“Call And Response” chiudeva la prima stagione di Preacher con la promessa di un secondo ciclo nel quale avrebbe sfruttato tutte le potenzialità faticosamente costruite finora. Al momento (ovviamente) è ancora presto per dire se ce l’abbia fatta e bisognerà aspettare almeno fino a metà stagione per poter dare un primo giudizio, ma quantomeno sembrerebbe essere ripartita con il piede giusto considerato che riesce a ripetere lo stesso numero fatto nel pilot della serie.
“Pilot” si era presentato come lento e fin troppo introduttivo ma – come spiegato nella recensione – tradurre televisivamente la verve del fumetto originale (e soprattutto del suo creatore) rappresentava una bella sfida, comunque vinta brillantemente. Dopo “Call And Response“, lo status quo del trio protagonista è cambiato radicalmente e, da narrazione circoscritta ad un’unica location, si è passati ad un road movie diluito in più puntate. Il cambio di tipologia narrativa porta come diretta conseguenza la necessità di ricreare una sorta di episodio “dimostrativo” che permetta agli spettatori di saggiare il nuovo formato on the road. Alla fine, il trimurti Catlin-Goldberg-Rogen ce la fa.
Gli showrunner della serie riescono a catturare l’essenza stessa del road trip mostrando subito una narrazione molto dinamica che passa da una situazione all’altra velocemente, costringendo lo spettatore a tenere gli occhi fissi sullo schermo. La regia di Preacher è sempre molto attenta ai dettagli ed è volutamente eccentrica, dopotutto l’occhio vuole la sua parte e, infatti, i primi otto folli minuti iniziali ne sono una degna esemplificazione.
Ma Preacher è fatto soprattutto dei personaggi che lo popolano e delle interazione tra di loro: più che i dialoghi sopra le righe, le scene gore/splatter e le situazioni pittoresche, è come reagisce ed interagisce il trio Jesse-Tulip-Cassidy (rispettivamente interpretati da Dominic Cooper, Ruth Negga e Joseph Gilgun affiatatissimi e nella parte) l’elemento che accende veramente lo show. Giusta la scelta, da parte degli showrunner, di ritagliare molto spazio al trio protagonista, tanto che le loro conversazioni sostituiscono la funzione della radio, aumentando l’immersione dello spettatore col già citato road trip. Purtroppo, da episodio introduttivo qual è, “On The Road” capitombola sfortunatamente sul ritmo della narrazione, che precipita dopo un inizio vorticoso.
Di sequenze movimentate e veramente fuori di testa se ne vedono soltanto durante gli otto minuti iniziali e, dopo l’arrivo della sigla dell’episodio, è come se le prestazioni si abbassassero, come se il carburante di Preacher stesse per finire e il telefilm fosse costretto ad un’andatura contenuta per risparmiare benzina. Certo, il dinamismo di cui sopra rimane, ma non è minimamente paragonabile alle sequenze d’apertura della premiére. Il cambio di ritmo è dovuto all’introduzione del Santo Degli Assassini come personaggio ricorrente, quindi è indubbio che gli autori abbiano voluto rallentare il ritmo della narrazione per permettere un inseguimento più omogeneo, il tutto giocando sull’inquietudine dello spettatore che riesce vividamente a percepire una certa ansia. Se questo funziona bene, è tuttavia il resto dell’episodio che sfigura davanti alle sequenze d’apertura, rendendo le successive addirittura difficili da digerire.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Questi tre quarti d’ora finiscono poi nel migliore dei modi con il dovuto (e atteso) saluto a Steve Dillon, disegnatore di tutti i sessantasei numeri di cui è composta la serie fumettistica originale, venuto a mancare il 22 Ottobre 2016. “On The Road” è infatti dedicato alla sua memoria.
Call And Response 1×10 | 1.72 milioni – 0.6 rating |
On The Road 2×01 | 1.69 milioni – 0.6 rating |
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