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Tiny Pretty Things 1×01 – CorpsTEMPO DI LETTURA 3 min

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Cassie:Always, something hurts. Somewhere in your body there’s pain, an ache that comes from pushing beyond what any person was ever meant to do. But there’s strenght in being part of a larger body: le corps de ballet.

Netflix ha deciso di dare un sapore particolare all’ennesimo teen drama da proporre al suo pubblico, ambientandolo nel mondo del balletto e portando sullo schermo il libro di Sona Charaipotra e Dhonielle Clayton, intitolato come la serie.
Si è detto “ennesimo teen drama” perché sono presenti tutti i cliché del genere: una fanciulla non abbiente, Neveah, viene ammessa ad una prestigiosa scuola di danza di Chicago, dove l’accoglie l’arcigna direttrice di prammatica (interpretata da Lauren Holly), la quale spinge la sua odiosità fino a sottolineare di fronte alla stampa “l’opera di bene” compiuta dall’istituzione di cui fa parte nell’accogliere una poveretta.
Come si scopre subito, Neveah ha avuto il posto perché un’altra ballerina della scuola, Cassie, è misteriosamente volata giù dal terrazzo sul tetto dell’accademia, finendo in coma. Qui entrano dunque in scena altre due figure archetipiche del genere in cui la storia si sta muovendo: l’Ape Regina e il perverso coreografo, entrambi, forse, coinvolti nell’incidente capitato a Cassie.
L’Ape Regina è Bette, ovviamente figlia di famiglia ricchissima con madre nel consiglio d’amministrazione della scuola di danza e con una sorella maggiore già prima ballerina per chiudere il cerchio. Il coreografo Ramon Costa, invece, decide di non tenere segrete le sue perversioni, le sue inquietudini stuzzicate dal solito personaggio misterioso che gli invia messaggi sul telefonino stile “so cosa hai fatto”, ma di esprimerle, decidendo di dedicare il grande saggio finale dell’accademia non ad un balletto tradizionale tipo Giselle, ma ad una sua rivisitazione della storia di Jack lo Squartatore.
In tutto questo mare di già visto e già sentito, spicca positivamente la qualità dei numeri di danza in cui gli allievi della scuola si esibiscono. Non per niente, Kylie Jefferson, interprete di Neveah è ballerina professionista formatasi alla scuola di Debbie Allen, mitica insegnante della serie tv Saranno Famosi e curatrice delle coreografie per varie edizioni della notte degli Oscar. Anche Casimere Jollette, interprete di Bette, è ballerina professionista con esperienze presso il Joffrey Ballet e l’American Ballet.
Per ora le esibizioni hanno avuto un minutaggio ridotto, perché la narrazione si è dedicata alla presentazione dei personaggi e alla costruzione dei rapporti fra di loro (certamente non idilliaci, ma si sa, è un ambiente ferocemente competitivo). Se però la serie seguirà il copione ben consolidato, ad esempio, dal già citato Saranno Famosi tutto dovrebbe esplodere nella messa in scena del grande saggio finale.
In attesa di vedere se questo si verificherà, arrivano dei colpi di scena nei minuti conclusivi di questo pilot a dare una bella scossa allo spettatore, fin troppo cullato dai cliché, a rischio di addormentarsi quasi: uno fra tutti, Neveah potrebbe essere la prossima vittima nel mirino della persona che ha fatto cadere Cassie dal tetto. Questa soluzione narrativa certo non brilla per originalità, ma riesce perfettamente a spingere alla visione della puntata successiva. Sempre sperando, come direbbe un Rudy Zerbi agli allievi di Amici (programma derivato da Saranno Famosi), che lo show possa trovare una sua unicità e personalità vocale.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Numeri di danza professionalmente eseguiti
  • Colpi di scena finali
  • Cliché, pure troppi 

 

Prodotto corretto, se così lo si può definire. Esegue bene il suo compitino, muovendosi senza rischi su territori ben consolidati e con un’impaginazione classica, data per esempio dalla voce fuori campo della malcapitata Cassie a cui sono affidati introduzione e “spiegazione finale” della puntata. Il colpo di scena finale permette a questo pilot di spuntare la sufficienza. Del romanzo da cui è tratto lo show esiste anche un seguito, intitolato Shiny Broken Pieces, ma al momento non si sa se alla prima serie ne seguirà una seconda. Se comunque qualche spettatore, non più propriamente adolescente, volesse vedere una storia di ballerine che si scannano fra di loro, con ottimi numeri di danza, ma trattata con tutt’altro piglio, può rivolgersi a miniserie come Flesh And Bone.

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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