The Big Cigar 1×01 – Panther/ProducerTEMPO DI LETTURA 4 min

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The Big Cigar 1x01 Recensione PilotNegli ultimi anni, probabilmente anche grazie alla famosa polemica sollevata da Spike Lee qualche tempo fa con #OscarSoWhite, si sta assistendo alla nascita di sempre più prodotti che hanno a che fare con la black culture. Sia nel cinema, ma anche nella televisione con prodotti di qualità elevatissima che vanno a raccontare storie vere incredibili e assurde. Storie che valgono la pena di essere raccontate e che risulta assurdo pensare che nessuno abbia deciso di farlo prima d’ora.
In questo contesto ricade perfettamente l’ultimo prodotto targato Apple TV+, The Big Cigar. Un thrillerdrama che racconta la rocambolesca storia di Huey P. Newton, fondatore del partito delle Pantere Nere. Lo fa però con uno stile tutto suo, a metà tra il genere della blaxploitation e quell’estetica ormai marchio di fabbrica del suo showrunner, Jim Hecht. A chi questo nome non dice niente, vedere alla voce: quel-gioiello-ingiustamente-cancellato-troppo-presto di Winning Time: The Rise of the Lakers Dynasty.

The story I’m about to tell you is true. At least mostly true — At least how I remember it. But it is comingthrough the lens of Hollywood, so let’s see how much of my story they are willing to show.

PANTERA


André Holland interpreta Huey Newton, ed è un nome abbastanza forte nel panorama hollywoodiano, tra cinema (Moonlight) e televisione (The Eddy). Un’ottima interpretazione, capace di spaziare nel tempo in una narrazione che alterna frequentemente flashback e flashforward, mentre racconta una storia nel 1974, con Newton ricercato da una task force speciale dell’FBI per presunto assassinio di una prostituta. Presumibilmente accuse un po’ fumose, utili solo a trovare un pretesto per mettere dietro le sbarre un uomo dall’ideologia così potente.
In cabina di regia, per questi primi due appuntamenti di una serie di sei episodi complessivi, si è seduto un nome a sorpresa: Don Cheadle. I più lo conosceranno come il War Machine dell’MCU, ma Cheadle si è sempre speso nella sua carriera per un forte attivismo sociale, ed è forse per questo che si accomoda in una serie dal significato storico così importante in un ruolo che non gli appartiene più di tanto.

PRODUTTORE


Il lato assurdo della vicenda che vuole narrare The Big Cigar è il coinvolgimento di Hollywood all’interno di una delle più importanti storie politico-sociali della seconda metà del Novecento. E qui entra in gioco il produttore cinematografico Bert Schneider, che rivoluzionò il cinema all’alba degli anni ’70 con Easy Rider, interpretato dall’ottimo Alessandro Nivola (Boston Strangler), caratterista dalla lunga carriera sempre più in ascesa negli ultimi anni.
“Panther/Producer” si propone proprio di raccontare per bene le dinamiche del coinvolgimento di Schneider all’interno della comunità delle pantere, data la naturale diffidenza iniziale. Qui entra in gioco Moses Ingram, molto più in parte rispetto alla mediocrità di Obi-Wan Kenobi, e un ottimo script, firmato proprio da Hecht, nel raccontare con la giusta frenesia una storia che riesce a declinare il thriller e il drama con uno stile frenetico e, per questo, abbastanza leggero nella messa in scena.

HASTA LA VICTORIA SIEMPRE


Sembra doveroso lodare anche il comparto dei costumi, che si sbizzarrisce nel portare in scena la follia e gli eccessi degli USA anni ’70, così come le canzoni che permeano l’episodio vengono scelte con grande accuratezza e segnano da metronomo per 40 minuti scarsi riuscendo a raccontare tutti gli antefatti, oltre a dare il là alla narrazione. Il ritmo è infatti forse il più grande pregio di “Panther/Producer”, che riesce a raccontare un piccolo pezzo di storia e incuriosire lo spettatore ad approfondire, senza risultare mai pesante.
La storia ora si sposterà a Cuba, dove Huey Newton cerca un rifugio politico dalla vera e propria caccia all’uomo messa in piedi dall’FBI nei suoi confronti. Una fuga resa ormai inevitabile anche data la task force designata alla sua ricerca, che sembra non voglia avere nessuna pietà nei suoi confronti. Solo un semplice diversivo ha per ora salvato la pelle all’improbabile duo che si è appena costituito, chissà se l’espatrio in un paese il cui clima è così in tensione con gli USA non possa essere una scelta ancor più burrascosa.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il ritmo sostenuto, i colori accesi, la fotografia semi-realistica e lo stile di Jim Hecht
  • Un ottimo cast ben assortito
  • André Holland riesce a portare in scena un Huey Newton pieno di sfaccettature
  • Una storia vera al limite dell’incredibile
  • Un ritmo forsennato e soli sei episodi a disposizione significano accelerare tanto nello spiegare gli antefatti, rendendo a volte ostica la comprensione

 

Il pilot di The Big Cigar presenta alla grande la nuova serie di Apple TV+, che sembra aver intuito il talento di Jim Hecht (mentre HBO cancellava Winning Time) portando in casa un ottimo showrunner che subito dimostra di cosa è capace.

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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