“La notte Dio soffre il caldo. Non riesce a dormire perché ha capito che non c’è più niente da fare per gli esseri umani. Ora sa di avere perso la battaglia.”
La sigla del quinto episodio presenta alcune varianti rispetto a quelle degli episodi precedenti e a quella del successivo. La musica di sottofondo non è la pimpante e aggressiva All Along The Watchtower di Jimi Hendrix, ma un malinconico quartetto d’archi. Viene anche tolta la scena in cui una meteora distrugge La Nona Ora di Maurizio Cattelan. Queste scelte sono in linea con il clima malinconico dell’inizio della puntata. Retrogusto amarognolo ha pure la passeggiata in tuta da ginnastica, per una Roma notturna e praticamente deserta, del Pontefice con l’amico, cardinal Dussolier. Ad essa vengono dedicati lunghi minuti. Scopo della “scappatella” è quello di “ricordarsi cosa sia la libertà” e proporre al cardinal Dussolier la carica di Prefetto per il Clero, cioè responsabile della valutazione di sacerdoti e aspiranti sacerdoti. Ruolo chiave, poiché Papa Belardo ha messo la lotta contro preti pedofili e omosessuali ai primi posti nel suo ordine del giorno.
Intanto il cardinal Voiello spia ogni mossa del suo superiore, aiutato dall’abilità nella lettura del labiale del suo segretario: non vuole lasciarsi scappare la minima occasione o il minimo elemento per poter eventualmente ricattare il Pontefice. Voiello è il vero macchinatore politico, sempre prontissimo a interpretare nel modo più negativo anche quello che, in realtà, è un vero gesto di bene privo di malizia, come quello di Papa Belardo verso Esther.
Nella seconda parte della puntata, Pio XIII si dà una scrollatina, ma questo non è necessariamente un bene. (Non per niente, nella sigla, è rimasta l’occhiata ammiccante di Jude Law, uguale uguale a quelle da lui lanciate nel film Alfie, dove interpretava un seduttore narcisista). Indossato il triregno fatto venire da Washington, si veste con una ricchezza di ricami e orpelli come in Vaticano non la si vedeva da decenni, al ritmo di Sexy (and I know it), surclassa Papa Ratzinger in fatto di vintage, ripristina la sedia gestatoria e fa il tanto atteso discorso di congedo ai cardinali del conclave.
Dalle sue parole, emerge come i suoi programmi siano l’esatto opposto di quelli attualmente messi in atto da Papa Francesco: chiusura, rendersi inaccessibili nei confronti del prossimo, niente “mondanità”, puntare solo ad una cerchia di pochi fanatici pronti a tutto, sull’onda di un cieco e pazzo amore. Il suo adornarsi, il suo presentarsi nel modo più irraggiungibile, “scintillante” e “divino” possibile, servirebbe quindi non solo a dare fiducia in sé stesso, ma a suscitare grandi passioni in chi lo vede. Unica nota veramente positiva dell’episodio: l’infelice Esther, moglie della guardia svizzera, riesce finalmente a rimanere incinta.
La puntata seguente è ambientata nove mesi dopo, per mostrare il parto della donna. Questo evento rappresenta un raggio di luce e bellezza misteriosa in un’atmosfera grigia di dolore. Il tutto viene declinato nello stile tipico della poetica di Sorrentino. Piatto forte della puntata è, comunque, l’incontro fra Pio XIII e il presidente del Consiglio italiano, interpretato da un’idea di Stefano Accorsi.
Quest’ultimo ricorda un po’ Matteo Renzi, nella fiducia in se stesso e nel modo di porgersi, che vuol essere moderno e alla mano. Anche davanti a lui, però, il Pontefice non cede e rimane saldo sulle sue posizioni spesso anacronistiche: chiede una revisione dei Patti Lateranensi fra Chiesa e Stato, divieto assoluto di divorzio e di aborto in qualsiasi caso e, ovviamente, anatema sulle unioni civili. Non per niente, anche a questo incontro ufficiale si è presentato adeguatamente paludato e ingioiellato. Si giustifica, suonando in certi momenti persino un po’ infantile, con l’essere portavoce di un Dio il quale “certo non commenterà o smentirà mai via Internet” quel che lui dirà o farà, un Dio capace “di spazzar via in un solo istante” il 41% degli italiani, da cui il presidente del Consiglio è stato votato. Più pragmaticamente, minaccia di ricorrere, qualora lo ritenesse necessario, al “non expedit”, ovvero al divieto, per i credenti, di andare a votare. Nel colloquio, emerge la voglia del Papa di coincidere con Dio, anzi quasi di sostituirlo. Delirio pericolosissimo.
Fortunatamente, ci sono ostacoli non piccoli sulla strada che porta alla realizzazione di questo progetto: innanzitutto, il mondo, negli ultimi decenni, è molto cambiato, a causa della tecnologia, dell’istruzione obbligatoria e non solo. Questo ha causato grandi cambiamenti nella mentalità della gente. Si capisce come, quando non si sa più come fare ad andare avanti, si cerchi di tornare indietro, un po’ come quando ci si perde nel bosco, ma è molto difficile, quasi impossibile. Per ora il premier ha fatto buon viso a cattivo gioco, definendo l’incontro con il Papa “cordiale e proficuo”, ma di certo i due non sono diventati né amici né alleati. Vedremo se in futuro diventeranno aperti avversari.
Una chiave di lettura di questi comportamenti un po’ schizofrenici la dà suor Mary, sul finire dell’episodio. Racconta al cardinal Dussolier (non certo un santo, come si è visto poco prima) di essere stata a sua volta abbandonata dai genitori, come lo stesso Dussolier e come il Pontefice, ma di non averglielo mai detto perché, quando si tratta di Lenny Belardo, “non bisogna mai permettere al proprio dolore di tagliare la strada al suo”.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Episodio 4 | 0.52 milioni – ND rating |
Episodio 5 | 0.56 milioni – ND rating |
Episodio 6 | 0.45 milioni – ND rating |
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).