Ozark 2×09 – The BadgerTEMPO DI LETTURA 4 min

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“What do you do, Martin, when the bride who took your breath away becomes the wife who make you hold your breath in terror?”

Si avvicina il final season anche per questa seconda stagione di Ozark ma la sensazione è che “The Badger” sia già una sorta di pre-finale, almeno a livello emotivo.
Infatti anche se molte storylines presenti aspettano, come è giusto che sia, la loro degna conclusione, è difficile dire che cosa ci sia ancora da attendersi dopo quanto successo in questa puntata.
Si parte alla grande fin da subito con un intro-flashback che porta lo spettatore direttamente nei mitici anni 60 (epoca che funziona sempre, televisivamente parlando) in cui si scopre un lato inedito della coppia di villain (ma fino a quanto si può parlare di “villain” e di “eroi” in questa serie?) più amata/odiata di Ozark: gli Snell.
Non c’è dubbio, infatti, che l’anziana coppia di gangster abbia sempre avuto dalla sua una sorta di “fascino”: quello della criminalità vecchio stampo, rude ma efficace, di poche parole ma di molti fatti e con una sorta di “codice d’onore” tra criminali che andava oltre tutto e tutti.
Paradossalmente i veri criminali senza troppi scrupoli o codici da rispettare (quindi una criminalità più moderna) sono proprio i Byrde, ma soprattutto l’odiosissima Helen e i cartelli colombiani, rappresentanti di quella criminalità più “finanziaria” e fredda che qui fa capire veramente di che cosa è capace, lanciando numerosi pugni nello stomaco dello spettatore, che sono poi il vero punto di forza di questa serie.
Uno di questi è proprio la fine che fanno gli Snell, o almeno una parte di questi: l’addio struggente di Jacob accompagnato dalle note di Wichita Lineman di Jimmy Webb (che il pubblico italiano forse conosce più per la cover dei Nomadi) che riprende l’intro nostalgico dell’inizio è una scena veramente intensa e delicata allo stesso tempo, qualcosa che sarebbe impensabile se riferita a dei criminali.
Eppure Ozark osa anche in questo: rende umani pure i criminali più efferati, mostrando in tutto e per tutto la cosiddetta banalità del male. Forse solo Breaking Bad (a cui in effetti Ozark s’ispira per molti aspetti) è riuscito in questo.
Allo stesso tempo è una prova della ferocia della criminalità contemporanea e degli autori sadici a cui bisogna sacrificare tutto, anche gli affetti più cari. In questo senso l’abbraccio di Darlene al marito morto è un addio commovente e feroce allo stesso tempo.
Il tema del crimine “famigliare” ripercorre la serie dall’inizio e coinvolge tutte le storylines presenti, anche in questo episodio.
Il ritmo dell’episodio si regge tutto su questo tema, in maniera veramente studiata e azzeccata. Così alla già citata storyline degli Snell si alternano le beghe famigliari dei Byrde, in particolare quelle riguardanti la figlia maggiore Charlotte.
Va dato atto agli sceneggiatori di aver dato, in questa seconda stagione, maggiore risalto psicologico ai due figli dei Byrde, che nella prima stagione sembravano molto più succubi della personalità dei genitori.
D’altra parte Charlotte, con le sue continue lamentele adolescenziali, è stata spesso sul punto di vincere il Premio come Miglior Attrice Cagna e Rompicoglioni di Sempre (categoria che sarebbe da proporre ai futuri Emmy e in cui rientrerebbero molte attrici teen presenti in numerose serie tv). Per cui la sua volontà di emancipazione (non si sa ancora se per adesso o definitivamente) finalmente realizzatasi è vista come una liberazione che si aspettava da tempo.
L’altra grande storyline famigliare presente nell’episodio è quella di Ruth passando dal difficile rapporto con il padre fino a quello ancora più problematico con il cugino Wyatt. Anche in questo caso si ha uno sviluppo e un percorso di formazione del personaggio, già anticipato dalle precedenti puntate, che arriva al suo culmine in questo episodio.
Infatti il rinnegamento verso il padre fa il paio alla notizia dell’accettazione di Wyatt in un’importante università, un risultato atteso da tempo che rappresenta inoltre una buona opportunità per lui di costruirsi un futuro migliore, magari lontano dall’ambiente criminale di Ozark.
Tre storylines principali, dunque, a tema famigliare e tre cliffhanger molto importanti che chiudono un’intero ciclo di narrazione. Tutto questo è “The Badger”, praticamente un pre-final season.
Sì perchè, in effetti, dopo una tale conclusione non si sa bene cosa aspettarsi dal successivo episodio, né si può pensare oggettivamente a un plot twist migliore e più d’effetto di questo.
Il rischio è che il final season reale risulti molto più fiacco e lineare di questo episodio, non una grande conclusione per una delle serie più interessanti uscite dalla piattaforma Netflix. Ma gli autori di Ozark hanno dimostrato spesso di avere numerose carte nascoste nel proprio mazzo. Si spera che ne abbiano in serbo anche per il prossimo episodio!

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Intro anni 60
  • Finale
  • Soundtrack
  • Charlotte finalmente fuori dalle palle?
  • Storyline di Ruth francamente abbastanza inutile (almeno qui)
  • … e adesso?

 

Se si concludesse qui Ozark sarebbe perfetto. Il problema è che c’è ancora un’altra puntata, e tra l’altro è il final season mica pizza e fichi. Quindi da questo punto in poi può accadere di tutto…

 

The Big Sleep 2×08 ND milioni – ND rating
The Badger 2×09 ND milioni – ND rating

 

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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