The X-Files 11×03 – Plus OneTEMPO DI LETTURA 4 min

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Mulder: “Like I said before,clearly there’s a dark influence set loose in this town, Scully.”
Scully: “Well, by “dark influence,” again, I presume you mean evil, Mulder. But there is no such thing as evil. I mean, evil is a concept,like the Devil.”
Mulder: “Oh, the Devil is a concept? Certainly, that’s not what they taught young Dana Katherine Scully in Sunday school, is it?”
Scully: “Well, I certainly believed in the literal Devil when I was a child.”
Mulder: “So you don’t believe that we, as humans, have dark sides that we sublimate or repress?”
Scully: “Well, while anyone with an imagination can entertain acting out violence or antisocial behavior, that doesn’t mean that there’s an evil twin lurking inside of us.”
Mulder: “Speak for yourself, Scully.”The X-Files continua il proprio percorso accrescitivo lasciando nuovamente da parte la sua mitologia ed incentrandosi, così come in “This“, sul ramo procedurale della sua narrazione: anche in questo episodio, infatti, Scully e Mulder sono chiamati a risolvere un nuovo e stranamente interessante caso. E’ corretto sottolineare “stranamente”, perché la stagione era indubbiamente partita nel peggior modo possibile nonostante fosse riuscita a togliersi di dosso il peso della mitologia che tanto la opprimeva. La seconda puntata metteva in mostra i propri muscoli narrativi, ma anche diversi limiti verso i quali doveva essere cercata una soluzione. Ecco quindi che “Plus One” risulta un episodio in vecchio stile, funzionante, con una bella trama e la giusta dose di rimandi. Anche se a tratti il dosaggio di fanservice sembra eccedere leggermente.
Occorre ricordare però un triste fatto: prima o poi gli sceneggiatori (e di conseguenza i fruitori finali, gli spettatori) si ritroveranno di nuovo ad affrontare la tematica della mitologia degli x-files ed in quel momento si potrà effettivamente sancire la riuscita o meno della stagione. La polvere può nascondersi sotto il tappeto per quanto si vuole, ma sicuramente bisognerà fare i conti con quanto è stato detto in passato (specialmente i fatti della decima stagione) ed anche con quanto detto poco tempo fa (“My Struggle III“). Questo punto è stato riportato non perché si vuole a tutti i costi cercare il pelo nell’uovo, ma è da tenere presente che al momento tutto funziona perché X-Files si mantiene sui livelli di un procedural drama dalle tinte sci-fi, elemento che verrà meno quando la mitologia ed i strampalati nuovi collegamenti faranno il proprio ritorno in scena. Tuttavia la serie può vantare due personaggi estremamente ben caratterizzati come Scully e Mulder che in questo episodio tornano a rinfrescare al proprio pubblico perché in passato erano tanto amati: nella scorsa puntata i dialoghi tra i due erano principalmente di taglio ironico e canzonatorio, in “Plus One” torna alle luci della ribalta l’annosa dicotomia tra i due personaggi. Scully personaggio di scienza, Mulder personaggio di fede: Jack Shephard e John Locke si sono reincarnati in due agenti dell’FBI.

Scully: “I can’t explain it. But if you eliminate the impossible, whatever is remaining, even if improbable, must be the truth.”
Mulder: “No sugar, Sherlock.”

Mettendo da parte lo scherzoso parallelismo è difficile non notare dei certi collegamenti tra i comportamenti e le reazioni di Scully e Mulder rispetto a quanto portato in scena da Jack e John in Lost. Nonostante questa dicotomia funzioni da vero e proprio fan service, facendo riaffiorare nella mente dello spettatore gli innumerevoli discorsi delle primissime stagioni tra i due agenti nelle, la stessa riesce a rimanere diegetica alla narrazione e coerente con quanto gli sceneggiatori cercano di narrare nell’episodio.
Poter contare su due personaggi tanto malleabili e ben costruiti rende sicuramente meno difficile il compito narrativo di una puntata, quando questa verte sull’ambito procedurale ovviamente. La vera bravura sarà riuscire a mettere mano alla mitologia senza riuscire a far danni.
“Plus One” rappresenta un ottimo episodio con alcuni limiti, relativi alla velocità con cui il caso trova risoluzione e anche all’eccessivo pedantismo durante le scene in camera da letto tra Scully e Mulder, queste ultime utili semplicemente per strizzare l’occhio ad una ristretta cerchia di fan di cui sarebbe meglio imparare a fare a meno piuttosto di trovare espedienti o forzature narrative per poterla accontentare.

“Nothing hurts like the truth.”

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Dialoghi e recitazione, nuovamente
  • La trama dell’episodio
  • Puntata procedurale che allontana nuovamente la mente dalla mitologia
  • Fanservice al servizio della trama, per questa volta
  • Riproposizione della dicotomia tra Mulder e Scully
  • Fattore maternità nuovamente al centro della narrazione per il personaggio di Scully
  • Finale di puntata eccessivamente fuori dagli abituali schemi di The X-Files e Dana Scully
  • Pedantismo nelle scene in camera da letto
  • Eccessivo numero di coincidenze che portano a risolvere il caso di puntata

 

Un episodio che finalmente convince: fanservice a servizio della trama, dialoghi e storia in generale. I problemi veri si ripresenteranno quando verrà di nuovo messa mano (e sceneggiatura) alla mitologia. Ma nel mentre tanto vale godersi lo show.

 

This 11×02 3.95 milioni – 1.0 rating
Plus One 11×03 3.95 milioni – 1.0 rating

 

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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