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Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. 1×03 – The AssetTEMPO DI LETTURA 9 min

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Se ora come ora, entrasse un uomo e mi puntasse una pistola alla tempia e mi dicesse: “Dimmi cosa ne pensi di questa terza puntata riassumendo il tutto in una sola parola”, senza ombra di dubbio risponderei con: “Ka-boom”. Avete letto almeno un fumetto nella vostra vita, vero? Ma sì che l’avete fatto dai, anche se l’avete fatto per sbaglio e poi ve ne siete pentiti, l’avete comunque fatto…dunque, sapete benissimo che l’espressione “Ka-boom” è l’onomatopea che simboleggia l’esplosione e che meglio descrive questo esplosivo episodio.
Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. arriva alla sua terza uscita in televisione e mette a segno un colpo con tanta precisione che nemmeno Robin Hood (o Occhio Di Falco, giusto per rimanere in tema) avrebbe potuto fare di meglio. Con “The Asset” le cose vengono letteralmente “assettate” per il verso giusto, sistemando quello che andava sistemato e riuscendo addirittura a far meglio dell’episodio pilota, in questa puntata quasi totalmente priva di difetti.
Il miglioramento che salta subito all’occhio dopo la visione della puntata, è il tanto discusso personaggio di Skye, “hacktivista” (come lei si definisce) irritante, inutile e senza apparente collocazione all’interno dello show; la cosa più irritante, più che altro, è che è palese che la ragazza non sappia fare letteralmente una sega e che le uniche cose di cui è capace e che potrebbero dare una parvenza di produttività alla squadra, le sa far meglio qualcun’altro (tipo Ward, che è in tutti noi, a prescindere).
Quello che da fastidio è che sembra che il serial giri intorno a lei come se ne fosse la protagonista, ma a conti fatti, non ha niente di speciale; anche se la strada per diventare un personaggio con la p maiuscola è ancora lunga, in questo “The Asset” le viene dato un bello scossone e vengono mostrati aspetti che potrebbero farle guadagnare la simpatia di alcuni, come quando dimostra la sua abilità di infiltrazione sul campo e di doppiogiochista oltre che ad una piccola sbirciata al suo travagliato passato dandole un alone da adorabile perdente. Unica cosa che resta da capire è: da che parte sta? Perchè ricordo che la nostra hacker dal faccino tenero s’è brillantemente infiltrata nelle fila del Coulson Team senza esser scoperta.
Al contrario, invece, non è difficile da capire che in questo episodio abbiamo anche assistito alla nascita di due veri e propri villains con la v a lettere cubitali e illuminata da luci al neon e fuochi d’artificio; per Franklin Hall, vi rimando al nostro specchietto di Facce da Fumetto qui in basso, mentre per Ian Quinn, non so voi, ma come personaggio ricorda molto lo charm degli antagonisti dei film di James Bond, in particolare quello di Alec Trevelyan nel film “GoldenEye” (anche se, a differenza loro, qualcosa mi dice che Quinn lo rivedremo molto presto!). Incline a questo charm è anche tutto il tenore dell’episodio, dove a sto giro è scomparso tutto lo humor per lasciare spazio alla drammaticità e all’azione (però, quest’ultima, si vede solo alla fine); come vi si diceva la scorsa recensione, a volte è terribilmente necessario allontanare piacevoli battute per costruire qualcosa di più incline ad uno show con protagonisti degli agenti segreti. Addirittura qui vengono compiuti degli autentici miracoli: non solo abbiamo tanto drama, tanta azione ma anche un poco di introspezione e una trama solida, accattivante e che tiene gli occhi fissi sullo schermo fino a fine episodio, c’è anche un bellissimo colpo di scena e addirittura una piccola parentesi western.
Ma soffermiamoci sul colpo di scena e questa manovra narrativa che avrebbe reso fiera Agatha Christie, trasformando la “vittima” nel cattivo principale della puntata (com’era solita fare senza destare sospetti).
Non c’è da stupirsi, infatti, se il confronto tra Coulson e Hall non è solo l’ennesima rappresentazione del balletto “bene vs male” che tutti noi conosciamo, ma anche un vero e proprio scontro/incontro di ideologie e dei vari perchè uno ha scelto di stare da una certa parte della barricata piuttosto che dall’altra. Senza ombra di dubbio, il momento migliore all’interno di questi 40 minuti di telefilm non solo per quanto detto prima, non solo perchè Coulson mostra sempre di più la sua utilità, ma anche perchè ci viene mostrata quale sia questa altra barricata; infatti, anche se solo accennati con parole criptiche e filosofiche, ci vengono fatti presenti alcuni lati oscuri dello S.H.I.E.L.D. che, per parafrasare Hall: “la vostra incessante ricerca di un catalizzatore di energia perpetua ha provocato un invasione aliena”.
Qui lo S.H.I.E.L.D. viene messo a nudo e mostra quanto male ci sia nel bene, ma anche quanto bene ci sia nel male, il tutto in un intreccio alla “yin-yang” accompagnato da un effetto speciale mica da ridere per dare l’impressione della gravità. Il tutto si conclude bene o male come gli altri due episodi, con qualche frase/scena che lascia presagire ad eventi futuri. Soprattutto, è di vitale importanza quello che dice Melinda May (agente che ha lasciato la voglia di vivere in Cina): “e poi sei morto”. Con questa frase, ora, noi di RecenSerie possiamo finalmente rendervi partecipi dei nostri sospetti riguardo Coulson.
L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo
 
In questo episodio non ci sono molti
riferimenti, ma mi premeva far luce su un paio di cose. Cominciamo?
Cominciamo.
  1. Prima cosa importante: Nella scena dove le macchine e il camion vengono scaraventante a fanculandia, è probabile che qualcuno di voi abbia pensato che l’artefice di tale azione fosse probabilmente Magneto, il più grande e pericoloso avversario degli X-Men. Per quanto avrebbe potuto essere figo, ahinoi, una comparsa di un qualsiasi personaggio dell’universo mutante all’interno di questo show è assolutamente da escludere, dato che la Fox ha messo a segno un brillante colpaccio. Nel lontano 2000, quando acquistò i diritti per gestire il franchise cinematografico degli Uomini X, comprò sapientemente i diritti sulla parola “mutante/i” accaparrandosi così 1/6 dell’Universo Marvel Classico e tutti i personaggi/gruppi/luoghi/eventi che si collegano alla parola mutante. Se uno degli X-Personaggi dovesse presentarsi in uno degli episodi, in un qualche modo, non dovrebbe essere presentato come mutante per evitare beghe legali. Al centro di questa controversia, ultimamente, ci stanno i personaggi di Quicksilver e Scarlet Witch che sono mutanti (e guarda caso, anche figli di Magneto) ma anche membri dei Vendicatori e che sono stati scelti da Joss Whedon per apparire nel sequel di Avengers intitolato “Avengers: Age Of Ultron”. La soluzione? Presentarli senza però dire esplicitamente la loro origine, facendo capire attraverso delle “frasi criptiche” da dove saltano fuori. E’ molto sicuramente probabile che sarà così anche per AOS.
  2. Ian Quinn e le sue industrie, le Quinn Worldwide, non hanno nessun precedente fumettistico e sono quindi due elementi creati ex-novo per lo show.
  3. Seconda cosa importante: Ora abbiamo tutte le prove per dirlo. Crediamo fortemente che Phil Coulson sia un LMD. “Cos’è un LMD?”, moh ve lo spieghiamo: LMD è una sigla che sta per “Life Model Decoy” è un androide creato e programmato per prendere le sembianze di una certa persona, riproducendo in tutto e per tutto movenze/stile/parlantina/ricordi/rapporti interpresonali ecc.
    Nell’Universo Cinematografico Marvel compare per la prima volta come citazione di Tony Stark nel film di Avengers, mentre nei fumetti in Strange Tales #153 del 1965; Nick Fury ne fa uno svariato e abbondate uso di questi LMD. Perchè crediamo che sia un LMD? Magari ci sbagliamo, ma i messaggi sono fin troppo chiari (e qui ve li spieghiamo): ogni volta che citano Tahiti, Coulson dice che è “un posto magico” e nel primo episodio Maria Hill dice che non dovrà mai sapere la verità, perchè alcuni LMD sono programmati così bene che se scoprono di essere dei robot è probabile che impazziscano a causa di una vera e propria crisi di identità.
    Inoltre, in questo episodio, Coulson non riesce a smontare un arma anche se lui stesso dice che dovrebbe essere frutto di “memoria muscolare”, ma non riesce, perchè il corpo non è suo nonostante le memorie probabilmente impiantate. E poi, inutile dire che la frase dell’Agente May lascia spazio a molti dubbi.
Facce da Fumetto

 

Chi vive a pane e fumetti, appena ha sentito la parola “gravitonium” sapeva con assoluta certezza matematica dove si sarebbe finiti e a cosa avrebbe portato. Bene, in questo specchietto creato apposta per approfondire i volti noti dell’Universo Marvel, possiamo finalmente rispondervi.
Graviton
Quella a cui abbiamo assistito in questo terzo episodio, è la nascita di un supercriminale abbastanza conosciuto ai lettori delle testate dedicati ai Vendicatori. Nella versione originale cartacea, Franklin Hall era uno scienziato specializzato nella fisica applicata e che lavorava in un complesso chiamato “Research City” sulle montagne Canadesi. Nel bel mezzo di un esperimento, Hall unisce due matrici al fine di creare un condotto energetico che permetta il teletrasporto (una roba alla Stargate, tanto per intenderci) ma qualcosa va storto, le due matrici finiscono per sovraccaricarsi a vicenda e il loro prolungato contatto causa un’esplosione. Invece di ucciderlo, le sue particelle si uniscono ai gravitoni sub-nucleari generate nell’esplosione, dandogli il potere di controllare con la forza del pensiero la gravità; all’inizio, terrà il tutto segreto, ma mosso dalla forte tentazione di usarlo per il suo tornaconto personale, si fa un costume, adotta il nome di battaglia di “Graviton” e comincia a far cagnara a destra e manca. Compare per la prima volta in Avengers #158 del 1977 e sarà una grande spina nel fianco dei Vendicatori, negli anni ’90, invece, sarà più attivo come nemico del gruppo di criminali tramutatisi in eroi conosciuti col nome di Thunderbolts; nella versione telefilmica, invece, l’abbiamo visto nell’episodio, ma l’unica sostanziale differenza è che in questo universo cinematografico esiste una materia in natura chiamata “gravitonite” di cui Hall era alla ricerca; di fisico, differisce solo nei capelli (lunghi e neri nel fumetto, mentre quasi pelato nel telefilm) e nella barba (piuttosto folta nel fumetto).
PRO:
  • I villains
  • Coulson VS Hall
  • “E poi sei morto”, frase che lascia pensare: “Coulson: è lui o non è lui?”
  • Il bene e il male dello S.H.I.E.L.D.
  • Orgia di effetti speciali usati con sapienza
CONTRO:
  • Skye (anche se sta migliorando)
  • L’apparente costruzione della serie come “mini-film”. Alla lunga potrebbe essere ritorcersi contro, occhio!

 

Marvel’s Agent Of S.H.I.E.L.D. mostra finalmente i denti, le unghie, gli artigli e l’arsenale pesante. Ecco quello che tutti ci aspettavamo da uno questo show, sia fan e non. Ben fatto e complimenti!

VOTO EMMY



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1 Comment

  1. Ahahahahah ADORO l'angolo del Nerd 😀 .

    Comunque Skye è la classica ragazza che viene messa al centro di un telefilm solo perchè bella… dio che palle di femmina che è (però è veramente un bel vedere ahahh 😛 ).

    OVVIAMENTE finirà tra le braccia dell'agente Ward prima o poi.

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