Dopo la sudata sufficienza conquistata grazie ad un ottavo episodio stranamente godibile, Cieli Cadenti torna subito sui suoi passi, offrendoci forse i peggiori quaranta minuti stagionali e ponendo delle ottime basi per un series finale noioso e scontato all’insegna della retorica spicciola e del più becero patriottismo a stelle e strisce.
Per i primi dieci minuti la puntata scorre piacevolmente, mostrandoci una II Mass finalmente impegnata ad organizzarsi per l’attacco finale. La raccolta d’informazioni da parte di Ben e le teorie aliene sulle linee di Nazca portano finalmente lo spettatore ad appassionarsi all’aspetto fantascientifico della serie o, quantomeno, quel che ne è rimasto dopo l’insensata decisione di puntare tutto sull’introspezione in questa ultima stagione. Ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti sempre più.
Poi, dopo la consegna dell’arma finale più improbabile della storia – quasi certamente prodotta dalla Durex – nelle mani del Divino, scatta la follia di Rodat e compari, probabilmente contrariati dall’aver partorito finalmente un episodio decente e quindi determinati a riportare la serie ai consueti standard qualitativi. Analizzando il minutaggio dedicato al ritorno di Lexi – trappola in cui solo l’inutile Matt poteva cadere – e confrontandolo con quello assegnato al ritorno di Pope (due minuti cronometrati), la sensazione è che gli autori di Falling Skies non ci stiano neppure provando a regalare un finale dignitoso alla loro plurimiracolata creazione.
A scrivere l’episodio troviamo l’ennesimo nuovo sceneggiatore della stagione, purtroppo lo stesso che aveva partorito “Hunger Pains” e che era riuscito a buttare le Pringles all’interno della serie: ti vogliamo ancora morto Marc Dube. Rimane sempre una flebile speranza circa un ritorno di Pope sul finale di stagione con conseguente mattanza della famiglia Mason (ci accontentiamo del Divino), ma come abbiamo già ripetuto in tutte le salse, non c’è spazio per delle scelte coraggiose in Cieli Cadenti, quindi teniamoci il clichè del barile esplosivo e attendiamo che Tom guidi la marcia su Washington armato di letali cilindri di lattice.
Scopriamo inoltre che Creepy Marty, oltre ad uccidere prostitute sul ciglio della strada e conservarle nel congelatore, prima dell’invasione si occupava della creazione del sapore in un birrificio. E così, grazie alla sua infinita conoscenza degli enzimi della fermentazione contenuti nel lievito, lo scienziato più improbabile dai tempi dello staff del Jurassic Park riesce a capire il funzionamento di una sofisticata arma stermina-espheni costruita da un popolo alieno il cui esponente non si è nemmeno degnato di spiegarne il meccanismo.
Un plauso va certamente ai dialoghisti, a cui dobbiamo la battuta più bella dell’episodio, colpo di genio senza eguali nonchè emblema dell’altissima qualità offertaci dallo show in questi cinque anni di immenso patimento.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Stalag 14th Virginia 5×08 | 1.94 milioni – 0.4 rating |
Reunion 5×09 | 1.76 milioni – 0.5 rating |
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.