Una miniserie deve rispettare le stesse regole su cui si basa una serie tv completa? Ovviamente si. Solo perché le miniserie sono di breve durata e si concentrano soprattutto sulla trama principale non significa che possano anche scegliere di non seguire alcune leggi imprescindibili delle serie. Infatti, arrivati al quarto episodio, 11.22.63 fornisce quello che in una stagione dai canonici ventidue episodi sarebbe stato un mid-season finale.
Con “The Eyes Of Texas” abbiamo principalmente degli avanzamenti di trama di grande importanza per l’affresco narrativo della serie e che ne modifica irrimediabilmente lo status quo. Nei tre episodi precedenti, soprattutto in “Other Voices, Other Rooms“, la serie si è concentrata sulla creazione di un background del protagonista e dei suoi comprimari, “arredando” il nuovo mondo di Jake Epping e pullulandolo di trame primarie, secondarie e personaggi minori ricorrenti. Alla luce di ciò, le tre puntante precedenti possono essere considerate quasi come una trilogia con l’obiettivo di creare un prologo agli eventi a cui abbiamo assistito e a cui assisteremo successivamente. Se vi sembra una assurdità, tranquillizzatevi, perché la cosa è totalmente incline con il modus operandi di King che in alcune sue opere si concede addirittura il lusso di prendersi duecento pagine come introduzione: tre ore di “preparazione atletica” sono totalmente nello stile King.
Entrando più nello specifico, va segnalato il periodo temporale in cui si apre “The Eyes Of Texas”: il 25 Marzo 1963. Abbiamo un altro time-skip, questa volta molto più corposo degli altri e che ci avvicina ancor di più alla data fatidica da cui prende il nome il serial. Mancano otto mesi, eppure la missione per il salvataggio di JFK sembra ancora in alto mare, un po’ per colpa del passato tiranno che cerca in tutti modi di ostacolare il protagonista e il suo “sidekick” e un po’ grazie alla maldestria di Jake e Bill. L’andazzo della bislacca crociata temporale del duo, più che lasciare perplesso per il modo fantozziano in cui la stanno portando avanti, serve soprattutto allo spettatore per fargli maturare una domanda che è il caso di farsi: quanto vale la pena impegnarsi per sventare l’omicidio di Kennedy? Per quanto nobili siano le intenzioni forse è arrivato il momento di considerare la possibilità che, cambiare un evento così importante della storia mondiale, possa produrre un futuro più sinistro, invece che solare. Abbiamo assistito a troppi time travels per ignorare il fatto che cambiare elementi così importanti della storia possa fare più male che bene, nonostante la buona volontà.
E a proposito di situazioni che peggiorano, nel cliffhanger finale (ma anche nel resto dell’episodio) si cominciamo ad avere diverse contaminazioni reciproche delle due maggiori storyline in attivo: la missione di Jake Epping e la vita privata di George Amberson. Le due trame hanno sempre proseguito su due binari paralleli, distanza che qui comincia ad accorciarsi proprio grazie alle osservazioni fatte riguardo gli interventi meschini del passato e l’incapacità del protagonista di condurre una doppia vita. Le conseguenze cominciano infatti a creare una unificazione di storyline che rimescola le carte in tavola tanto da creare una intrigante e intricata rete di bugie e segreti davvero accattivante: proprio per questo, infatti, si è dato tanto spazio in “The Eyes Of Texas” alla relazione tra Jake e Sadie, non solo perché James Franco e Sarah Gadon hanno saputo costruire una grande chimica tra di loro, ma anche perché è uno degli aspetti principali su cui si basa il colpo di scena finale.
Non tutto quel che è oro luccica però. Infatti nonostante l’ennesima ottima fattura dell’episodio e il modo in cui riesce a coinvolgere lo spettatore, c’è qualche nota stonata che merita di essere meglio accordata. Il primo di tutti è un difetto che 11.22.63 ha sempre avuto fin dall’inizio e, con tutta probabilità, si porterà ancora dietro: cioè quello di essere estremamente lento. Fortunatamente il serial Hulu ha degli argomenti e dei momenti interessanti che riescono a catturare enormemente lo spettatore (come il divertente uso di elementi ancora non presenti negli anni ’50 tipo i Beatles e Il Padrino citati nell’episodio), ma ciò non toglie che questi siano intervallati da momenti di estremo torpore che rende la visione davvero sofferta in certi momenti. Questo non riduce la qualità della puntata e della serie, ma aumenta di sicuro quella della pazienza. A questo, va aggiunta la sotto-sotto-trama riguardante la cotta di Bill per Marina che è portata avanti male e inserita tanto per far avere anche al nostro Robin un interesse amoroso, forse nel tentativo di scimmiottare quello più riuscito tra Jake e Sadie. Si poteva evitare? Sì.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Other Voices, Other Rooms 1×03 | ND milioni – ND rating |
The Eyes Of Texas 1×04 | ND milioni – ND rating |
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