Diciamolo tranquillamente: la disperata ricerca di una valida spalla seriale da parte della ABC ha snaturato un prodotto che molto probabilmente non era stato totalmente concepito per divenire uno show da ventidue episodi già dalla prima stagione.
Designated Survivor si ritrova a dover temporeggiare e a divenire, piano a piano, un blando procedurale di caratura drama-politica. In tutto ciò non aiuta, specialmente per gli ascolti, l’averlo fatto ormai divenire uno show quattordicinale.
La serie pare prendere eccessivo spunto narrativo da Quantico con la quale dovrebbe ben mantenere la distanza di sicurezza vista l’impronta “seria” con la quale lo show di David Guggenheim era stato presentato.
La trama procede a rilento presentando sì degli sviluppi, ma talmente minimi ed accennati che in un episodio che dovrebbe occupare la visione per circa quaranta minuti risultano irrisori e praticamente nulli per quanto concerne il procedere della storia. E’ poi da notare che uno degli sviluppi maggiori, ossia che l’unico sopravvissuto al disastro al Capitol Building sia compromesso e collegato all’attentato, ponga lo stesso Peter MacLeish già allo scoperto quando mancano ancora quindici episodi alla conclusione della stagione. C’è quindi da aspettarsi un colpo di scena che inverta la rotta? Oppure riusciranno a tenere a galla la barca MacLeish per così tanti episodi ponendo l’accento su come sia riuscito ad architettare il tutto?
Posto in essere tutto ciò, è da notare che la storyline che vede come attori protagonisti l’agente dell’FBI Wells ed il vice-direttore Atwood è l’unica porzione della storia a procedere con la narrazione della trama orizzontale: per quanto riguarda il presidente Kirkman, infatti, tutto è assimilabile ad un abbastanza banale procedurale con veramente pochi spunti narrativi. Sono inoltre da ricordare la quantità indefinita di fattori presentati e completamente abbandonati a sé stessi: la donna che parla con Aaron al porto; la questione della droga di cui si accennava anche nella scorsa recensione; il governatore del Michigan incarcerato (solamente accennata in “The Interrogation”); il generale Cochrane che proponeva un piano per destituire il neo eletto presidente.
L’influenza di Quantico è da recepire, oltre che per una inettitudine narrativa che pare farsi strada all’interno dello show, anche nella quantità sempre maggiore di scene romantiche o simili introdotte nei singoli episodi: oltre all’agitato rapporto tra Aaron ed Emily, ora anche a Seth è stato concesso un accenno in questo senso, probabilmente in attesa di sviluppi in questa direzione nei successivi episodi.
La trama principale vede ben pochi ma concitati sviluppi intorno al personaggio di Majid Nassar da cui si ottengono informazioni riguardo un fantomatico mandante soprannominato Alessandro Cattelan Catalan che si scoprirà successivamente essere un traditore degli stessi Stati Uniti d’America.
E’ interessante come la scelta del titolo abbia un duplice significato:
- “The Interrogation” si ricollega sia all’interrogatorio di Nassar, sia a quello del presidente Kirkman ad opera dei Governatori dei singoli Stati d’America;
- “The Traitor” ha il doppio collegamento con il traditore Catalan, su cui l’FBI sta investigando, sia con la spia/traditore americana, l’allenatore della squadra per i campionati del mondo di atletica leggera, Brad Weston;
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Mission 1×05 | 5.96 milioni – 1.2 rating |
The Interrogation 1×06 | 5.56 milioni – 1.2 rating |
The Traitor 1×07 | 5.52 milioni – 1.2 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.