The Handmaid’s Tale 1×04 – Nolite Te Bastardes CarborundorumTEMPO DI LETTURA 3 min

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La bellezza di una serie come The Handmaid’s Tale sta non tanto nella struttura della trama, ancora un po’ debole dopo quattro episodi, ma nel racconto di una società distorta con una concezione malata di Stato e di uomini. Perché se è vero che lo Stato è un gruppo di uomini politicamente, socialmente ed economicamente organizzato, allora The Handmaid’s Tale non è altro che la pura rappresentazione di una malattia, di un cancro che, crescendo in sordina, ha infettato la comunità. Se è vero che lo Stato nasce dall’uomo, allora l’uomo è malato. Malato e infetto.
La distorta concezione di una società gerarchica e sessista si è fatta avanti, riuscendo a conquistare un mondo libero e emancipato, contaminandolo con malsane idee: la sterilità vista come una colpa e lo stupro come una lezione di vita. La descrizione di questo scenario desolante e completamente senza speranza riesce perfettamente alla serie che fa un ottimo utilizzo di inquadrature simboliche e di immediata schiettezza, lasciando allo spettatore il gusto di interpretarle.
In quest’ottica di racconto descrittivo acquista importanza la Cerimonia: l’unione della Moglie e dell’Ancella, fecondate una volta al mese come fossero una cosa sola dal marito-padrone. Pratica da cui emerge chiaramente la malattia della società: non è il marito-padrone che impone la sua autorità, egli non ne ha bisogno. E’ chi lo circonda che lo deresponsabilizza e si sottomette: se non darai un figlio a tuo mario la colpa è tua. Se non darai un figlio al tuo padrone la colpa è tua.
Sotto questo punto di vista sarebbe interessante approfondire il personaggio del Comandante Waterford: ad oggi non sembra essere un padrone potente e cattivo, ma un semplice uomo vittima del suo lavoro e dei suoi obblighi societari con una liberatoria voglia di giocare a scarabeo.
Invece sembra chiaro che protagoniste indiscusse, almeno per questi primi quattro episodi, sono le donne. Il punto di vista femminile di un mondo gerarchico e sessista è la chiave vincente della serie Hulu, anche se straziante e soffocante. Le Ancelle non sono altro che schiave, che esauriscono la loro funzione nella fecondazione, esaudendo il desiderio delle Mogli infeconde di essere madri, diventando spazzatura qualora non riuscissero nel loro unico compito.
Ma è in questo scenario di schiavitù che avanza June.
Lo scorso episodio si è concluso con la bellissima scena dedicata a Ofglen, dove dietro la disperazione per tutta la violenza subita si nasconde la rabbia di non voler darla vinta a chi pensa di detenerla come un diritto.
E se la storia insegna, è dal soffocamento che si impara a respirare: ogni lotta nasce da una repressione, ogni vittoria da una sconfitta.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Intro
  • Solidarietà femminile
  • Rapporto June-Comandante Waterford, sarà interessante un eventuale sviluppo
  • Inquadrature e scene impeccabili
  • In questi primi episodi la serie si è fatta apprezzare per una soundtrack azzeccatissima
  • Sotto la disperazione si nasconde la rabbia
  • Trama ancora un po’ debole
  • Sappiamo davvero poco di questo nuovo Governo. Sarebbe interessante conoscere il mondo esterno in cui si muovono i personaggi, non solo la visione interna
  • Scena di Moria e June in fuga  un po’ confusionaria. Poteva essere meglio resa

 

“… che i bastardi non ti schiaccino.”

 

Late 1×03 ND milioni – ND rating
Nolite Te Bastardes Carborundorum 1×04 ND milioni – ND rating

 

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