“Tell me one more thing about the future.”
Dopo la deviazione dello scorso episodio ed essendo ormai a solo due episodi dalla fine, si torna a mettere al centro della narrazione Lee Harvey Oswald e, con lui, tutta la sua famiglia, a cominciare dalla moglie russa, Marina. L’uomo accusato dell’attentato al presidente Kennedy ha appena trovato lavoro nel deposito di libri scolastici di Dallas, da cui partirono gli spari che uccisero JFK. Siamo nell’ottobre 1963, circa un mese prima dell’attentato. Fra l’altro, è il suo compleanno. La festa in casa Oswald è l’occasione, per Billy, di rendersi non solo antipatico, ma pure dannoso. Pare infatti che il ragazzo, forse convinto dalla lettura del libro di Marx imprestatogli dal vicino, forse sedotto dalle grazie di Marina, si sia convertito alla causa anti-Kennedy. Anzi, sembrerebbe perfino pronto a diventare il secondo cecchino (“I’m from Kentucky. You find a man from Kentucky who doesn’t shoot, I’ll give you a dollar.“). Il comportamento di Bill è giustificabile in parte dal “don’t mess with the Past”, ma solo in parte. Di sicuro ha messo in pericolo l’intera missione rivelando i microfoni spia ma ha completamente perso quella bussola di intenti morali che lo aveva governato fino ad ora. In tal senso il cambiamento è fin troppo repentino, praticamente ingiustificato visto che non può essere tutto dovuto alla cotta per Marina. La chiusura in una clinica psichiatrica è una fine anche troppo premurosa per lui.
Sempre in tema di ospedali e malattie, molto presente in questa puntata, non si può non sottolineare con un applauso il momento dedicato a Miss Mimi. Praticamente Tonya Pinkerton prende un pennarello e, con pochi tratti, parlando d’altro, fa capire cosa siano le differenze razziali e come influiscano sulla vita delle persone. Ricordiamo come, all’epoca, la dottrina corrente nel rapporto fra bianchi e neri, negli Stati Uniti, fosse “separati ma uguali” e, con “uguali” non intendiamo “uguali”.
Sul fronte privato, invece, Jake deve fronteggiare i postumi dell’aggressione a Sadie da parte dell’ex marito. Si continua con il cambio di toni rispetto al libro: se tra le pagine abbiamo una madre della ragazza che la va a trovare e le dice di “non riuscire ad avercela con Johnny” perché, insomma, lo conosceva sin da quand’era piccolo e “non aveva mai conosciuto un ragazzino più carino”, qui si privilegiano dialoghi dal sapore gentilmente surreale. Sono quelli fra i due innamorati riguardo al futuro, caratterizzato dal fatto che “people walk around with their phones in their hands all day“. I toni così si stemperano. Si potrebbe aprire un dilemma: se davvero lui si portasse lei nel 2016, Sadie potrebbe incontrare la versione più vecchia di sè stessa o si creerebbe una nuova linea temporale alternativa? Vedremo se il problema si presenterà e, nel caso, come verrà risolto.
Le scene all’ospedale ci regalano anche una potente apparizione dell’Uomo con la tesserina gialla nel cappello, quello dello: “You shouldn’t be here” detto a Jake appena arrivato nel passato in “The Rabbit Hole“. Nel libro il suo ruolo viene spiegato alla fine, qui non si sà ovviamente nulla sul suo conto ma è bastato il suo arrivo per mettere sul chi vive Jake e spettatori. Identificarlo fin da adesso come The Past sembra la cosa più intuitiva.
Alla luce delle scene finali di questa puntata vedremo anche se ci sarà il Jodie Jamboree. Nel libro, così viene chiamato il ballo di raccolta fondi organizzato dai ragazzi della scuola per permettere a Sadie di affrontare l’operazione di chirurgia plastica. Non è solo un momento molto piacevole, ricco di feels per chi ama, ad esempio, le sagre paesane. Si tratta, soprattutto, di un tassello importante per arrivare allo struggente finale della versione cartacea perché, ogni tanto giova ripeterlo, nessuno mai ci toglierà quello che abbiamo ballato. Intanto mancano solo due puntate alla conclusione e il tempo stringe. Dobbiamo vedere se Jake ce la farà ad impedire l’assassinio di Kennedy, nel qual caso potrebbe tornare ai giorni nostri,per controllare se le cose sono davvero migliorate, oppure se non ce la farà. In questo caso, potrebbe tornare ai giorni nostri, riaprire la porta magica e decidere di dedicare altri tre anni del suo continuum personale a riprovarci.
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The Truth 1×05 | ND milioni – ND rating |
Happy Birthday, Lee Harvey Oswald 1×06 | ND milioni – ND rating |
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).