Ray: “I reckoned you were gonna die by the time I loaded you on the wagon. But you didn’t. Now, I reckoned you’d die a dozen more times over the next few days, but you didn’t. What kept you going?”
Sandor Clegane: “Hate.“
In generale ci troviamo di fronte ad una puntata contraddistinta da un diffuso nomadismo, soprattutto per quanto riguarda il segmento narrativo di Jon, Sansa e Sir Davos ma, naturalmente, a imporsi nel marasma narrativo presentato in “The Broken Man” è Sandor Clegane. L’uomo spezzato da cui prende il nome l’episodio non può che essere lui, il Mastino, letteralmente ritornato dal mondo dei morti e protagonista indiscusso di un episodio che senza il suo apporto probabilmente non avrebbe suscitato grandissime emozioni. A lui il compito di aprire – grazie a un’atipica cold open che avrà certamente spiazzato tutti gli amanti dell’iconica sigla d’apertura, già pronti a storpiarla con rumorosi e stonati TAN TAN TA TA TAN (è inutile negarlo, noi conosciamo benissimo la verità) – e chiudere l’episodio, fungendo quasi da contenitore per le diverse storyline presentate nel corso dei cinquanta minuti di girato.
Sebbene il ritorno del Mastino rappresenti, seguito a ruota dal doppio gioco di Margaery (su cui torneremo dopo), il colpo di scena più eclatante di questo settimo appuntamento stagionale, l’intero segmento narrativo appare minato nelle sue fondamenta da un paio di problemi, più che altro legati alla scrittura, motivo per il quale, qualche riga sopra, abbiamo aggiunto quel “in fin dei conti” nel giudizio complessivo in merito alla riuscita dell’episodio. La decisione di mostrare subito l’inaspettato ritorno non rientra negli aspetti negativi, rivelandosi anzi una scelta azzeccatissima in funzione del massacro finale e dell’uscita di scena di Clegane ascia alla mano. A farci storcere il naso sono altri elementi. In primis la figura di Ray, personaggio solo abbozzato ed evidente deus ex machina narrativo funzionale solo al ritorno in auge del Mastino, salvato grazie all’interpretazione di Ian McShane che con il suo volto noto riesce a conferire maggiore spessore al Septon, facendoci dimenticare dell’evidente forzatura narrativa celata dietro al suo character. Ma, più in generale, è l’intero gruppo di comparse a mancare di tridimensionalità, problematica a cui si aggiunge un’ambientazione vaga nelle sue coordinate spaziali e un contesto evidentemente subordinato alla resurrezione simbolica di Sandor.
Jamie: “You’ve better instinct than any officer in the Lannister army.”
Bronn: “That’s like saying I have a bigger cock than anyone in the Unsullied army.”
Anche a Volantis è un’esponente del gentil sesso a prendere in mano la situazione: Yara, infatti, nel tentativo di anticipare suo zio, è intenzionata a far rotta verso Mereen per dare supporto a Daenerys e al suo variegato esercito. Sebbene questa sia la motivazione ufficiale che sta dietro alla breve parentesi dedicata ai Greyjoy, in realtà noi tutti conosciamo bene il reale scopo, abilmente ammantato dietro questa toccante conversazione tra fratelli e possiamo facilmente spiegarvelo in una parola: tette.
Sir Davos: “Jeor Mormont and Jon Snow both understood that the real war isn’t between a few squabbling houses. It’s between the living and the dead. And make no mistake, my lady, the dead are coming.”
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Blood Of My Blood 6×06 | 6.71 milioni – 3.2 rating |
The Broken Man 6×07 | 7.08 milioni – 3.9 rating |
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.
Non per dire ma è l'esatto contrario, questa stagione di got è velocissima rispetto alle altre, ogni storyline è narrata alla massima velocità, credo per poter finire in massimo 2 stagioni ancora
Ciao Antonio, siamo d'accordo sul fatto che vengano narrati molti avvenimenti differenti, ma per quanto riguarda la velocità con cui le vicende si sviluppano, questa "fretta" che viene percepita è dovuta principalmente alla frammentazione narrativa derivante dalla necessità di dover mostrare un grande numero di personaggi e quindi di vicende. In altre parole, la sensazione è quella di assistere a uno show che sì, vuole mostrare tutto e subito (tralasciando tra l'altro l'approfondimento di molti personaggi e della loro psiche), ma che in realtà finisce per non mostrare nulla perché, come è risaputo, tutto deve avvenire nelle ultime due puntate. La strategia legata alla "nona puntata" ha finito per trasformarsi, da elemento positivo e risorsa preziosa, a limite di uno show che da qualche anno ha relegato i primi otto episodi a semplice riscaldamento in vista del gran finale. Spero di aver chiarito la mia interpretazione. Grazie dell'intervento e mi raccomando continua a seguire con noi l'avanzamento della serie!
si, hai assolutamente ragione, la mia era solo una precisazione, visto che rispetto alle altre stagioni il ritmo era molto più veloce tutto qui
Per la strategia della "nona puntata" mi sembra che nella 5 l'avessero accantonata visto che il colpo di scena è nell'ultima
Sì, diciamo che nella quinta stagione le aspettative riversate nei confronti della nona puntata erano state in parte tradite. Nulla a che vedere con "Hardome", la 5×08, dedicata al combattimento con gli Estranei. La nona puntata, per quanto riguarda l'annata precedente, aveva puntato tutto su due eventi in particolare: il sacrificio della figlia di Stannis e l'arrivo di Drogon nelle fosse di Mereen (con conseguente partenza di Daenerys in stile "Neverending Story"), due avvenimenti certamente d'impatto, ma ben lontani dal carico emozionale delle precedenti puntate n°9.