Aristotele diceva che è impossibile che una preposizione A e la sua negazione non-A siano entrambe vere allo stesso tempo e nello stesso modo, pensiero che veniva definito come principio di non contraddizione; ma quale potrà mai essere il collegamento tra un principio Aristotelico e un episodio di Fargo?
Portare dei concetti filosofici all’interno di una serie tv era un grande rischio, spesso infatti concetti così complessi rischiano di venire fraintesi o mal trasposti sul grande schermo, facendo perdere valore al prodotto finale e all’opera di partenza. In questa puntata tuttavia Hawley, Wolpert e Nedivi riescono ad incanalare in modo semplice e diretto il concetto di non contraddizione in un dialogo scritto magistralmente tra Gloria e Paul Marrane. Durante il dialogo tra i due è chiaro a entrambi, così come allo spettatore, che la poliziotta è completamente fuori posto a Los Angeles, il suo animo è “puro” e la sua visita nella città degli angeli non è per dimenticare o per fare carriera, ma per un senso di dovere e rispetto che nutriva verso quella che poteva essere una figura paterna per suo figlio.
Per tutta la durata dell’episodio la Burgle è completamente alienata dalla città e dai suoi abitanti, amanti della tecnologia e del puro piacere (vedi l’agente Hunt ), che rappresentano il declino di una società troppo legata al consumismo e all’innovazione meccanica. La coralità che da sempre aveva contraddistinto Fargo viene quindi lasciata da parte per dedicare molto più spazio a Gloria e al passato del suo patrigno, la cui storia ci viene mostrata sotto forma di flashback e ci fa capire che c’è del marcio in Hollywood ed in tutto ciò che rappresenta, tematica già trattata in altre opere che complessivamente non porta nulla di nuovo ma che è comunque interessante da guardare.
Cambio di rotta anche per gli scenari, non più le fredde e nevose terre del Minnesota, ma bensì le calde e dannate coste della California. Scelta interessante degli sceneggiatori quella di stravolgere completamente lo schema classico di una puntata di Fargo, che ci fa capire la loro voglia di stupire, cambiando gli schemi classici ai quali gli spettatori erano oramai abituati, pur mantenendo il black humor che contraddistingue la serie e dimostrando che un cambiamento, se fatto nel verso giusto, può dare una svolta alla storia, rinnovandola e preparandola ad affrontare tematiche e scenari del tutto inediti.
Come detto in precedenza lo humour e il surrealismo che caratterizzano la serie non vengono attaccati, ma anzi esaltati da ambienti e personaggi atipici e da situazioni improbabili come ad esempio la convention di Babbi Natale o la scatola che viene lasciata a Gloria, che andrà poi a ricollegarsi alla storia dell’androide “MNSKY”. La terza “storyline” è infatti ambientata nell’universo di “The planet Wyh”, libro di fantascienza scritto da Mobley e letto dalla figliastra Gloria, la quale si immedesima con il protagonista della storia; entrambi infatti viaggiano di luogo in luogo sentendosi completamente estranei a ciò che li circonda, assistendo inesorabilmente al declino della civiltà attorno a loro, cercando uno scopo per se stessi. La storia del robottino spaziale ha inoltre la capacità di riassumere la morale che è racchiusa in questo episodio, un messaggio malinconico, che critica il mondo in cui viviamo e prova a farci capire che alla fine il problema dell’uomo è l’uomo stesso.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Principle Of Restricted Choice 3×02 | 1.05 milioni – 0.3 rating |
The Law Of Non-Contradiction 3×03 | 1.17 milioni – 0.4 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.