L’epicità che può trasudare il recap è purtroppo una caratteristica prettamente appartenente al ritratto perchè nel dizionario dei sinonimi e contrari se si cerca “epico” nel suo opposto si trova “The Following”. Il prodotto seriale di Kevin Williamson ha due soli punti forti: l’inizio e la fine della puntata. Nient’altro. E questo
è praticamente incredibile visto il potenziale narrativo che ha, eppure gli errori sono tanti troppi e la sensazione di voler strafare è evidente in ogni inquadratura e in ogni singola parola pronunciata da Gavino Pancetta. Si guarda una serie per il piacere che offre farlo, con The Following invece è una gara per screditare la vicenda pezzo dopo pezzo e, se ve lo chiedeste, non è una cosa di cui andar fieri.
Partiamo dalla cosa più stupida che si è vista di continuo: polizia ed FBI che arrivano a sirene spiegate per poi fare un’irruzione “di sorpresa”. Qui due sole sono le possibilità: o in America vige una sorta di regolamento interno alle forze dell’ordine che impone l’uso delle sirene sempre e comunque o Kevin Williamson e tutta la cricca di sceneggiatori e registi bevono molto sul lavoro. Per comodità mi piace pensare alla seconda anche perchè, se fosse reale la prima, ci sarebbe di che preoccuparsi. Sebbene non ci fosse nessuno da “avvertire” tramite l’utilizzo delle sirene dal momento che il serial killer di “Sacrifice” (noto come Hunter) era già bello che distante, l’idiozia è lampante e frustrante a lungo andare.
Il lato splatter di The Following è qualcosa che potrebbe anche piacere ai più se non fosse che, dopo 22 puntate dove è stato usato abbondantemente, si decide di usarlo deliberatamente per il puro gusto di farlo. Ripeto: questa cosa potrà anche piacere a qualcuno ma non incontra il gusto del sottoscritto, o almeno la incontra se è per una giusta causa ma nè in “Fly Away” nè in “Sacrifice” lo è. Il macabro video dove viene sgozzato il padre di Mike o le ripetute coltellate elargite serenamente dai protagonisti non possono essere considerate come una valida motivazione. No way.
Se proprio vogliamo trovare qualcosa da salvare allora dobbiamo guardare verso il lato dei serial killer che tra voltagabbana e nuove sette riescono a mantenere un discreto livello di attenzione. Se la neo figlioccia di Carroll sembra a tutti gli effetti una psicopatica, lo stesso non si può dire di Emma che come lo stesso Carroll sembra estremamente lucida in tutte le azioni.
C’è però da far emergere una nuova realtà delle cose: i buoni non sono più buoni. Da che mondo e mondo i buoni non uccidono a sangue freddo i cattivi se non sono costretti, li addormentano, li pestano ma non accoltellano mai nessuno. Ryan e Mike non sono dello stesso parere ultimamente e questo, per quanto possa essere comprensibile visto le loro esperienze, li pone ad un livello etico-morale ancora più basso di Carroll e compagni, un livello che non merita rispetto e che rappresenta in toto il baratro in cui sta ricadendo la serie stessa. Francamente mi dissociò.
- Scissione Lily-Joe
- Introduzione di un nuovo culto
- Ryan e Mike e la loro assai dubbia moralità
- Soliti errori macroscopici tipo le sirene della polizia o la presenza di ennesime talpe nell’FBI
- Idiozia dei “buoni”
Reflection 2×05 | 5.19 milioni – 1.7 rating |
Fly Away 2×06 | 4.61 milioni – 1.6 rating |
Sacrifice 2×07 | 5.16 milioni – 1.6 rating |
VOTO EMMY
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.