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Revolution 1×12 – Ghosts

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Ci ho provato. Davvero. Ho impiegato ogni fibra del mio corpo per farmelo piacere e per trovare qualcosa di vagamente positivo e degno da riportarvi ma ho fallito miseramente. Questa puntata fa schifo o, per dirla all’americana: Revolution sucks.
Che l’abbiate vista o meno questa puntata verrà ricordata
per l’ennesimo tentativo finito male e la trama, che è riassumibile in poche parole, la dice lunga: perdiamo 40 minuti di tempo cazzeggiando e nel mentre distruggiamo due ciondoli, facciamo dei combattimenti acrobatici alla Hercules e annoveriamo un finto bibliotecario che in realtà è un killer per la nostra causa. Onestamente fossi in Kripke un po’ mi vergognerei.
Sarebbe talmente banale soffermarsi nel commentare aspramente la guerriglia urbana tra Miles, Nora, il nuovo arrivato Jim e la Militia che glisseremo semplicemente e commenteremo la puntata non tenendo conto di questo scontro che fa rimpiangere le belle vecchie scazzottate di Bud Spencer e Terence Hill. Pur evitando di sparare sulla croce rossa parlando di scontri fisici, rimane il fatto che l’episodio in sè è una strana mistura di azione, utilizzata meramente per fare minutaggio, flashback e dialoghi costituiti da un’accozzaglia di frasi fatte che ti fanno sanguinare le orecchie se ascoltate per più di 2 minuti di fila. Una cosa che veramente non si può vedere.
Ma salviamo il salvabile e cioè i flashback. Forse Kripke ha più confidenza con le scene semplici e chiarificatrici, forse è l’assenza di Miles, Nora e del ciccione di Google, forse è perchè questo dannato telefilm può regalare solo pochi attimi di decenza, davvero non lo so. Fatto sta che i flashback con Randall sono gli unici momenti di serenità in cui non ripongo la testa nel secchio del vomito. Che gioia.
Raramente mi spoilero notizie sul futuro degli show e quello che vi dirò non è uno spoiler ma anzi serve solo a dare ulteriormente credito a questo telefilm: stando ad un’intervista dello stesso Kripke, la prossima puntata sarà decisiva per la spiegazione di come, dove, cosa, quando e perchè è avvenuto il blackout generale. Perchè vi anticipo questo? Perchè serve per capire meglio il flashback di “Ghosts” che anticipa e caratterizza meglio il contesto in cui Rachel e Randall lavoravano. Randall ha perso il figlio in guerra e vede nel blackout la possibilità di salvare delle vite, l’unico modo di porre fine a delle inutili guerre che non portano a nulla e che sono decise dall’alto da persone che non mandano il proprio figlio in Iraq o Afghanistan e che fanno quello che fanno solo perchè possono. La soluzione per Randall è quindi quella di privare tutti di questo potere dato dall’elettricità e, in un mondo in cui non esiste più, di fornirla solo a chi ne è veramente degno per fare un mondo migliore, ed il prescelto è Monroe. Quindi il flashback ha un suo perchè visto che spiega come e quando il vecchio Randall ha cambiato mentalità e ha deciso di mettere in moto tutto. Se Rachel Matheson poi nella prossima puntata ci spiega anche il resto della storia ne siamo felici.
Insomma la trama potenzialmente c’è e l’avevamo già ribadito nella scorsa “The Stand“, tuttavia gli sceneggiatori si ostinano a cazzeggiare in giro per la Repubblica di Monroe in cerca di non si sa bene cosa nell’attesa di poter sconfiggere un nemico che ora è potenzialmente invincibile. Per farlo ovviamente distruggono i ciondoli che possono garantire alla Resistenza un minimo di potere e, ok che Rachel è stata costretta dagli eventi, però sbaglio o bastava solo disconnettere la chiavetta invece che distruggerla? Non contenti di ciò il leader della Resistenza, tale Miles ex capo in seconda della Repubblica di Monroe, è il primo ad essere dubbioso sulla buona riuscita del piano ma non contento di ciò arruola gente a caso per aiutarlo in una lotta in cui nemmeno crede veramente. Dulcis in fundo troviamo il resto della famiglia Matheson ed il ciccione di Google che è utile quanto una borraccia vuota in mezzo al deserto e che ora ambisce a capire il perchè del blackout e vuole dare un senso alla sua inutile esistenza. Riuscite a trovare una buona ragione per continuare a vedere Revolution? Io no ma dò un’ultima speranza.
Ah poi c’è Nora. Si quella che stringe le mani alle persone, lei. Perchè è ancora viva?

PRO:

  • Il flashback
CONTRO:
  • Storyline inutili e personaggi dannatamente fastidiosi

Ho finito le offese, accontentatevi di quello che ho scritto sopra…

VOTO EMMY

Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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