“Some of us still indulge in the wild notion that scientists are meant to unravel the mysteries of the world, not find new ways to destroy it.”
Il viaggio intrapreso dagli spettatori, incuriositi dalla messa in scena della vita di uno degli scienziati più famosi al mondo, sta per giungere a termine. Da qui in poi mancheranno solo tre episodi, i quali saranno fondamentali per valutare definitivamente questa prima stagione di Genius. Per i pochi lettori che sono riusciti a resistere alla tentazione di guardare subito il voto di puntata, si può bellamente anticipare il giudizio che non poteva essere che un “Slap Them All”. Fautore di questa impressione negativa è il ritorno di Geoffrey Rush, colui che paradossalmente dovrebbe essere lo show-stealer del prodotto di National Geographic, invece sembra essere un problema.
L’Albert Einstin adulto torna sul piccolo schermo dopo ben cinque episodi di assenza e magari, se questo fosse stato messo in chiaro sin dal primo episodio, il fan avrebbe smesso di aspettare invano il ritorno dell’attore Premio Oscar, ma così non è stato. Presumibilmente Noah Pink & Kenneth Biller hanno taciuto e mantenuto il mistero come manovra di marketing, cercando di mettere hype allo spettatore per il ritorno dell’Albert con le rughe. Tecnica efficace ma gran parte del merito va a Flynn che è riuscito a tenere in piedi la baracca senza troppi problemi. Come anticipato poc’anzi i comeback hanno abbassato il livello della puntata, che per una buona mezz’oretta si era tenuta sugli ultimi standard ma, all’arrivo di Rush & Sally Dexter (la Mileva adulta), la qualità è decisamente calata. La colpa è sia dell’attore australiano, che non sembra riuscire ad immergersi completamente nel personaggio, sia del cambio dell’attore in sé.
“Chapter Seven” si apre con un Flynn ed una Colley nel 1914 e si chiude con un Rush e una Dexter nel 1918. Errore grossolano della produzione che mette confusione nella mente dello spettatore, soprattutto vedendo certi scienziati che nell’arco di quei 4 anni rimangono identici (vedasi doc.Lenard & doc.Friz). Cosa sia saltato nella mente dei produttori non è dato saperlo, ma godersi ora la serie, conoscendo e dovendo sopportare questo problema, sarà un po’ più difficile.
Altro punto debole dell’episodio sono i salti temporali mal gestiti. Essendo questi un espediente narrativo non dei più semplici, quando vengono gestiti in malo modo possono essere più dannosi che altro. I tre salti temporali di puntata (1898, 1914, 1918) continuamente intrecciati tra loro né sono l’esempio lampante. In aggiunta, la questione guerra mondiale viene trattata in modo approssimativo, declassando le ragioni dell’entrata in guerra della Germania, le difficoltà di vita della plebe tedesca e gli intrecci politici presenti in quell’epoca. Non basta accennare la svalutazione del marco e mostrare le trappole mortali tedesche per entrare nel mood dell’epoca. Nonostante questa serie sia dedicata ad Einstein e non alla guerra in sé, si deve ricordare che quelli sono stati anni difficili e accenni storici più specifici, come visti per la Seconda Guerra Mondiale nel pilot, sarebbero stati sicuramente apprezzati. Invece, ad essere gradita è stata la sfida a colpi di equazioni tra Einstein & Hilbert. Nonostante si sapesse già il finale, la tensione creata è stata davvero palpabile e la disperazione del giovane Albert è stata resa in modo pregevole, tanto quanto è stata resa eccellentemente la sfrontatezza del character interpretato da Ade Edmondson, personaggio che presumibilmente non tornerà più sullo schermo nonostante l’ottimo spunto. Ad essere rappresentata in modo sempre ammirevole è l’intera comunità scientifica; episodio dopo episodio vengono rappresentate “guerre” tra scienziati che si sfidano a suon di scoperte. Così da rendere comprensibile al fan le difficoltà di farsi strada in quel mondo e, vedendo addirittura il premio Nobel per la fisica in difficoltà, si possono capire molte cose. Come il fatto che la meritocrazia non sia sempre presente e che la politica riesca ad influenzare campi con cui non dovrebbe avere niente a che fare.
In conclusione, il settimo capitolo di questa prima stagione è il primo vero passo falso commesso dalla serie, gli errori sono evidenti e sicuramente si sarebbero potuti facilmente evitare. Però un Flynn in stato di grazie, un Albert che ha visto confermata finalmente la sua Teoria Della Relatività e l’immagine di Hitler nel giornale, possono essere buoni spunti su cui ripartire e concludere la stagione in bellezza.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Chapter Six 1×06 | 1.0 milioni – 0.2 rating |
Chapter Seven 1×07 | 1.1 milioni – 0.1 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.