Tuttavia “King’s Castle” non è importante per le vicende lavorative quanto piuttosto per tutto ciò che rappresenta nella Graceland’s family: la crisi più totale. Le dinamiche tra i vari coinquilini non sono mai state molto limpide e spesso e volentieri gli unici momenti di riunione sono stati pranzi, cene e serate alcoliche ma tutti fatti con il solo scopo del vivere insieme civilmente, mai per sentirsi effettivamente più uniti per emulare una famiglia atipica. L’unico ad avere sempre avuto questa aspirazione è Johnny che in più di un’occasione ha (inutilmente) cercato di far germogliare il seme della fratellanza e questa volta però è decisamente stato estirpato brutalmente da una coltellata sul “king’s castle” e da un brutto litigio con Jakes. Mai prima d’ora i coinquilini sono stati così divisi e così presi dai loro problemi, l’aria nella casa è irrespirabile e la possiamo tranquillamente percepire anche noi nonostante non abbiano ancora inventato metodi per un 4D o un 5D. In assoluto la scelta di spostare l’attenzione sulle problematiche casalinghe è una scelta azzeccata per non uno ma bensì due motivi: innanzitutto è palese da molto tempo che tutti abbiano una prospettiva differente sul “vivere a Graceland”, lo ha dimostrato Tuturro più volte ma anche le scorse “Bag Man” e “Smoke Alarm” hanno mostrato molto bene l’ottica di Paige e di Mike, inoltre la crisi interna porta senza dubbio ad un approfondimento dei personaggi secondari che è utile, per non dire necessario, ad amalgamare il cast e a conoscere ulteriormente characters che fino ad ora non sono stati al centro dell’attenzione.
Nella faida interna non sarebbe sbagliato parlare di un tutti contro tutti ma è più corretto dire che ciascuno dei 6 coinquilini ce l’ha con qualcuno ed in particolare le attenzioni sono tutte rivolte verso quello che attira meno l’attenzione: Odin Rossi Briggs. Nonostante Charlie nutra dei seri ma vaghi sospetti su di lui e nonostante anche Paige sia stata messa in guardia circa la possibile vera identità di Briggs, a sorpresa è Mike che gioca d’anticipo su tutti e fa outing rivelando la vera motivazione per la quale è stato messo a Graceland. La mossa è azzardata ma puramente in stile Graceland, d’altronde Paul Briggs non è uno stupido e l’arrivo di Mike nella casa gli puzzava già da parecchio tempo ed infatti aveva già cominciato a costruirsi una facciata protettiva, ma ora che le paure di avere una talpa in casa sono diventate una certezza il bromance tra i due agenti FBI assume tutto un altro sapore. Mike è rimasto abbagliato dal suo tutor e, pur nutrendo un qualche remoto sospetto, non resiste alla tentazione di smascherarsi pur di vedere la sua reazione, tuttavia dall’altra parte non c’è uno sprovveduto e, come dicevo, già sospettava qualcosa sulla vera missione del novellino Warren, pertanto non trapela la benchè minima espressione facciale di sorpresa o terrore ma anzi, le risposte che Briggs fornisce a Levi sono più che mai indotte ad alimentare l’idea che Mike si è fatto di lui. Come si dice spesso però la verità sta nel mezzo e qualcosa mi dice che la vera storia di Odin Rossi non sia esattamente quella che ci è stata raccontata, ai prossimi due episodi il compito di spiegare l’arcano e di srotolare l’intricata matassa in cui è stata avvolta tutta Graceland. Ora l’asticella delle aspettative è ai massimi livelli.
PRO:
- La posizione di Briggs peggiora di puntata in puntata
- Si sentiva la necessità di un episodio che preparasse tutte le trame per il gran finale
- Crisi “familiare” a Graceland: è un tutti contro tutti che apre molte prospettive…
- Mike si confessa a Briggs
- Tora, Tora Tora!
- Smascheramento di Mike a Bello: “lo stai facendo nella maniera sbagliata”
- Vedere Johnny trattato così male da tutti non fa bene al cuore…
- Charlie: diciamo che non è poi così sveglia come pensa di essere
Così come Mike ha mostrato le sue carte a Briggs, allo stesso modo Graceland in questo episodio ha posizionato tutti i tasselli per il gran finale. Diciamo che una puntata di preparazione ci sta tutta, in fin dei conti la qualità è salita di molto ultimamente e, anche se “King’s Castle” è stata relativamente tranquilla, gli ascolti in crescita sono segno che il pubblico sta apprezzando il gran casino che Jeff Eastin ha creato.
VOTO EMMY
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.