Homeland 5×06 – ParabiosisTEMPO DI LETTURA 4 min

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There’s a line between us that you drew. Forget that. That’s a fuckin’ wall. Let’s stay on our own sides, ok?”

Conclusa la tradizionale fase preparatoria, Homeland mette in moto la macchina narrativa affidandosi all’elemento che fin dal principio ha rappresentato la matrice diegetica della serie: il rapporto tra Carrie e Saul. Non è un caso, infatti, che il titolo dell’episodio faccia riferimento alla connessione tra due individui, la parabiosi appunto, avvenuta per cause spontanee (come nel caso dei gemelli siamesi) o realizzata artificialmente per studiare gli effetti di ciascun individuo sull’altro. Un termine che, a prescindere dalla sua molteplice collocazione semantica, rimanda sempre a un concetto: quello di simbiosi.
L’intento della puntata è quello di mostrarci la fase embrionale del prevedibile ricongiungimento tra la Drone Queen e il suo mentore, proseguendo esattamente da dove ci eravamo lasciati al termine del precedente episodio. Quello che abbiamo di fronte è un Saul ancora scettico nei confronti di Carrie, quasi stupito dalla faccia tosta che la ragazza dimostra di avere chiedendo per l’ennesima volta il suo aiuto. Un aiuto che consiste nel rubare dei documenti riservati e che dunque, nella situazione attuale, rappresenta un rischio che Saul non si assumerebbe mai, neppure di fronte a una Carrie visibilmente preoccupata per la propria incolumità. L’atteggiamento diffidente e altezzoso di Berenson nei confronti della sua ex pupilla, in perfetta sintonia con la recente evoluzione – anche se forse sarebbe più corretto parlare di involuzione – riscontrata nella scrittura del personaggio di Mandy Patinkin, rivela una profonda delusione da parte dell’uomo, facilmente intuibile osservando la sua espressione per tutta la durata del dialogo, e poi esternata palesemente dalla frase proposta ad inizio recensione.
La reticenza iniziale nei confronti di Carrie, assolutamente legittima e in linea con il personaggio, si trasforma pian piano in consapevolezza, rivelando la reale natura del secco rifiuto di Berenson nel porgere la mano ad un’amica in evidente difficoltà: pura e semplice ostinazione. L’atteggiamento borioso con cui Saul si pone nei confronti della ragazza durante lo scambio di battute iniziale, scambiato erroneamente per arroganza, nasconde in realtà una presa di coscienza della sua attuale situazione di sorvegliato speciale, una situazione che, in virtù della sua esperienza sul campo, non possiamo fare a meno di pensare gli fosse chiara già prima dell’arrivo di Carrie.
Al termine del confronto con Dar Adal la consapevolezza si trasforma progressivamente in paranoia, culminata con l’aggressione al carrello delle pulizie in cerca di una cimice. Così, in seguito all’esclusione dalla lista di distribuzione, Saul compie la metamorfosi che tutti attendevamo dall’inizio di questa quinta stagione, recuperando la sua caratteristica lucidità, riuscendo con astuzia a consegnare i documenti a Otto During, palesando così la necessità di ristabilire una connessione con la sua donna di sempre. Ed ecco spiegato il carattere simbiotico evidenziato dal titolo dell’episodio: Saul e Carrie, mentore e allieva, seppur divisi e lontani per molto tempo, restano comunque legati da un legame profondo e insondabile, grazie al quale i due non possono fare a meno di cercarsi e appoggiarsi l’un altro, e che rappresenta una vera e propria forma di interdipendenza da cui nessuno dei due può sottrarsi.

The real jihad is in Syria. But there you’d to fight

La storyline dedicata alla ricerca della trasparenza mediatica intrapresa da Laura Sutton viene temporaneamente accantonata per dare maggiore spazio alla turbolenta riabilitazione di Quinn, ritrovatosi per un gioco del destino in un covo di jihadisti capeggiati da Hajik Zayd, pregiudicato appena uscito di prigione grazie ai documenti top-secret leakati dalla Sutton e pronto a mettere in atto la sua vendetta sul suolo tedesco.
Sebbene il personaggio interpretato da Rupert Friend abbia recuperato gradualmente l’identità che gli autori erano riusciti a ricamare in maniera impeccabile nel corso della precedente stagione, non si può non storcere il naso in seguito alla facilità con cui “il mercenario”, nelle sue condizioni di estrema precarietà, riesce a liberarsi di Hajik. Lo scontro tra i due e la prevedibile sconfitta del jihadista vuole sottolineare la differenza tra le due personalità, già messa in evidenza dalla frase riportata qui sopra, contenente un messaggio piuttosto diretto. Il piano di Hajik è mosso solo ed esclusivamente dal personale scopo di riparare all’umiliazione subìta e non ha nulla a che fare con la vera jihad, mirata alla salvaguardia di valori religiosi e più verosimilmente giustificazione alla lotta politico-militare contro il predominio dell’Occidente. Il suo corpo esanime sul ciglio della strada rappresenta il fallimento di un uomo che ha tentato di nascondere dietro un’ideologia la perpetrazione della sua insensata vendetta.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il confronto iniziale tra Carrie e Saul
  • Il ritorno del vecchio Saul Berenson
  • Il rapporto Saul/Carrie al centro della serie
  • Il triangolo Dar, Allison e Saul
  • La storyline di Jonas è molto debole all’interno della narrazione
  • La facilità con cui Quinn, in condizioni estremamente precarie, si libera di Hajik

 

Siamo ormai a metà stagione ed è ormai chiaro come le varie storyline, pur muovendosi in direzioni diverse, stiano per convergere tutte nella medesima direzione, mostrando lo stile narrativo inconfondibile a cui la serie ci ha abituati nel corso delle precedenti annate. Homeland ha tutte le carte in regola per stupirci grazie alla sua capacità di combinare attualità ed action, armonizzandole alla perfezione, evolvendosi ogni anno senza però tradire la propria natura.

 

Better Call Saul 5×05 1.30 milioni – 0.4 rating
Parabiosis 5×06 1.35 milioni – 0.4 rating

 

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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