The Walking Dead 4×12 – Still – Non Tutto E’ PerdutoTEMPO DI LETTURA 6 min

/
0
(0)
E’ sorprendente come l’adattamento italiano dei titoli della serie tv di The Walking Dead riescano ad essere molto più incisivi di quelli originali. Forse ci si sorprende così tanto perchè, da qualche anno a questa parte, molti si lamentano dell’imprecisione del doppiaggio, adattamento, scelta del timbro di voce per la versione italiana delle nostre serie preferite; come insegna il titolo, però, non tutto è perduto e a volte anche a noi qualche miracolo è concesso. Questa affermazione è sostenuta dal fatto che il titolo nostrano che viene affibbiato all’episodio riassume in una semplice e breve frasetta la tematica principale della puntata e quello che, in soldoni, vuole comunicare allo spettatore; in particolare, in questa quarta stagione c’era già stato un precedente di questo tipo (che era “After/Smarriti“). Questo dodicesimo episodio intitolato “Still” e ribattezzato “Non Tutto E’ Perduto” in italiano vuole comunicare proprio questo: che non tutto è perduto, anche se la realtà dei fatti sembra suggerire il contrario. Unici e assoluti protagonisti di questa dodicesima uscita sul piccolo schermo di The Walking Dead sono due personaggi apparentemente incompatibili che regalano momenti emotivi unici e, complice la splendida recitazione degli attori che interpretano Daryl e Beth, la produzione punta il riflettore sulle parti più intime del loro animo, mettendo a nudo nevrosi, preoccupazioni, ansie, paure e tutto ciò che li rende deboli e umani ma tutto ciò, tutta questa introspezione caratteriale su cui ormai lo show sembra puntare più di ogni altra cosa, non succede nella maniera che ci si aspetta.
L’episodio in questione è un diesel: parte lento e spende la stragrande maggioranza dei quaranta minuti disponibili in sviluppi narrativi giustificati da una scelta piuttosto trash (la voglia di ubriacarsi di Beth) che, obiettivamente, annoiano lo spettatore e gli fanno chiedere cosa diavolo stia guardando ma, la genialità della cosa, sta appunto in questo: che è una scelta non particolarmente brillante. Alla luce di ciò, non può che venirmi in mente la diatriba che c’era stata riguardo al nuovo outfit che l’Uomo Ragno avrebbe indossato del film “The Amazing Spider-Man” uscito l’hanno scorso; molti fan e non dell’alter-ego di Peter Paker si lamentavano del fatto che il costume da lui indossato fosse brutto…ed è qui che sta la genialità e l’onestà della cosa, dal fatto che fosse un costume pensato apposta per essere brutto. Peter Paker è un ragazzo bravissimo a scuola e mezzo incapace in tutto il resto, era decisamente troppo pretendere (e sopratutto credere) che sarebbe riuscito a tirar fuori un costume perfetto come quello indossato nella trilogia diretta da Sam Raimi; di sicuro, quel costume l’ha ordinato dalla Marvel Comics stessa per forza di cose! Ok i poteri proporzionali di un ragno, ma la questione del cucito si limita solo alle ragnatele. Qui il discorso non è diverso dall’esempio che vi abbiamo appena riportato; la voglia di bere di Beth è solo un pallido e triste tentativo di nascondere le sue debolezze, di nasconderle sotto un torrente di alcol e se ai fan dello show è sembrato uno sviluppo narrativo pezzente era proprio perchè così doveva sembrare. La ragazza è disperata e fa di tutto per sentirsi meglio, anche perchè il suo compagno di viaggio è Daryl, un personaggio non particolarmente famoso per essere un logorroico mattacchione dalla battuta facile e con cui si può instaurare un discorso civile. La claustrofobica e forzata convivenza tra i due sfocia in uno “scontro” verbale dalla immensa potenza emotiva alla fine dell’episodio ed è perfettamente descritta nella bellissima scena iniziale dove Beth e Daryl rimangono rinchiusi per una intera notte in agguato e in guardia contro gli zombie: sono entrambi prigionieri in un piccolo spazio, dove non si sentono liberi, dove non vogliono stare con la persona con cui non voglio stare. E’ un potente prologo simbolico al resto della puntata. E’ lampante che la produzione, per questa puntata, abbia progettato l’intera trama dell’episodio solo per arrivare al punto in cui sia il “Signor Dixon” sia la sorellina di Maggie sbrocchino nella scena madre nonchè grande e apprezzatissimo punto di forza (intriso a tratti da elementi di black comedy) dove i due si mettono a nudo e scoprono di avere in comune più di quanto fossero pronti a scommettere. Sono entrambi dei personaggi spiaggiati sulla “Last Resort” che andavano cantando i Papa Roach, dove loro stessi ammettono di non essere poi granchè come persone, facendo un pò il verso a tutte le critiche che li vedevano come insipidi personaggi di Serie B. Questo non basta a metterle nella cerchia scelta della Serie A ma poco ma sicuro gli rimette sulla buona strada, una strada che i personaggi stessi si sono spianati bruciando la casa e liberandosi così (simbolicamente) dalle ombre del passato.
Ahimè, però, l’entusiasmo per aver visto dei personaggi riprendere quota non è stato abbastanza per mascherare la vera natura dell’episodio. Questa dodicesima puntata, benchè riesca nella miracolata impresa di rinvigorire Daryl e Beth, è a tutti gli effetti un episodio filler, un episodio riempitivo con il solo scopo di regalare intrattenimento allo spettatore e guadagnare tempo per progettare trame future; benchè sia stato un signor intrattenimento, alla fine della visione, lo spettatore non può far altro che chiedersi dove lo show voglia andare a parare in questa seconda parte della quarta stagione. Se ci pensiamo, mancano solo quattro puntate alle fine di questa stagione e ancora gli sceneggiatori non hanno fornito all’interno della trama generale una linea narrativa da seguire, un punto in comune dove ogni personaggio dovrà alla fine convergere per proseguire assieme lo sviluppo principale di The Walking Dead; finora si sono limitati a dire che fine avessero fatto i protagonisti dopo “Too Far Gone/Indietro Non Si Torna” ed affinare i caratteri distintivi degli stessi ma, purtroppo, benchè sia importante affilare il carattere dei singoli (onestamente) comincia a sentirsi forse un pò troppo il senso di smarrimento e la mancanza di un’obiettivo principale, come prima poteva essere la difesa di Prigioneville o il dilemma se uccidere o no il Governatore. In teoria, la trama principale dovrebbe essere quello di raggiungere Washington DC per scoprire cosa ha scatenato tutto questo, oltre a quella di raggiungere la comunità accennata nello scorso episodio. Ma il problema è proprio questo: che sono sviluppi accennati in maniera talmente debole che somigliano più a citazioni/easter egg messe li per i fan dell’opera originale piuttosto che il vero obiettivo del cast; sono trame trattate così male che non passano nemmeno come degna trama secondaria, il che non è la mossa giusta da fare.

 

PRO:

  • Daryl & Beth, in tutte le loro forme
  • La scena iniziale dell’episodio
CONTRO:
  • La vera natura dell’episodio
  • Mancanza di una vera e propria trama principale
Non lo nascondiamo: “Still/Non Tutto E’ Perduto” è una puntata che, all’inizio, odierete abbastanza ma se siete disposti a dargli fiducia e a volerla capire, vi regalerà dei momenti di pura emozione e vi farà ricredere su personaggi che sembravano essere destinati a riempire solo scene di sincera noia. Inffatti la decisione di dare all’episodio un voto complessivo di 3/5 Emmy è data sopratutto dalla riuscita e sorprendente caratterizzazione dei protagonisti dell’episodio. Anche se bisogna ammettere che i quaranta minuti che ci troviamo davanti fanno parte di una puntata fine a sè stessa, The Walking Dead rimane comunque l’appuntamento imperdibile che è, dimostrando (per l’ennesima volta) di essere capace di raccontare non solo semplici storie sugli zombie.

 

Claimed – Salvare Il Mondo 4×11 13.34 milioni – 6.8 rating
Still – Non Tutto E’ Perduto 4×12 12.6 milioni – 6.4 rating
VOTO EMMY

Sponsored by Walking Dead Italia

Quanto ti è piaciuta la puntata?

0

Nessun voto per ora

Precedente

Glee 5×09 – Frenemies

Prossima

Scandal 3×11 – Ride Sally Ride

error: Nice try :) Abbiamo disabilitato il tasto destro e la copiatura per proteggere il frutto del nostro duro lavoro.