“Those days are done. I’m a respectable country squire now. With a home, a mine, a family… and a wife. I should make the most of what life has to offer.”
Se Ross fosse davvero un gentiluomo di campagna soddisfatto della propria condizione esistenziale e familiare, probabilmente la serie televisiva che ha in lui il suo protagonista non avrebbe senso di esistere e la narrazione potrebbe benissimo chiudersi qui; per fortuna così non è, perché il destino fa di tutto per impedirgli di vivere una vita tranquilla (e a sua moglie di dormire sonni sereni) e, in ogni caso, l’animo di Ross è troppo poco incline a una prolungata calma.
In verità, Ross ci prova a starsene a Nampara, lontano dai guai, godendosi la ritrovata serenità familiare, la prosperità della miniera e l’attesa del terzo figlio (o figlia, come fa notare Demelza non è detto che sia un maschio), rispettando pienamente l’accordo stipulato con George Warleggan nel finale del precedente episodio; nemmeno lo “scontro” tra i fratelli di Demelza, i metodisti Sam e Drake, e il reverendo Odgers, che si occupa della chiesa ormai appartenente ai Warleggan, sembra incrinare più di tanto la fragile tregua che i due eterni rivali hanno raggiunto. A travolgere brutalmente la serenità dei personaggi, dunque, ci pensa la guerra della Prima coalizione, con l’arrivo a Truro e dintorni di notizie riguardanti uno scontro tra la marina britannica e quella di una Francia in pieno regime del Terrore post-rivoluzionario, in cui sarebbero state coinvolte le navi, guarda caso, del capitano Blamey (il marito di Verity, che qui ritorna portando con sé un tenero marmocchio) e del Dottor Enys. Poiché Poldark è la serie tv con i personaggi più sfigati della storia, altro che Game Of Thrones! non risparmia mai colpi di scena dolorosi allo spettatore (dalla morte della piccola Julia a quella di Francis Poldark), lo spettatore trascorre almeno metà episodio nell’angoscia, preparato psicologicamente già al peggio; e se alla fine arriva la scoperta che il capitano Blamey è sano e salvo a Lisbona (verso cui parte una Verity al settimo cielo), si viene a sapere anche che Dwight è prigioniero dei francesi e, anzi, la scena che chiude l’episodio fa temere il peggio sulla sua sorte.
L’episodio vede anche l’ingresso di due nuovi personaggi. Il primo è Francis Basset, barone di Dunstanville e Basset, forse il primo personaggio dello show a non essere nato dalla penna di Winston Graham ma ad essere esistito realmente: qui è rappresentato come un uomo di vedute liberali, per quanto non simpatizzante per ciò che sta succedendo in Francia (“Terror and bloodshed, that is not democracy, that is vengeance”), interessato a migliorare le condizioni di vita dei minatori e del popolo, insomma una versione più ricca e meno ribelle di Ross. Non è un caso che pensi proprio a Ross come prossimo magistrato per colmare il vuoto lasciato dal defunto Raymond Penvenen, ma nemmeno l’intervento del reverendo Halse (interpretato da Robin Ellis, ossia l’attore che impersonò Ross Poldark nell’adattamento del 1975) riesce a smuovere il testardo moro, convinto che essere un magistrato significherebbe non stare più dalla parte della gente umile che ha sempre difeso; la conseguenza inevitabile, purtroppo, è che il posto di magistrato va a George Warleggan, che gongola felice all’idea di essersi conquistato una tale posizione, primo nella sua famiglia, almeno finché la zia Agatha non gli fa notare che era solo la seconda scelta.
La seconda new entry è Tholly Tregirls, un poco raccomandabile lupo di mare, nonché vecchio amico di Ross e di suo padre Joshua, dal look degno di un pirata dei film della Disney: vistosissima cicatrice sul volto, una sorta di uncino al posto della mano, voce rauca, mancavano solo un pappagallo sulla spalla, un “Corpo di mille balene!” e una gamba di legno per riunire in una singola persona tutti i cliché del bucaniere tradizionale. Per il momento, la figura di Tholly sembra funzionale soltanto al viaggio verso la prigione in cui si trova Dwight Enys, ma proprio in quanto compagno di Ross in questa nuova avventura potrebbe riservare piacevoli sorprese in futuro.
Demelza: “See, I’m not that convinced about sin, brother. I think more highly of love: of my husband, my child, my dog, my home. Those matter more to me than a man sat on a throne in Heaven.”
Drake: “But, sister, if you love Him first then all the rest will follow!”
Demelza: “I don’t think I want it to follow, Drake. I think I want it just as it is.”
L’amore è sempre stato una delle colonne portanti di Poldark, il motore di una grossa fetta di vicende, e in questo episodio torna a farsi protagonista. A Nampara, la frattura apertasi tra Ross e Demelza dopo l’adulterio del primo con Elizabeth sembra sulla via della guarigione, anzi sembra aver portato l’amore fra i due a un livello diverso: la passione travolgente degli inizi è stata ormai sostituita da un amore più sobrio e pacato, meno movimentato e avvincente ma anche più stabile, tra marito e moglie.
Coloro che invece sono alle prime armi in amore sono Drake e Morwenna, due adolescenti inesperti in fatto di sentimenti, ancora pudici e innocenti: basti pensare alla scena, spassosissima, in cui Prudie ci “prova” (non si capisce fino a che punto seriamente o solo per gioco) con un Drake a torso nudo, che si è appena lavato in un torrente, e che di fronte a certe avances se la dà a gambe, quasi terrorizzato, ma in generale ogni scambio di sguardi, ogni occhiata e sorrisetto che i due si scambiano lascia trasparire tutta la loro tenera inesperienza. I continui (e casuali) incontri tra i due, dapprima nei terreni recintati dei Warleggan, poi in chiesa, poi ancora sulla spiaggia non fanno che avvicinarli progressivamente; quale sarà il destino di questa ormai probabile coppia, tuttavia, è difficile dirlo, considerando che la disparità sociale ed economica e l’odio che divide le rispettive famiglie potrebbero rivelarsi ostacoli difficili da superare. Ma d’altronde, quale storia d’amore sarebbe degna di essere seguita se non ci fossero un po’ di avversità da affrontare e sconfiggere?
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Episode 1 3×01 | 6.69 milioni – ND rating |
Episode 2 3×02 | 5.97 milioni – ND rating |
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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.