Senza ombra di dubbio, si può dire che “Holes” è il seguito ideale di “Pig“. Il perché è presto spiegato.
Il filo conduttore che lega i due episodi è lo sviluppo delle debolezze manifestatesi nel cuore dei protagonisti. Dopo l’epico scontro con il Santo Degli Assassini, il trio sta ancora leccandosi le ferite dando nuovamente occasione agli attori che prestano i volti ai tre protagonisti di mettere in scena le loro strabilianti doti, mostrando il lato più debole, scoperto ed umano dei personaggi che interpretano.
Con “Holes” lo spettatore ha modo di continuare la piacevole riscoperta del lato intimo del trio protagonista che, con il suo carattere eccentrico ed esuberante, si sforza di nascondere e proteggere. Se nello scorso episodio gli sceneggiatori hanno privilegiato la caratterizzazione del trauma post-Santo di Tulip, questa volta i riflettori sono puntati maggiormente sul vampiro irlandese ed il tormento di essere una immortale creatura della notte. Decisione che ripaga non solo a livello di emotività, poiché si umanizza una figura potente (e anche vituperata fino alla vergogna) come quella del vampiro, ma si dimostra anche una scelta strategica. Spiegando i lati più spiacevoli dell’essere un vampiro, lo spettatore capisce da solo – e di riflesso – perché Cassidy tergiversi così tanto nel decidere se mordere il figlio o no, poiché non vuole condannarlo alla sua stessa miserabile esistenza. Un dilemma struggente e che lascia veramente il segno nello spettatore. Tutto merito della recitazione di Joseph Gilgun, sempre magnifica e azzeccatissima.
Per lasciare spazio a tutto ciò, la presenza di Tulip e Jesse è ridotta al minimo. Fatta accezione per Custer, la cui presenza è finalizzata all’incrocio fra la strada dei protagonisti con quella dell’organizzazione Grail capitanata da Herr Starr, cercando di completare l’inserimento nella narrazione del nuovo personaggio. Per valorizzare ulteriormente tutto ciò, proprio nella porzione di trama dedicata a Jesse viene svelato un diretto coinvolgimento della Grail: il nome dell’organizzazione compare sul retro del cd con il casting di Dio. Questa direzione narrativa è stata inserita probabilmente per rendere ancora più appetibile e più fitto il mistero dell’abbandono di Dio.
A fare da spartiacque tra una storyline e l’altra, torna la side quest di Eugene. Delle sequenze ambientate all’Inferno di Arseface, stupisce sempre il modo in cui viene rappresentata la location, diversa dalle tipiche rappresentazioni ispirate alla iconografia cristiana e/o Dantesca e più vicina ad un modello precedentemente illustrato da Tiziano Sclavi (come si diceva meglio in questa recensione). Ma, al di là dell’aspetto estetico e stilistico, questa trama ancora non convince appieno in quanto non si capisce dove voglia andare a parere e a cosa serva per la formazione di Faccia Di Culo. Anche se questa volta “Holes” concede più indizi delle puntate precedenti. A giudicare dalla scena di tortura psicologica in cui compare anche Jesse, si lascia intendere che il periodo all’Inferno serva al personaggio per essere villainizzato e scagliato contro Custer, creando intorno al predicatore un parco variegato di antagonisti nel tentativo di avere più storie da raccontare. Ma è solo una supposizione.
Nonostante il bel lavoro confezionato in questa 2×08, purtroppo la puntata si dimostra di difficile fruibilità per lo spettatore, in quanto pregna di una lentezza che intorpidisce e fa quasi sprofondare nel sonno e nella comodità del divano. Un vero peccato, non tanto per la lentezza presente nella puntata, quanto per la quantità disseminata nella stessa. Se ci fossero state più sequenze ironiche (senza ovviamente esagerare), come quella dei due nerd del computer che fraintendono le richieste di Jesse, si sarebbe sicuramente ammortizzato gran parte della lentezza.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Pig 2×07 | 1.25 milioni – 0.4 rating |
Holes 2×08 | 1.15 milioni – 0.4 rating |
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