“Eppur si muove.”
Questa è la puntata che tutto il mondo i fan di The Flash aspettavano dalla prima stagione, e si potrebbe affermare che mai titolo fu più esplicativo per un episodio.
Fin dal teaser d’introduzione iniziale non viene lasciato molto margine di immaginazione per lo spettatore: l’episodio si concluderà esattamente con il rivelare l’identità di Savitar. A parte questi due poli estremi (apertura e chiusura dell’episodio) che iniziano e chiudono un cerchio, è tutto ciò che sta in mezzo che non convince affatto. Si direbbe che gli sceneggiatori abbiano frainteso gli insegnamenti del maestro Hitchcock per quanto riguarda la suspense mettendo cose completamente a caso giusto per allungare il brodo della narrazione e sviare la domanda principale: chi è in realtà Savitar?
In effetti la puntata funziona solo come enorme MacGuffin per quanto riguarda la lotta contro Killer Frost/Caitlin, che serve a sua volta poi all’unico scopo di sviare l’attenzione dalla storyline principale e risolvere alcune tematiche secondarie, di importanza irrilevante ai fini della trama (la love story tra Joe e Cecile e la scoperta, da parte di quest’ultima, dell’identità di Flash, per cui si potrebbe dire che ormai a Star City lo sanno anche i sassi che Barry è Flash). Inutile dire che la scelta, ovviamente, non funziona poiché le vicende di Killer Frost sono strettamente correlate al problema-Savitar. Soprattutto se questa rincorsa gatto-topo tra lei e il team-Flash viene condita continuamente da dialoghi al limite dell’assurdo, buchi di sceneggiatura da far venire le vertigini solo a guardarci dentro, introduzione di personaggi secondari (che possono risultare irritanti) come la dottoressa Tracy Brand (Anne Dudek) che servono solo a ribadire concetti astrusi spacciati per verità scientifiche e a inscenare siparietti comici al limite della demenza senile con HR (in questo episodio fin troppo presente) e mettendo in gioco persino la buonanima di Galileo Galilei. Sono soprattutto le giustificazioni scientifiche a fare acqua da tutte le parti, condotte tra l’altro da un personaggio che è una semplice dottoranda eppure se ne intende molto di più di tutti i cervelloni del Team-Flash,.
In tutto questo le uniche note positive arrivano dal lavoro sui personaggi di Cisco (che è stato a più riprese protagonista indiscusso di questa terza stagione, tanto da farla diventare quasi Cisco-centrica) e Julian che mostrano l’unica parvenza di evoluzione all’interno della trama, il tutto anche se le loro azioni hanno sempre il difetto di essere messe semplicemente al servizio della narrazione con il solo scopo di allungare e ritardare lo scontro finale con Killer Frost. In generale si potrebbe dire che tutto l’episodio serva unicamente a giustificare quello che si vedrà negli ultimi 5 minuti della puntata, puntando tutto sugli scontri fisici (per una volta realizazti con una CGI decente) e sul cosiddetto “Effetto WOW” che riesce fortunatamente a catturare l’attenzione dello spettatore ma non spiega le numerose contraddizioni intrinseche non solo alla puntata ma anche all’intera stagione, ora a -3 dal season finale.
A tal proposito è necessario ora introdurre un commento sulla scelta dell’identità di Savitar: è vero che alcuni indizi già lanciati nello scorso episodio potevano dare adito a quella che sarebbe stata la soluzione proposta dagli sceneggiatori. E sotto questo punto di vista la puntata reggerebbe molto bene se non fosse che tale scelta (oltre che essere opinabile in quanto già vista in un’altra serie DC/The CW dove, se non altro, era giustificata meglio) rimette ancora una volta in discussione tutto ciò che si era visto finora in questa stagione e onestamente, arrivati a questo punto, non se ne vedeva la ragione, oltre al fatto che crea numerosi altri buchi di sceneggiatura che (si spera) verranno colmati nelle prossime puntate.
Tornando indietro con la memoria, c’è stato un momento in questa stagione in cui si è pensato ad una possibile variante distopica di Barry Allen, il tutto per colpa di una virgola che poteva o non poteva esserci in quella frase detta da Savitar in “The Present” e che ora è chiaramente senza virgola.
Savitar: “I’m the future Flash.”
Gli showrunner hanno rivelato la vera identità di Savitar ben 11 episodi fa, capirlo era tutta questione di punteggiatura e scetticismo.
In generale l’intuizione avuta dagli sceneggiatori è buona e potrebbe riservare svolte interessanti ma risulta molto forzata da una serie di soluzioni che rivelano l’artificiosità del tutto e come, in realtà, neppure loro sapessero esattamente come gestire la cosa per portarla avanti. Da cui, appunto, questo enorme gioco del gatto col topo. Potrà piacere come no, rimane indiscutibile la potenza scioccante della verità.
Per questi motivi la puntata si merita un Saveitar e, a questo punto, sarà interessante vedere cosa verrà escogitato per sbrogliare una tale matassa e non far scendere l’interesse da parte dello spettatore soprattutto ora che l’identità di Savitar è stata svelata.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Once And Future Flash 2×19 | 2.65 milioni – 1.0 rating |
I Know Who You Are 2×20 | 2.69 milioni – 1.0 rating |
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!