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“And on the pedestal these words appear:
‘My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!’
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away.”
‘My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!’
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away.”
[Percy Bysshe Shelley – Ozymandias]
Era solo questione di tempo. Se è vero che per i primi due episodi la nuova serie di Lindelof ha retto benissimo con i nuovi personaggi e le nuove tematiche, è altrettanto vero che un sequel non può fare completamente a meno dei personaggi iconici dell’opera originale. E se finora le apparizioni della vecchia generazione di eroi mascherati si erano limitati alle menzioni del Dottor Manhattan e a un Adrian Veidt molto lontano dai giorni in cui indossava la maschera di Ozymandias, con “She Was Killed by Space Junk” fa il suo ingresso in scena un’altra figura che i lettori del fumetto di Alan Moore e/o gli spettatori dell’adattamento filmico di Zack Snyder apprezzeranno non poco: la seconda Spettro di Seta. Che non indossa più i panni della vigilante ma quelli dell’agente dell’FBI della task force anti-vigilantes Laurie Juspeczyk Blake, con un’evidente ripresa del cognome del suo padre biologico, Edward Blake alias il Comico.
Inutile dire che questa nuova incarnazione del personaggio è ben diversa da quella di un tempo, e non solo fisicamente. Più violenta e col grilletto facile, più spregiudicata, insomma più simile al vero padre, ma anche più cinica e disillusa a causa dei tragici eventi che chi ha letto/visto Watchmen ben sa e che hanno portato al volontario esilio del Dottor Manhattan su Marte. Con quest’ultimo Laurie instaura nel corso dell’intero episodio un dialogo che di fatto è un monologo, perché non c’è risposta dall’altro capo della trasmissione che collega la Terra al pianeta rosso. Si tratta di un monologo tutt’altro che banale o ininfluente ai fini della comprensione dell’opera, perché nella storiella di Dio e dei tre eroi condannati all’inferno sono chiaramente citati il secondo Gufo Notturno, Ozymandias e il Dottor Manhattan. Del primo non è ancora chiaro il destino, il secondo è ormai confermato essere il vecchio miliardario eccentrico che si diverte a mettere in scena spettacoli teatrali mortiferi e a cacciare bisonti, e per quanto riguarda il terzo, ridotto a Deus otiosus sul suolo marziano, è sempre più lecito chiedersi se questa insistenza sulla sua figura non preannunci un suo ritorno sul nostro pianeta.
Ma le tre figure menzionate nella barzelletta di Laurie (che chiaramente omaggia quella celeberrima di Rorschach sul clown Pagliacci) sono anche gli uomini che più di tutti hanno segnato la sua vita e da cui la donna sembra ancora ossessionata, come dimostrano piccoli dettagli: un gufo come animale domestico, un giocattolo erotico ispirato all’uomo atomico, parole di disprezzo per il genio che avrebbe salvato il mondo con una piovra mutante, un quadro in stile Andy Warhol che raffigura i loro tre volti e quello di Spettro di Seta. La stessa professione di “cacciatrice” di vigilanti mascherati potrebbe essere un modo per “sfogare” i sentimenti contrastanti e ambigui verso questi uomini e verso questo capitolo controverso del proprio passato.
L’ingresso in scena di Laurie Blake ha anche l’indubbio vantaggio di offrire ad Angela Abar/Sorella Notte una degna contraltare, un’alleata nella lotta al Settimo Cavalleria con cui però è difficile convivere pacificamente, dando vita a un rapporto conflittuale e pieno di potenzialità nonostante le due abbiano (in teoria) lo stesso nemico. Anzi, va apprezzato il modo in cui la rivalità tra le due donne si delinea in questo terzo episodio senza risultare troppo calcata o esagerata, a differenza di quanto succede con la caratterizzazione grottesca e sopra le righe di Veidt che, per quanto non disprezzabile e capace di regalare più di un sorriso, stona troppo con i toni cupamente realistici del resto dell’opera. Ma è una piccolezza in un’opera che per ora sta riuscendo egregiamente nel doppio compito di rispettare la sacralità del fumetto di partenza e di affrontare egregiamente temi attuali come le tensioni razziali e il ruolo delle forze dell’ordine. E comunque, vedere Jeremy Irons nel vecchio costume di Ozymandias fa ben sperare anche per il futuro di questo personaggio.
L’ingresso in scena di Laurie Blake ha anche l’indubbio vantaggio di offrire ad Angela Abar/Sorella Notte una degna contraltare, un’alleata nella lotta al Settimo Cavalleria con cui però è difficile convivere pacificamente, dando vita a un rapporto conflittuale e pieno di potenzialità nonostante le due abbiano (in teoria) lo stesso nemico. Anzi, va apprezzato il modo in cui la rivalità tra le due donne si delinea in questo terzo episodio senza risultare troppo calcata o esagerata, a differenza di quanto succede con la caratterizzazione grottesca e sopra le righe di Veidt che, per quanto non disprezzabile e capace di regalare più di un sorriso, stona troppo con i toni cupamente realistici del resto dell’opera. Ma è una piccolezza in un’opera che per ora sta riuscendo egregiamente nel doppio compito di rispettare la sacralità del fumetto di partenza e di affrontare egregiamente temi attuali come le tensioni razziali e il ruolo delle forze dell’ordine. E comunque, vedere Jeremy Irons nel vecchio costume di Ozymandias fa ben sperare anche per il futuro di questo personaggio.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Per la nuova fatica di Lindelof è tempo di confrontarsi sempre più direttamente con il capolavoro fumettistico nato dalla mente geniale Alan Moore e, per ora, la gestione dei vecchi personaggi è più che soddisfacente. La nuova versione di Laurie è più che convincente, Veidt ha rispolverato il vecchio costume da Ozymandias e le insistenze sul Dio blu “with his dick hanging out” lasciano sperare in un suo ritorno sulla Terra: i fan di Watchmen possono chiedere qualcosa di più? Ecco, magari anche riportare in scena il secondo Gufo Notturno non sarebbe male…
Martial Feats Of Comanche Horsemanship 1×02 | 0.76 milioni – 0.2 rating |
She Was Killed By Space Junk 1×03 | 0.65 milioni – 0.2 rating |
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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.
Certo che è davvero dura capirci qualcosa senza aver letto il fumetto…
Effettivamente questo è un sequel in tutto e per tutto, non uno spin-off o una storia derivata, quindi chi non ha letto il fumetto (o visto l’adattamento di Snyder) rischia di capirci poco e niente. E non mi riferisco solo a qualche richiamo o easter egg come il gufo o la pioggia di calamari, che possono sembrare cose inserite per puro fanservice, ma proprio agli antefatti della storia che qui sono dati ampiamente per scontato.
Sono io o all’audience generalista americana (forse anche quella nerd) di Watchmen (fumetto poi anche il film) è rimasto impresso soltanto il full frontal di Doc Manhattan? Dagli Honest Trailers a Robot Chicken (per citare giusto quelli più mainstream) ma adesso pure a ‘sta serie, solo battutone di prim’ordine…povero Moore, e te credo che consideri tutti deficienti (anche se a dirla tutta, zio Alan considera il concetto di “trasposizione del fumetto” un’eresia…)!