Missandei:“You stand in the presence of Daenerys Stormborn of House Targaryen, rightful heir to the Iron Throne, rightful Queen of the Andals and the First Men, Protector of the Seven Kingdoms, The Mother of Dragons, the Khaleesi of The Great Grass Sea, the Unburnt, the Breaker of Chains.”
Davos: “This is Jon Snow. […] He’s King in the North.”
Con sempre meno puntate alla fine dell’intera serie, era inevitabile aspettarsi che questa stagione avrebbe dato vita ad una massiva convergenza di personaggi mai vista dai tempi del pilot: alleanze impensabili, reunion risalenti all’ormai lontana prima stagione, incontri familiari (che siano essi consapevoli o meno).
Dopo ben 62 episodi e un viaggio lungo anni, “The Queen’s Justice” regala quello che nell’immaginario collettivo dei fan di Game Of Thrones (e senza dubbio di ASOIAF), si può definire come “l’Incontro”. L’arrivo di Jon Snow alla corte di Daenerys rappresenta, si spera, il vero punto di partenza di questa stagione, un evento le cui ramificazioni devono possono portare alla fase centrale della storia e dell’azione.
“I’ve brought Ice and Fire together.”
Considerati i precedenti a Westeros, è un incontro tuttavia abbastanza diplomatico quello che ha luogo a Dragonstone, trainati soprattutto dagli interventi di Tyrion e Davos, personaggi di grande spessore troppo spesso messi da parte negli ultimi tempi ma che, in quest’occasione, riescono a risaltare più dei due monarchi in quanto a dialettica e persuasione. Ma è il primo faccia a faccia tra Jon Snow e Daenerys Targaryen a conquistare comunque la scena: 10 minuti di dialoghi, di presentazioni, di botta e risposta non puramente esaltanti in sé per sé, ma che acquistano spessore e valore più che altro per i protagonisti coinvolti; alla fine, da un punto di vista politico, rimarrà soltanto l’altezzosità di Daenerys nel pretendere ciò che ritiene suo di diritto e un Jon Snow decisamente più a suo agio ad affrontare un White Walker rispetto che a parlarne, ma ciò che risalta per la maggiore sono tutte quelle inclinazioni cariche di simbolismo e significato dirette per lo più agli spettatori: qui non si incontrano solo Jon e Daenerys, Ice and Fire, ma anche e soprattutto gli ultimi due Targaryen, e già questo da solo crea un hype tutto suo sia per l’incontro in sé che per le inevitabili ramificazioni future.
Tra gli incontri da ricordare però ce n’è un altro degno di nota: quello tra Jon e Tyrion. Rivederli insieme dopo anni e con un bagaglio di avvenimenti stracolmo da entrambe le parti risulta subito nostalgico, fino a diventare soddisfacente ed esaltante allo scambio delle prime battute tra i due: un duo che funziona, sia sulla scena che per quanto riguarda lo sviluppo del plot, con Tyrion trasformatosi in uno di quei mezzi per raggiungere in modo semplice un fine indispensabile per lo sviluppo della trama, in questo caso dragonglass per Jon ed il nord.
L’importanza del primo incontro tra due dei protagonisti principali della serie aveva, tuttavia, lasciato passare in secondo piano il significato del titolo dell’episodio. “The Queen’s Justice”, infatti, è per lo più un inno all’attuale occupante dell’Iron Throne. Cersei Lannister si riprende splendidamente la scena in tutti i modi possibili: come tiranna, vendicatrice, amante e diplomatica. Se si pensava di aver già visto nella scorsa stagione l’apice della vendetta di Cersei, non si era ancora fatto i conti con la rivalsa di una madre; il “dono” arrivato alla corte di Cersei, grazie ad un Euron sempre più magnificamente a suo agio nel ruolo di nuovo villain di stagione, ha dato modo alla Regina di restituire quanto subito in quel di Dorne a scapito della figlia Myrcella, e di farlo nel modo più spietato possibile. Evento avvenuto sottolineando al meglio la caratterizzazione di tale personaggio e, al tempo stesso, mettendo definitivamente una pietra sopra Ellaria e le sue Sand Snakes che saranno comunque sempre ricordate come una delle falle peggiori della serie.
La seconda parte di episodio, infine, si divide tra momenti di gioia familiare e azione vera e propria.
A Winterfall si consuma la seconda Stark reunion nel giro di due stagioni con Sansa e Bran riuniti sulle note della stessa colonna sonora che aveva visto riunire Sansa e Jon; una felicità tuttavia frenata dalla nuova veste di Bran, che appare sempre più distante dalla realtà che lo circonda e che si spera inizi presto ad avere un ruolo più attivo all’interno della trama. L’azione, invece, ha luogo su due fronti diversi e vede come protagonisti sempre l’esercito di Daenerys con un attacco a Casterly Rock, montato in maniera egregia con la voce fuori campo di presentazione di Tyrion e l’assalto a Highgarden. Ma anche gli ultimi momenti regalano grandi soddisfazioni: Lady Olenna ed il suo impeccabile cinismo salutano con dignità ma non prima di aver lanciato l’ultima stoccata, non solo a Cersei, riguardo la morte di Joffrey, ma anche a Jamie, personaggio da troppo tempo derubato della propria personalità.
Dopo soli tre episodi è ancora difficile capire su quali strade questa stagione procederà, con l’imprevedibilità della nuova accoppiata Cersei/Euron, una Daenerys alle prese con le prime sconfitte in battaglia ed un Jon che vaga per Westeros annunciando l’arrivo del vero nemico. Ciò che ci si aspetta appare sempre decisamente troppo rispetto al tempo che resta, e non si può fare a meno che chiedersi in che modo Benioff e Weiss riusciranno alla fine a far quadrare tutti i conti. Nel frattempo il teletrasporto di certi personaggi rimane comunque fin troppo inspiegabile.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Stormborn 7×02 | 9.27 milioni – 4.3 rating |
The Queen’s Justice 7×03 | 9.24 milioni – 4.3 rating |
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.