Ci ho provato. Davvero. Ho impiegato ogni fibra del mio corpo per farmelo piacere e per trovare qualcosa di vagamente positivo e degno da riportarvi ma ho fallito miseramente. Questa puntata fa schifo o, per dirla all’americana: Revolution sucks.
Che l’abbiate vista o meno questa puntata verrà ricordata
per l’ennesimo tentativo finito male e la trama, che è riassumibile in poche parole, la dice lunga: perdiamo 40 minuti di tempo cazzeggiando e nel mentre distruggiamo due ciondoli, facciamo dei combattimenti acrobatici alla Hercules e annoveriamo un finto bibliotecario che in realtà è un killer per la nostra causa. Onestamente fossi in Kripke un po’ mi vergognerei.
Sarebbe talmente banale soffermarsi nel commentare aspramente la guerriglia urbana tra Miles, Nora, il nuovo arrivato Jim e la Militia che glisseremo semplicemente e commenteremo la puntata non tenendo conto di questo scontro che fa rimpiangere le belle vecchie scazzottate di Bud Spencer e Terence Hill. Pur evitando di sparare sulla croce rossa parlando di scontri fisici, rimane il fatto che l’episodio in sè è una strana mistura di azione, utilizzata meramente per fare minutaggio, flashback e dialoghi costituiti da un’accozzaglia di frasi fatte che ti fanno sanguinare le orecchie se ascoltate per più di 2 minuti di fila. Una cosa che veramente non si può vedere.
Ma salviamo il salvabile e cioè i flashback. Forse Kripke ha più confidenza con le scene semplici e chiarificatrici, forse è l’assenza di Miles, Nora e del ciccione di Google, forse è perchè questo dannato telefilm può regalare solo pochi attimi di decenza, davvero non lo so. Fatto sta che i flashback con Randall sono gli unici momenti di serenità in cui non ripongo la testa nel secchio del vomito. Che gioia.
Raramente mi spoilero notizie sul futuro degli show e quello che vi dirò non è uno spoiler ma anzi serve solo a dare ulteriormente credito a questo telefilm: stando ad un’intervista dello stesso Kripke, la prossima puntata sarà decisiva per la spiegazione di come, dove, cosa, quando e perchè è avvenuto il blackout generale. Perchè vi anticipo questo? Perchè serve per capire meglio il flashback di “Ghosts” che anticipa e caratterizza meglio il contesto in cui Rachel e Randall lavoravano. Randall ha perso il figlio in guerra e vede nel blackout la possibilità di salvare delle vite, l’unico modo di porre fine a delle inutili guerre che non portano a nulla e che sono decise dall’alto da persone che non mandano il proprio figlio in Iraq o Afghanistan e che fanno quello che fanno solo perchè possono. La soluzione per Randall è quindi quella di privare tutti di questo potere dato dall’elettricità e, in un mondo in cui non esiste più, di fornirla solo a chi ne è veramente degno per fare un mondo migliore, ed il prescelto è Monroe. Quindi il flashback ha un suo perchè visto che spiega come e quando il vecchio Randall ha cambiato mentalità e ha deciso di mettere in moto tutto. Se Rachel Matheson poi nella prossima puntata ci spiega anche il resto della storia ne siamo felici.
Insomma la trama potenzialmente c’è e l’avevamo già ribadito nella scorsa “The Stand“, tuttavia gli sceneggiatori si ostinano a cazzeggiare in giro per la Repubblica di Monroe in cerca di non si sa bene cosa nell’attesa di poter sconfiggere un nemico che ora è potenzialmente invincibile. Per farlo ovviamente distruggono i ciondoli che possono garantire alla Resistenza un minimo di potere e, ok che Rachel è stata costretta dagli eventi, però sbaglio o bastava solo disconnettere la chiavetta invece che distruggerla? Non contenti di ciò il leader della Resistenza, tale Miles ex capo in seconda della Repubblica di Monroe, è il primo ad essere dubbioso sulla buona riuscita del piano ma non contento di ciò arruola gente a caso per aiutarlo in una lotta in cui nemmeno crede veramente. Dulcis in fundo troviamo il resto della famiglia Matheson ed il ciccione di Google che è utile quanto una borraccia vuota in mezzo al deserto e che ora ambisce a capire il perchè del blackout e vuole dare un senso alla sua inutile esistenza. Riuscite a trovare una buona ragione per continuare a vedere Revolution? Io no ma dò un’ultima speranza.
Ah poi c’è Nora. Si quella che stringe le mani alle persone, lei. Perchè è ancora viva?
- Il flashback
- Storyline inutili e personaggi dannatamente fastidiosi
Ho finito le offese, accontentatevi di quello che ho scritto sopra…
VOTO EMMY
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.