglio, allora il pilot di Mr. Sunshine può considerarsi un bell’affresco di un momento storico meno conosciuto di molti altri che solitamente attirano le attenzioni del piccolo schermo.
Dal trailer si intuisce però che manca ancora l’accenno alla storyline principale: quella della storia d’amore tra Yu-gin, già protagonista del pilot, e la protagonista femminile introdotta nell’ultima parte dell’episodio. Per chi cercava nella serie un racconto storico questo potrebbe inficiare in modo negativo il giudizio ma occorrerà vederne qualche episodio in più per mettere la serie alla prova.
Il primo episodio di Mr. Sunshine, come ogni pilot che si rispetti, crea il background per i personaggi che saranno protagonisti della stagione ma non lesina su effetti speciali e scenografie, mostrando subito allo spettatore l’interesse ad utilizzare uno stile molto lirico e ricco di dettagli. Le scenografie e i costumi sono dettagliatissimi, la macchina da presa passa dalle lunghe inquadrature dei paesaggi (come quella delle navi in acqua sul tramonto) ai sempre lunghi primi piani dei personaggi alle prese con le emozioni più forti. Il dolore, perché è soprattutto quello ad essere mostrato, dei protagonisti dell’episodio è dipinto nella sua interezza e profondità, a volte quasi indugiando troppo sui volti in lacrime. Lo spettatore in questo modo non può non essere toccato, anche perché non gli basta togliere lo sguardo qualche secondo: il bimbo che ha perso la famiglia continua a piangere con lo sguardo rivolto verso la telecamera.
A questo si aggiunge una componente musicale importante che fa da sottofondo alle scene più drammatiche.
Al netto del giudizio soggettivo per i temi e la storia trattati, l’unico elemento di disturbo nella serie potrebbe essere la lingua. Sicuramente per chi non è abituato a vedere una serie in una lingua così lontana dalla propria come il coreano, un’ora e dieci minuti di dialoghi, che senza sottotitoli sarebbero totalmente incomprensibili, può affaticare la visione. Se si riesce a superare senza problemi questo scoglio, allora il pilot di Mr. Sunshine può considerarsi un bell’affresco di un momento storico meno conosciuto di molti altri che solitamente attirano le attenzioni del piccolo schermo.
Dal trailer si intuisce però che manca ancora l’accenno alla storyline principale: quella della storia d’amore tra Yu-gin, già protagonista del pilot, e la protagonista femminile introdotta nell’ultima parte dell’episodio. Per chi cercava nella serie un racconto storico questo potrebbe inficiare in modo negativo il giudizio ma occorrerà vederne qualche episodio in più per mettere la serie alla prova.
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Un periodo storico poco noto ma descritto nei dettagli e con personaggi che già dal pilot iniziano a essere ben delineati. Non innescherà una rivoluzione coreana nel mondo delle serie tv ma può essere un bel prodotto per chi non si lascia spaventare dalla lingua.
Episode 1×01 | ND milioni – ND rating |
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