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American Horror Story: Hotel 5×06 – Room 33TEMPO DI LETTURA 7 min

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Queste parole piene di dolore e rancore sono dette alla glaciale, vendicativa e crudele Contessa da Tristan in questa sesta puntata di American Horror Story: Hotel, intitolata “Room 33” – numero della stanza in cui è rinchiuso il mostruoso figlio di Elizabeth. L’uomo così, innamorato di Liz, tenta di smuovere l’animo, disperato e eternamente vuoto, della sua Amante. Con queste frasi, incise nel marmo con una lama affilatissima, il modello chiede alla sua padrona di essere lasciato libero, sciogliendo quel legaccio che li teneva insieme. Per la prima volta Tristan racconta ciò che provano le marionette di un burattinaio, inguainato in corsetti sexy e eroticamente provocanti, spiegando la frustrazione di vivere una vita scelta da altri, in una coazione a ripetere tediosa e stanca. Tutti i vampiri si annoiano, hanno l’eternità per non fare nulla (come Donovan ora che ha perso la sua Contessa) o trovare uno scopo – c’è chi, come Cara, continua a spaventare i clienti di un Hotel, chi, come Alex, per passare il tempo, fa diventare pazzi gli ospiti, come le due amiche “Fast & Furious” -, mentre Elizabeth è anelante ad andare avanti e per questo e in nome di questo vive.
Qualcuno si ribella, veramente e totalmente, alla donna dal cuore di ghiaccio, l’uomo esprime con coraggio ciò che ciascuno – tranne Liz, fino ad ora – dell’Hotel Cortez vorrebbe dire, ma non ha mai detto. La Contessa nel suo “castello” è madre ma anche matrigna, è amante ma anche nemica, è carnefice ma anche spirito che sostiene, è dea, ma anche mostro, è tutto e forse nulla il personaggio interpretato da Lady Gaga, la grande sorpresa di questa quinta stagione.
Vestita di verde che vuol dire anche rabbia e invidia per la felicità degli altri -, la donna incarna la brutalità di chi si sente invincibile, la protervia di chi si sente superiore, l’arroganza di chi pensa di avere tutto sotto controllo.
La Contessa si muove sinuosamente, senza nessuna pietà, come un killer crudele, tra i sentimenti di Liz e Tristan, percepisce le emozioni, come fossero sapori, privi di profondità quindi, una sorta di retrogusto che si avverte in bocca. Gioia, odio, ma soprattutto tradimento. Elizabeth può accettare tutto, ma non sopporta che qualcuno la tradisca, quando una sua creatura si ribella, si comporta come una divinità verso cui un uomo ha compiuto oltraggio – quando Tristan, richiamato dalla sua “magistra”, dice di non essere gay per non giacere con il signor Drake.
Liz le è sempre stata fedele – basti pensare che il transessuale, figura malinconica e struggente di cui conosciamo la storia, soffre perché pensa al dolore che può procurare alla Contessa, che l’ha aiutata dandole il permesso di essere ciò che voleva -, invece Elizabeth si dimostra, ancora una volta, un mostro; al centro del mondo c’è lei con le sue esigenze, i suoi desideri.
In “Room 33” si parla d’amore, in tutte le sue forme e sfaccettature, e lo si fa alla maniera di American Horror Story. C’è quello di Tristan e Liz, quello di Alex per Holden – poco importare se deve mentire al marito, poco importa se deve stare lontano dalla figlia, Scarlett -, quello di Contessa per il figlio Bartholomew – solo con lui si dimostra amorevole e sincera -, quello di Donovan per Elizabeth – per lui la donna resta un’ossessione. Il racconto del sentimento supera la norma e la “forma”, va aldilà delle regole. Si fa di tutto per chi si ama, per l’odore di rosa – questo è il profumo dell’amore per Contessa -, si mente (Alex architetta un piano machiavellico per far credere all’agente John Lowe di essere pazzo), si nasconde ciò che si è diventati (Alex non vuole far sapere al marito che è diventata un vampiro), si rincorre uno spirito nella notte (John viene svegliato da Holden e scopre così che la moglie e il figlio sono due vampiri). L’amore è quello che tiene legati la Contessa e la sua spaventosa creatura, è quella forza che ha fatto sì che l’aborto non sia andato a buon fine (nell’incipit di “Room 33” veniamo catapultati nel 1926 e rivediamo la Murder House e Charles Montgomery, medico che praticava aborti appunto), è quel sentimento che anima Elizabeth e la spinge ad accogliere bambini, diventando una sorta di madre adottiva. In nome di questo amore, per la prima volta, vediamo il terrore sul volto della Contessa, sempre spietata e vogliosa di sangue e di corpi. E’ spaventata quando scopre che Bartholomew è uscito dall’Hotel (una forma “invadente” e insinuante striscia nella valigia di Lowe – che spara nel vuoto spaventando la figlia – e nella sua casa, una soggettiva dimostra quanto quell’essere sia fatto di altra materia e di altra carne), come qualunque madre sarebbe per il proprio figlio, anche se il suo è speciale. Per la prima volta la Contessa è grata ad un’altra persona (Alex), per la prima volta deve qualcosa a qualcuno (Alex utilizzerà il potere che ora ha?).
Il momento di massima tensione è sicuramente quello in cui si incontrano, come sempre in camera da letto – la sensualità amplificata resta elemento fondamentale della serie -, Tristan-Contessa-Liz, che rappresenta l’apice del dramma per la coppia innamorata e della malvagità demoniaca di Elizabeth.
Ancora una volta si evince quanto l’uomo, in questo caso Tristan, sia in balia delle donne: della Contessa prima, di Liz poi. Il sentimento spinge il ragazzo a ribellarsi alla donna che lo ha trattato sempre come una stupida macchina, orgasmica, letale e sanguinaria, e ora lo porta a colei che non lo etichetta, che lo fa sentire importante, all’altezza del mondo (ripensiamo alla sequenza in cui i due sono stesi a letto). Liz, innamorata e ricambiata per la prima volta, si sente capita, compresa, trattata come una ragazza, finalmente, non come un transessuale. La Contessa umilia le sue creature, non accetta la gioia, non ammette il libero pensiero, ha un solo scopo: andare avanti e veder soffrire i suoi “bambini”, fatti di fragilità e materia molle. Tristan chiede solo una cosa (un vero amore), Liz supplica (di lasciarla libera; in fondo Elizabeth ha tutto e chiunque), ma la Contessa come una dea pagana, fatta di piacere esasperato e orgasmi violenti, decapita gli umani oltraggiosi e oltraggianti. Come una sorta di “Alice nel paese della meraviglie” nera e gotica, Liz si sconta ancora una volta con la cattiveria della Regina di cuori che taglia la testa al vero amore del transessuale dagli occhi pesantemente truccati, estirpando probabilmente così la gratitudine dell’unica amica che abbia mai avuto.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Liz e Tristan
  • La Contessa, spietato demone e amorevole madre
  • Alex con Bartholomew tra le braccia
  • Il legame con Murder House
  • Il racconto dell’amore in tutte le sue forme
  • La narrazione dello scopo della vita (eterna) dei personaggi
  • Il racconto della vendetta di Ramona, Donovan e Iris

 

“Room 33” fa centro, nonostante ancora qualche piccola fragilità – poco ficcante la vendetta di Ramona, un po’ ingenua la parte in cui Lowe inizia a sparare all’impazzata e stanca la sequenza in cui si dipinge nuovamente l’agente come un erotomane impenitente. “Room 33” è un episodio ben orchestrato – che dà ragione del suo essere parte di una serie antologica -, in cui non mancano i colpi di scena (Murder House, il rapporto tra Tristan e Liz e la morte violenta dell’uomo) e i momenti memorabili (la crudeltà del gesto della Contessa), grazie a un cast scelto alla perfezione. Sempre più interessante il personaggio interpretato meravigliosamente da Lady Gaga, perfetta in ogni suo gesto, abito, espressione facciale e in ogni sguardo, anche quelli di sadica vacuità. Attendiamo la prossima puntata per scoprire qualche altra tessera del puzzle.

 

Room Service 5×05 2.86 milioni – 1.5 rating
Room 33 5×06 2.63 milioni – 1.4 rating

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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