Senza ombra di dubbio, questo episodio potrebbe avere anche il titolo alternativo di: “L’episodio di Elektra”. Tutti i riflettori sono puntati su di lei, dove ogni parte di “Kinbaku” riconduce a Elektra – comprimario importantissimo per il mythos del Cornetto – quasi come se ci si stesse perdendo in un labirinto e si tornasse sempre al punto di partenza. Personaggio che (diciamo subito) suscita subito delle sensazioni contrastati, sopratutto per chi conosce l’originale versione cartacea della ninja, dato che Elektra è stata enormemente rivisitata per lo show e ha subito un cambio di caratterizzazione che provoca nello spettatore sensazioni forvianti. Da una parte ci si rende conto che certi cambi era necessario apportarli per il ruolo che si è scelto di ritagliare attorno alla Natchios ma dall’altra si avverte in maniera tangibile come il diverso percorso di presentazione l’abbia letteralmente resa molto più irriconoscibile.
Nelle storie a fumetti Elektra è sempre stato un personaggio fortemente apatico, duro, freddo e con un carattere così chiuso e così portato a respingere le emozioni e gli altri da far pensare al lettore che la ninja quasi non ne avesse. Una kunoichi dallo sguardo di ghiaccio, apparentemente perso nel vuoto (ma in realtà fisso sull’obiettivo e duro come il marmo) e con una predilezione per l’arte dell’uccisione che lei stessa metteva in pratica con enorme virtuosismo: senza trarne però piacere, era semplicemente brava a farlo, ma questo non voleva dire che era contenta di uccidere. Elektra funzionava nelle storie grazie al suo ruolo di badass. Sfuggevolezza, apparizioni contante, dialoghi ben studiati e rilasciati con il contagocce sono sempre stati i suoi punti di forza quando la Natchios compariva come comprimario. Come protagonista, invece, si sopperiva alla mancanza di essere un personaggio di supporto inserendo dei baloon di dialoghi interiori, facendola così parlare senza farla materialmente dire nulla, rendendo semplicemente noto il suo pensiero costellato di: periodi brevissimi, parole taglienti e osservazioni da filosofo orientale.
La Elektra televisiva non è niente di quanto descritto finora. Da una parte un cambiamento di background è stato necessario data l’enorme difficoltà di tradurre televisivamente queste caratteristiche. Una possibile soluzione per riprodurre i baloon del pensiero erano un dialogo interno alla Marvel’s Jessica Jones, ma questo avrebbe creato nient’altro che confusione. Infatti si è scelto di far diventare Elektra un personaggio più attivo e partecipe alla trama e non passivo come i fumetti, eliminando alla radice molte problematiche. Va però detto che ci si è spinti troppo su lati del suo carattere distanti anni luce dalla sua versione originale dove, molti di loro, non erano neanche propri del personaggio.
Quella che vediamo in “Kinbaku” è una Elektra supponente, sicura di sé fino all’arroganza, snob fino all’insopportabile e pure parecchio psicotica (la scena in cui Matt massacra Roscoe la vediamo quasi in preda ad un orgasmo…). Però non si può negare che in tutto questo Elodie Yung riesca a importare nella sua Elektra del fascino, della sensualità e dell’erotismo tipico delle magnetiche e carismatiche femme fatale dei migliori noir. La Elektra di Elodie Yung è una fiamma che attira a sé la falena-spettatore e che, simpatizzante o meno di questo personaggio, ne rimane catturato per come l’attrice sia riuscita a calarsi in questo personaggio. Quindi, come si diceva, sensazione contrastanti e forvianti, poiché si ha una recitazione splendida ma un personaggio che non è quel personaggio, bensì una sua libera interpretazione.
Come contorno alla introduzione della kunoichi nata dalla mente e dalla penna di Frank Miller, abbiamo la trama secondaria (ma non poi così secondaria) dell’indagine sul passato di Frank Castle e di cosa abbia portato l’uomo a diventare il Punitore. Anche qui, si può dire che ci sia della croce e della delizia. Da una parte vedere Karen Page crescere come personaggio regala parecchie soddisfazioni, sopratutto per il fatto che i nuovi showrunner abbiano sfaccettato questo personaggio con molta attenzione, rendendo la Page tutt’altro che una semplice segretaria ma un organo importante per la vita dello studio Nelson & Murdock. Dall’altra, nonostante queste caratteristiche di intraprendenza il personaggio le mostrasse fin dalla sua prima apparizione, si avverte una sensazione strana, quasi come se Karen Page fosse stato scelta dagli sceneggiatori come il candidato migliore per sostituire Ben Urich, personaggio che in una indagine del genere ci sarebbe stato a pennello. Se infatti usiamo l’immaginazione e fingiamo per un attimo che Urich sia ancora vivo, una storia del genere sembra proprio fatta su misura per lui.
Menzione d’onore poi per la relazione tra Matt e Karen che sapevamo che sarebbe andata a finire con l’innamoramento tra i due ma, fortunatamente, viene fatta proseguire con parsimonia e un impacciato imbarazzo da sedicenni che fa abbastanza tenerezza.
Poteva RecenSerie non sbattersi per voi a raccattare tutte le curiosità, e le ammiccate d’occhio per questa incarnazione live-action del difensore di Hell’s Kitchen? Maccerto che no! Doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, di seguito, come fatto per Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D., Marvel’s Agent Carter, The Flash, Gotham e Marvel’s Jessica Jones eccovi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia sulla puntata.
- Nonostante l’introduzione dell’Uomo Ragno nel Marvel Cinematic Universe, ancora nessuna traccia del Daily Bugle, che qui viene ancora sostituito dal New York Bulletin.
- E a proposito del NY Bulletin. Sulle pareti della redazione potete vedere la copertina del numero in cui si parlò dell’invasione aliena dei Chitauri respinta dai Vendicatori nel primo Avengers, quella il cui titolo risponde al nome di “Battle Of New York”. Dalle parti di quella copertina, si possono vedere altri due titoli. Il primo recita “Stark Tower ruined during Battle of New York”. Il secondo recita invece il titolo “Cybertek Settles”, riferimento alla società Cybertek: azienda che creò la tecnologia di Deathlok in Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D.
- “It’s not like our boy was out collecting for the Red Cross“. Era una citazione a Harry Callaghan, Foggy?
- Come già successo in svariati film e telefilm della Marvel, quando c’è qualcosa di losco e poco chiaro, il nome Roxxon spunta fuori puntualissimo. La Roxxon (il cui nome completo è: “Roxxon Energy Corporation”), meglio conosciuta in passato come Roxxon Oil Company è una celebre compagnia petrolifera dell’Universo Marvel, famosa per la sua spietatezza nel mondo degli affari e dove l’unica cosa che interessava ai loro dipendenti e dirigenti era accumulare sempre più profitto concludendo il più velocemente molteplici affari, anche se questo significava andare contro ogni legge morale e non, anche appaltando contratti che favorivano l’operato di autentici criminali. Per difendersi da eventuali piantagrane, la Roxxon a volte ingaggiava dei veri e propri supercriminali e questo ha portato mezzo Universo Marvel ad avere a che fare almeno una volta con la suddetta società. La società compare per la prima volta su Captain America #180 del 1974 e, nonostante non abbia dei rivali precisi, il più delle volte la Roxxon s’è trovata avversaria dell’alter-ego di Steve Rogers e di Iron Man (Roxxono che è tra i responsabili della morte dei suoi genitori).
- Nell’Universo Cinematografico Marvel, invece, non è la prima volta che la Roxxon fa la sua apparizione dato che sembra essere un cameo piuttosto ricorrente; il suo logo può essere “ammirato” in: Iron Man (durante la battaglia con Iron Monger), Iron Man 2 (una delle auto da corsa del Gran Premio di Monaco è sponsorizzata dalla Roxxon), nel corto A Funny Thing Happened on the Way to Thor’s Hammer (l’intera vicenda prende luogo in una stazione di benzina della Roxxon), numerose volte in Iron Man 3 (il tale che il Mandarino uccide in diretta tv è un contabile della Roxxon e il deposito dove avviene l’ultimo battaglia contro Adrian Killian è di proprietà della suddetta ditta) e negli episodi “Repairs” e “T.R.A.C.K.S.” della serie Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. e nel doppio pilota di Marvel’s Agent Carter.
- La serie cita e mostra una seconda volta la Asano Robotics, vista per la prima volta nella precedente stagione: più precisamente nell’episodio “Stick“. La Asano Robotics è la compagnia di Yoshida Asano, villain di Serie C di Iron Man conosciuto anche con l’alias di Samurai Steel. Questo personaggio nacque dopo lo sgancio delle due bombe atomiche sul Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale, venendo al mondo con gravi problemi fisici e orribilmente sfigurando; quando apprese che il padre di Tony Stark, Howard, lavorò sul Progetto Manhatthan, si costruì un armatura per distruggere il Vendicatore Corazzato. Purtroppo per lui, Samurai Steel sembra essere morto durante il loro primo e unico scontro avvenuto sul suo numero di debutto: Iron Man #257 del 1990.
- In questo episodio viene raccontato il personaggio di Elektra e la sua breve relazione con Matt Murdock, che nei fumetti è molto diversa da quello che abbiamo visto. Comparsa per la prima volta su Daredevil #168 del 1981, raggiunti i 19 anni, Elektra Natchios viene ammessa alla Columbia University di New York dove conosce il giovane studente di legge non vedente Matt Murdock con cui nasce una storia d’amore tenera e passionale. Un anno dopo, tuttavia, suo padre viene assassinato da dei terroristi a causa della sua importante posizione di ambasciatore greco negli Stati Uniti, evento che priva Elektra di tutta la sua speranza e fiducia nell’umanità. Lascia Matt e la Columbia, si trasferisce in Giappone e si unisce alla benevola setta ninja dei Casti; dopo un anno, il loro leader, Stick, la caccia in quanto la ritiene ancora impura: infatti il desiderio di vendetta la spinge a seguire il lato oscuro della sua personalità e fa ritorno in Giappone unendosi alla Mano, setta di ninja con poteri occulti che la addestra per diventare un’assassina. Successivamente, voltate le spalle anche alla Mano, Elektra diviene una sicaria a pagamento e si rincontra con Matt ormai Devil da molti anni.
- Nella prima stagione ci fu un riferimento abbastanza esplicito alla breve frequentazione tra Matt ed Elektra. Più precisamente, nell’episodio “Nelson V. Murdock“.
- Il titolo dell’episodio è un riferimento al termine giapponese con cui si indica la pratica sessuale del bondage.
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Ad ogni modo ci troviamo di fronte ad un episodio che ha diverse lacune e sicuramente ha un appeal inferiore rispetto ai 4 suoi predecessori.
Penny And Dime 2×04 | ND milioni – ND rating |
Kinbaku 2×05 | ND milioni – ND rating |
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