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La regola base per la scrittura di un episodio è quella di riuscire a riassumere nei primi cinque minuti tutti i conflitti presenti per riuscire ad attirare l’attenzione dello spettatore.
Prendendo il caso della puntata in questione si può dire che in “Marius Josipovic” l’obiettivo sia stato pienamente centrato. La scena iniziale non è solo un momento molto atteso per chi ha seguito tutte le vicende di Pete/Marius dalla prima stagione, ma è soprattutto un sunto di questa regola.
Si comincia, infatti, con lo scontro tra il vero Pete Murphy e Marius (Giovanni Ribisi), una volta scoperto l’inganno che il secondo ha fatto alle sue spalle per tutto questo tempo.
Un momento carico di enfasi e rabbia che ha come tema l’amore verso la propria famiglia, di cui il vero Pete Murphy finora è stato privato, causa l’inganno compiuto da Marius. Il tutto mentre il resto del Marius’s team (così si potrebbe soprannominare lo squintenrato gruppo messo insieme da Marius per rapinare il casinò) sta cercando di progettare un piano sullo stile di Ocean’s Eleven di Steven Soderbergh, ormai diventato un classico del genere.
A dirla tutta la puntata intera potrebbe essere riassunto come un misto tra Ocean’s Eleven e A Casa Tutti Bene di Gabriele Muccino. Il che ricalca esattamente il dualismo che la serie ha al suo interno: da una parte le vicende di Marius e il suo tentativo di fare soldi salvando la propria pelle (in cui rientra anche questo piano per liberarsi finalmente dell’influenza di Luka) e dall’altra le vicende della sua famiglia adottiva, i Bernhardt, anche loro alle prese con i propri problemi. Uno schema che era stato la carta vincente della prima stagione dello show, e che gli ultimi episodi hanno replicato alla perfezione. Pare, infatti, di assistere a una sorta di remake in cui John Ales (l’attore che interpreta Luka) prende il posto di Bryan Cranston come antagonista/alleato stagionale. Una ripetizione che, da una parte, è necessaria per far ritrovare allo spettatore le stesse atmosfere della prima stagione, dall’altra potrebbe risultare ben poco fantasiosa e ripetitiva.
Tornando alla scena iniziale, questa serve da preparazione per quello che sarà il momento clou dell’episodio. Il ricongiungimento (anche se momentaneo) tra il vero Pete e la sua famiglia, in una cena che sa molto di reunion familiare e di ricongiungimento tra le singole storyline.
Si tratta di un momento catartico molto forte (da qui il paragone con il film di Muccino) in cui a giganteggiare sono soprattutto i dialoghi, intensi e ironici allo stesso tempo, ma soprattutto il non-detto che fa da contraltare con questi. Non-detto che esplode nell’ultima parte della suddetta scena grazie all’interpretazione, sempre magistrale, di Margo Martindale, vera mattatrice dell’episodio. Grazie ad essa si assiste al primo vero plot twist stagionale, in cui tutti i segreti della famiglia Bernhardt vengono finalmente fuori (compresa la rivelazione di Audrey a Carly sul rapporto complicato con la figlia) e si può cominciare a ragionare sui futuri sviluppi e su come, tutti insieme, cercheranno di uscire dai casini in cui si sono messi.
Da ora in poi si può presupporre che il lato “action” e spionistico la farà finalmente da padrone nelle azioni dei Bernhardt, ora finalmente riuniti, e potrà sprigionare tutto il loro potenziale rendendo la serie meno dispersiva e frammentata, qualcosa che lo spettatore aspettava da tempo.
I sotterfugi e i piani della familgia adottiva di Marius fanno poi da “doppio” alla storyline relativa al suo Team, composto dai migliori personaggi secondari che si ricordino a memoria di show televisivo con dei character schizzati e complessi come non mai (Gina, Frank e Maggie su tutti). Ed è anche un ottimo pretesto per mostrare trucchi da prestigiatore e situazioni assurde, come quella dall’antiquariato, dove tutto il potenziale dei personaggi, e soprattutto del protagonista, può esplodere senza remore.
Sono, infatti, questi i momenti migliori sella serie, quelle in cui il castello di bugie costruito da Marius sembra destinato a crollare ma, poi una trovata geniale del protagonista riesce a sbloccare la situazione. Allo stesso modo sarà avvincente da ora in poi vedere come si svilupperà il piano nel casinò e se il trucco del bisonte avrà successo o no, ma soprattutto quanti altri ostacoli ci saranno da superare per il Marius’s team.
La tensione è ben calibrata all’interno dello show, così come il ritmo e le battute, fondamentali per una serie del genere. E lo spettatore, una volta entrato nel meccanismo, farà sicuramente fatica ad aspettare per vedere quale sarà la prossima mossa nello scacchiere che si sta formando attorno a Marius e soci.
Dispiace solo per la scena finale che smorza per un momento la tensione accumulata finora (mentre dovrebbe, al contrario, stimolarla ancora di più), il tutto per un breve sunto sulla storia delle organizzazioni criminali nei Balcani e una battuta che neanche il peggior gangster degli anni 30 avrebbe mai osato fare.
Prendendo il caso della puntata in questione si può dire che in “Marius Josipovic” l’obiettivo sia stato pienamente centrato. La scena iniziale non è solo un momento molto atteso per chi ha seguito tutte le vicende di Pete/Marius dalla prima stagione, ma è soprattutto un sunto di questa regola.
Si comincia, infatti, con lo scontro tra il vero Pete Murphy e Marius (Giovanni Ribisi), una volta scoperto l’inganno che il secondo ha fatto alle sue spalle per tutto questo tempo.
Un momento carico di enfasi e rabbia che ha come tema l’amore verso la propria famiglia, di cui il vero Pete Murphy finora è stato privato, causa l’inganno compiuto da Marius. Il tutto mentre il resto del Marius’s team (così si potrebbe soprannominare lo squintenrato gruppo messo insieme da Marius per rapinare il casinò) sta cercando di progettare un piano sullo stile di Ocean’s Eleven di Steven Soderbergh, ormai diventato un classico del genere.
A dirla tutta la puntata intera potrebbe essere riassunto come un misto tra Ocean’s Eleven e A Casa Tutti Bene di Gabriele Muccino. Il che ricalca esattamente il dualismo che la serie ha al suo interno: da una parte le vicende di Marius e il suo tentativo di fare soldi salvando la propria pelle (in cui rientra anche questo piano per liberarsi finalmente dell’influenza di Luka) e dall’altra le vicende della sua famiglia adottiva, i Bernhardt, anche loro alle prese con i propri problemi. Uno schema che era stato la carta vincente della prima stagione dello show, e che gli ultimi episodi hanno replicato alla perfezione. Pare, infatti, di assistere a una sorta di remake in cui John Ales (l’attore che interpreta Luka) prende il posto di Bryan Cranston come antagonista/alleato stagionale. Una ripetizione che, da una parte, è necessaria per far ritrovare allo spettatore le stesse atmosfere della prima stagione, dall’altra potrebbe risultare ben poco fantasiosa e ripetitiva.
Tornando alla scena iniziale, questa serve da preparazione per quello che sarà il momento clou dell’episodio. Il ricongiungimento (anche se momentaneo) tra il vero Pete e la sua famiglia, in una cena che sa molto di reunion familiare e di ricongiungimento tra le singole storyline.
Si tratta di un momento catartico molto forte (da qui il paragone con il film di Muccino) in cui a giganteggiare sono soprattutto i dialoghi, intensi e ironici allo stesso tempo, ma soprattutto il non-detto che fa da contraltare con questi. Non-detto che esplode nell’ultima parte della suddetta scena grazie all’interpretazione, sempre magistrale, di Margo Martindale, vera mattatrice dell’episodio. Grazie ad essa si assiste al primo vero plot twist stagionale, in cui tutti i segreti della famiglia Bernhardt vengono finalmente fuori (compresa la rivelazione di Audrey a Carly sul rapporto complicato con la figlia) e si può cominciare a ragionare sui futuri sviluppi e su come, tutti insieme, cercheranno di uscire dai casini in cui si sono messi.
Da ora in poi si può presupporre che il lato “action” e spionistico la farà finalmente da padrone nelle azioni dei Bernhardt, ora finalmente riuniti, e potrà sprigionare tutto il loro potenziale rendendo la serie meno dispersiva e frammentata, qualcosa che lo spettatore aspettava da tempo.
I sotterfugi e i piani della familgia adottiva di Marius fanno poi da “doppio” alla storyline relativa al suo Team, composto dai migliori personaggi secondari che si ricordino a memoria di show televisivo con dei character schizzati e complessi come non mai (Gina, Frank e Maggie su tutti). Ed è anche un ottimo pretesto per mostrare trucchi da prestigiatore e situazioni assurde, come quella dall’antiquariato, dove tutto il potenziale dei personaggi, e soprattutto del protagonista, può esplodere senza remore.
Sono, infatti, questi i momenti migliori sella serie, quelle in cui il castello di bugie costruito da Marius sembra destinato a crollare ma, poi una trovata geniale del protagonista riesce a sbloccare la situazione. Allo stesso modo sarà avvincente da ora in poi vedere come si svilupperà il piano nel casinò e se il trucco del bisonte avrà successo o no, ma soprattutto quanti altri ostacoli ci saranno da superare per il Marius’s team.
La tensione è ben calibrata all’interno dello show, così come il ritmo e le battute, fondamentali per una serie del genere. E lo spettatore, una volta entrato nel meccanismo, farà sicuramente fatica ad aspettare per vedere quale sarà la prossima mossa nello scacchiere che si sta formando attorno a Marius e soci.
Dispiace solo per la scena finale che smorza per un momento la tensione accumulata finora (mentre dovrebbe, al contrario, stimolarla ancora di più), il tutto per un breve sunto sulla storia delle organizzazioni criminali nei Balcani e una battuta che neanche il peggior gangster degli anni 30 avrebbe mai osato fare.
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Puntata a metà tra Ocean’s Eleven e A casa tutti bene. I dialoghi e la scrittura ell’episodio raggiungono vette altissime così come l’interpretazione degli attori. Si tratta di una puntata con molte svolte importanti e in cui molti nodi vengono al pettine. Thank meritato.
The Reluctant Taxidermist 2×07 | ND milioni – ND rating |
Marius Josipovic 2×08 | ND milioni – ND rating |
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!