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Probabilmente è la più famosa formula fisica della storia, resa celebre se non addirittura iconica da un fortunato mix di semplicità, eleganza, sinteticità e, ovviamente, celebrità dell’uomo che l’ha ideata (ossia Albert Einstein, a meno di smentite clamorose che già qualcuno ha tentato). In soli cinque caratteri, essa esprime un concetto che per millenni la scienza aveva ignorato e che avrebbe cambiato completamente la fisica moderna: l’idea, cioè, che l’energia e la massa non siano due realtà fisiche totalmente indipendenti l’una dall’altra ma connesse, due facce di una stessa medaglia.
In Genius, la celeberrima formula fa la sua comparsa di sfuggita, tra gli appunti di un nuovo articolo scientifico che Einstein mostra a un professore tedesco venuto a trovarlo nell’ufficio brevetti dove lavora, al termine di un episodio che ricostruisce quell’annus mirabilis, il 1905, in cui il fisico tedesco pubblicò uno dopo l’altro sugli Annalen der Physik una serie di articoli rivoluzionari sull’effetto fotoelettrico, sul moto browniano, sulla relatività ristretta e, ovviamente, sull’equivalenza tra massa ed energia. Mescolando e bilanciando sapientemente gli elementi romanzeschi col lato storico e divulgativo, l’aspetto drammatico della narrazione con le spiegazioni scientifiche (sempre chiare e limpide, anche grazie all’uso degli esperimenti mentali che rendono comprensibili concetti sulla carta astrusi), “Chapter Four” mostra non solo la genialità e la perseveranza del genio di Ulma, ma anche le difficoltà che deve vivere giorno dopo giorno, stretto tra un ambiente lavorativo noioso e frustrante e un mondo accademico che continua a ignorare le sue ricerche, nonché le sue ombre nel rapporto con Mileva, che dovrà inevitabilmente peggiorare se si vuole arrivare a quella situazione già delineata nel pilot, quando un Albert Einstein più in là negli anni parla di lei dicendo che “she brings us nothing misery and pain”.
Già gli episodi precedenti (soprattutto “Chapter Two”) avevano messo bene in luce quali fossero le difficoltà che una donna immancabilmente incontrava quando tentava di intraprendere una carriera scientifica e accademica, ma nella relazione con Albert e nella collaborazione alle sue ricerche (resa necessaria dal fatto che l’uomo deve lavorare fino a 10 ore al giorno nell’ufficio brevetti e non può dunque dedicarsi alle ricerche bibliografiche necessarie) sembra che finalmente Mileva possa realizzarsi come studiosa, al di là del ruolo di moglie e madre; invece, la donna deve scontrarsi dapprima con una suocera ancora piuttosto ostile nei suoi confronti (non è un mistero che preferisse per il figlio un matrimonio con la cugina Marie Winteler) e desiderosa di farne una perfetta donna di casa togliendole dalla testa qualsiasi velleità di una carriera scientifica al fianco del marito, poi con l’incapacità proprio di quest’ultimo di riconoscere al suo aiuto la stessa dignità e lo stesso riconoscimento che tributa a quello ricevuto dall’amico Michele Besso.
Alla base dell’atteggiamento di Albert c’è sicuramente il suo sciocco idealismo (“In my heart, the two of us are one. It’s our name: Einstein, ‘one stone'”), ma anche l’influenza di quell’atteggiamento maschilista che ancora permea la civiltà primonovecentesca e che evidentemente, al di là di tutte le frasi roboanti su quanto fosse innamorato dell’intelligenza e del cervello della Marić e della presa di posizione contro la propria stessa madre che vorrebbe una nuora-casalinga, il fisico non riesce a scrollarsi di dosso.
Lauret: “I just received a letter from Stockholm. You are to be awarded the 1903 Nobel prize in physics for your contributions to the research of radiation phenomena. A hearty congratulations, Pierre”
Pierre Curie: “Will my wife be given the prize, as well?”
Lauret: “Pierre, we all know madame Curie has been a valuable assistant. But it’s the tools you invented that are responsible for discovering radium.”
Pierre Curie: “No, no, tools don’t make discoveries, doctor. People do. Madame Curie and I are partners. Please inform the Nobel committee that I will not accept the prize if they do not honor my wife alongside me.”
Parallela e allo stesso tempo antitetica alla vicenda dei coniugi Einstein appare quella di Pierre Curie e di sua moglie Marie Skłodowska-Curie, impegnati anche loro in un lavoro scientifico in comune, questa volta sulla radioattività: come Albert, anche Pierre riconosce l’importanza fondamentale dell’apporto ricevuto dalla moglie nelle proprie ricerche, ma a differenza del tedesco vuole che tale merito le venga riconosciuto pubblicamente, arrivando a minacciare di non accettare il Nobel per la fisica nel 1903 nel caso non venisse conferito anche alla donna. La sottotrama dei coniugi Curie non ha per il momento, dal punto di vista narrativo, alcun legame con la vicenda di Einstein (per quanto nel finale di episodio si cerchi forzatamente di creare tale collegamento facendo proporre al fisico tedesco l’uso del radio scoperto da madame Curie per dimostrare l’equivalenza tra massa ed energia): la sua sola funzione è rendere, attraverso la contrapposizione con un altro fisico, ancora meno “agiografico” il ritratto di un genio della scienza che è prima di tutto un essere umano e come tale ha luci e ombre, ma per farlo si riduce alla semplice giustapposizione di brevi (troppo brevi) scene alla narrazione principale, fin troppo didascalica e strumentale alla realizzazione di tale contrasto. La storia dei coniugi Curie avrebbe meritato sicuramente un trattamento migliore e un maggior minutaggio (se non addirittura una stagione tutta sua, essendo lo show di stampo antologico, ma per quella c’è speranza in futuro).
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Chapter Three 1×03 | 1.02 milioni – 0.1 rating |
Chapter Four 1×04 | 0.9 milioni – 0.1 rating |
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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.