L’ottava puntata di The Handmaid’s Tale arricchisce il racconto con un particolare in più. Il mondo descritto da Margaret Atwood si colora di un’altra sfumatura e il mondo misogino costruito dal Governo si riconferma umano nella sua accezione più semplice: fatto da uomini. Uomini che fin dall’era dei tempi sono governati dagli istinti più primitivi.
E così si aggiunge un tassello in più: oltre che Moglie e Ancella una donna può essere Jezebels, ovvero una prostituta. Interessante, tra l’altro, come le donne si vendano spontaneamente – spontaneità fittizia in realtà: o qui o nelle Colonie – vivendo sotto sfruttamento una vita che sembra luccicante di paillettes e profumata di alcool ancora non andato a male.
Ancora più interessante è l’aspetto, definiamolo, politico: uomini potenti e intransigenti con una politica di governo che non permette alle loro domestiche di scoprire i capelli o di provare piacere sessuale, innalzano bordelli e tresche della miglior fioritura dove il divertimento è tutto maschile, l’ingresso alle donne è vietato e le mogli restano a casa ad assaporare, anche loro, una schiavitù volontaria, idolatrando i loro mariti e sottostando ad un Governo falso, ipocrita e dittatoriale.
Gli spunti di riflessione che offre la serie sono sempre tanti, dando l’occasione di aprire tematiche interessanti e – perché no – attuali. Su questo la serie non sbaglia un colpo: inquadrature pittoresche, dialoghi pungenti, regia e attori impeccabili. Il tutto capace di far immergere nel mondo disegnato dalla Atwood immedesimando lo spettatore negli sfortunati protagonisti, che sia l’ancella privata della sua libertà, la moglie umiliata o il marito insoddisfatto sul lavoro poco cambia: in The Handmaid’s Tale nessuno è dove vorrebbe essere. Nessuno è chi vorrebbe essere.
Sulla bellezza della serie e dei temi trattati nulla ci piove. Ma The Handmaid’s Tale soffre di un problema e cioè ogni episodio sembra essere auto conclusivo. A pochi passi dalla fine della stagione ogni puntata sembra fungere da intermezzo tra l’inizio della storia raccontata e la sua fine, senza aggiungere alcunché di particolare rilievo, soffermandosi – bene ma troppo – sulla descrizione della vita in schiavitù della protagonista. La serie sembra avere difficoltà di ingranare e non perché manchi di trama orizzontale ma perché probabilmente poteva essere sviluppata meglio: chi sarebbe questa resistenza di cui si è già a conoscenza? Come opera?
Soprattutto, manca quell’aspetto politico indispensabile per uno show che è ambientato e si prefigge di raccontare un mondo e un governo dispotico. Sappiamo ormai tutto sulla vita – sia precedente che attuale – dei governati, ma davvero poco o nulla sui governanti. Purtroppo a pochi episodi dalla fine questa è una riflessione da fare: non si può più aspettare che la serie ingrani. Non a due puntate dalla conclusione della stagione.
I pregi della serie Hulu sono davvero tanti e sono stati sempre riconosciuti in questa sede, ma c’è poco da fare: una serie deve prendere dall’inizio alla fine e se c’è ancora da aspettare vuol dire che, innegabilmente, qualcosa di storto deve essere andato.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Other Side 1×07 | ND milioni – ND rating |
Jezebels 1×08 | ND milioni – ND rating |
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Lunatica, brutta, cinefila e mancina. Tutte le serie tv sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre.