Il recensore di turno capisce subito che la recensione sarà terribilmente difficile da scrivere nel momento in cui non riesce a trovare una singola immagine degna di essere inserita per rievocare l’episodio. Generalmente infatti si sceglie un istante particolare, magari un’inquadratura particolare, o addirittura un oggetto specifico se questo ha un’importanza enorme nell’economia della puntata. “Abra Kadabra” purtroppo spende gran parte del suo tempo in inquadrature di dubbia qualità sul nuovo villain proveniente dal futuro e svariati primi piani che, se presi in maniera a sé stante, potrebbero essere collocati in un qualsiasi episodio. L’ignavia della puntata purtroppo colpisce praticamente ovunque e non lascia spazio a spiragli di luce, se non forse nel finale, e tra l’altro solo una parte del finale. Ovviamente non quella relativa a Killer Frost.
Barry: “I know how to save her.
Kadabra, Savitar, Thawne.
You know, they’re always one step ahead of us for one reason they know what’s gonna happen.
So every move we make, every trap we try and set, it’s all just history to them.
They’re armed with the future.
Well, not anymore.
If the answers that we need to stop Savitar and save you are in the future, then that’s where I need to go.
I’m gonna run to the future.”
Bisogna contestualizzare un attimo l’episodio prima di cominciare: The Flash dopo questa puntata va in pausa di 3 settimane per poi riprendere l’ultima tornata in vista del season finale, consci di questo, il cliffhanger è d’obbligo ma è anche il primo motivo di vera critica che si può muovere nei confronti di Andrew Kreisberg. La trama verticale relativa ad Abra Kadabra nasce e muore in meno di 35 minuti, il tutto con diversi buchi narrativi che alimentano inspiegabilmente la narrazione (su tutti si deve far notare la velocità della macchina del tempo e quella di Flash che, mentre corre, non
sono paragonabili in quanto dovrebbe essere ben più veloce il secondo, eppure
sembrano andare di pari passo) ed una certa velocità nella storia che semplifica e svilisce villain, contesto e problemi. L’utilità di Abra Kadabra è solo quella di dire più volte “You let me go, I will tell you Savitar’s greatest secret.” e quindi portare Barry ad esternare il suo nuovo piano per il futuro, esattamente come riportato nell’inciso di cui sopra.
In questa seconda parte di stagione, da “Borrowing Problems From The Future” in poi, The Flash sta comportandosi come la quarta stagione di Arrow: viene mostrata la morte di un character in un momento del futuro ben preciso (nel caso di Arrow non è specificato chi sia la vittima) e si spende il restante gap temporale rincorrendo freneticamente quel momento, il tutto giocando su colpi di scena (o presunti tali) depauperando l’evento ad ogni nuova puntata. Se Arrow teneva alto l’hype dello spettatore con il toto-morte, The Flash gioca sulla possibilità che l’evento si realizzi o meno, ciò che li accomuna (showrunner a parte) è l’enorme potenziale mal gestito del plot-twist che, arrivati a questo punto, infastidisce più che stupire. “Abra Kadabra” è un esempio emblematico in questo senso: un nuovo villain creato solo per generare ancora più attesa in funzione di quello che avverrà ad Iris, un colpo di scena finale che si poteva evitare in quanto creato dal nulla in 2 minuti, una sconclusionatezza incredibile, diversi buchi narrativi e/o trovate deprecabili, personaggi secondari sempre più bidimensionali. The Flash una volta non era così, almeno prima di “Borrowing Problems From The Future“.
Il capitolo Killer Frost merita uno spazio esattamente equivalente a quello dedicatogli nell’episodio: Caitlin muore all’improvviso, dopo un’assurda operazione chirurgica autoguidata (e ce ne sarebbero di cose da dire), solo per trasformarsi in Killer Frost.
C’erano mille altri modi per farlo accadere? Sì.
C’erano mille altri modi per renderlo più credibile? Sì.
C’erano mille altri modi per gestirlo? Sì, ma il disgusto e la superficialità continuano a regnare sovrani.
Giusto per rimanere in tema di personaggi secondari mal gestiti, in tutto ciò Kid Flash si è ritagliato un ruolo da mero consumatore di ossigeno, sempre e comunque. Bisogna dare atto alla sua perseveranza. Non si pretende che debba fare sempre qualcosa ma a questo punto era meglio trattarlo come Tom Cavanagh che non è proprio pervenuto in questo episodio, se non nella nascita discutibile di Killer Frost. A tal proposito, la sua assenza fa pensare male i maligni (qualcuno ha detto Savitar?) ma per ora va presa per quella che è e basta: è primavera e gli ormoni regnano sovrani.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Duet 3×17 | 2.71 milioni – 1.0 rating |
Abra Kadabra 3×18 | 2.39 milioni – 0.9 rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.
Ritengo che la puntata, a parte qualche semplicismo di troppo in alcuni frangenti, sia stata di ottimo livello sotto molti punti di vista, in particolare per quanto riguarda il modo in cui sono stati affrontati alcuni dilemmi morali fondamentali se non necessari per l'evoluzione di barry e alcune scene veramente ben realizzate visivamente. Posso capire comunque che questa non sia una delle puntate più memorabili, ma non capisco sinceramente come si faccia a dire che la serie sia calata da "borrowing problems from the future" in poi, quando in questo arco di puntate ci sono stati alcuni degli episodi migliori di tutta la serie con l'apice raggiunto con "the wrath of savitar" e "into the speedforce".