Finora Marvel’s The Punisher sta viaggiando ad un ritmo totalmente suo. L’abbandono dell’uniforme e del ruolo di “punitore” prima, la creazione di un parco character e di una motivazione per riportarlo in pista poi, hanno dettato un andamento della storia abbastanza lineare, forse addirittura prevedibile per certi versi (in caso di ulteriori prove vedasi la foto qui a destra). Lightfoot ha infatti optato per sviluppare tutto l’ecosistema in cui Frank Castle deve muoversi, focalizzandosi sia sul presente che, soprattutto, sul passato che, ovviamente, ha forti ripercussioni sul presente. Se questa stagione esiste è perché si è voluto e potuto lavorare sui fatti che hanno portato Frank Castle a diventare il Punitore, non viceversa, quindi non ci si deve sorprendere se la struttura della stagione è in parte dettata da una prevedibilità di fondo. Fa tutto parte del gioco.
Frank: “[…] Why don’t you shut your mouth and listen for a change? I don’t want your wife. You got it? Good.“
“Cold Steel” è una puntata un po’ atipica se confrontata a quanto detto qua sopra. Atipica perché si sviluppa in un filone principale (Frank, Micro e la sua famiglia) ed in uno secondario (Madani, Stein e Russo) senza però mai fare diretto riferimento a fatti precedenti alla stagione. Ci si trova di fronte ad un episodio più riflessivo del solito, quasi una pausa per elaborare la relazione e la situazione che condividono i due protagonisti, il tutto mentre le indagini di Madani proseguono senza interessare troppo né gli spettatori né il resto dei protagonisti.
Il focus dell’episodio è ovviamente tutto famigliare visto che di fatto, in qualche modo, si è riusciti a riproporre il tema evergreen del threesome bacio tra la moglie ed il “migliore amico”. La situazione, in parte auspicabile/prevedibile vista la totale assenza di un uomo nella vita di Sarah e l’assidua presenza di Frank nella sua casa, è utile ad aprire un lungo confronto tra Frank e Micro, un confronto onesto e a tutto campo sul proprio passato e sui propri sentimenti. È forse strano vedere, o anche solo immaginare, The Punisher in una relazione romantica (tra l’altro apparentemente quotata anche con Karen Page) ma non è affatto fuori luogo se si guarda al come si è arrivati lì. Gli stessi sogni/incubi di Frank vedono la famiglia Lieberman protagonista, a conferma del fatto che un certo tipo di attaccamento sentimentale, ma non amoroso, c’è già, che lo si neghi oppure no. Con un character complesso ed introverso come quello di Frank Castle c’è però bisogno di dirlo a parole, perché la semplice lettura del comportamento del protagonista in questo caso non è affatto semplice. Di conseguenza non si può che apprezzare il modo in cui si è messo in mostra il tutto.
Un commento a parte va fatto alla storyline che vede la morte di Sam Stein, sottoposto diretto di Madani: il personaggio raggiunge il suo picco d’utilità esattamente durante i suoi ultimi istanti di vita, a conferma di una certa superficialità nella caratterizzazione dello stesso che diventa, di fatto, solo una pedina per tridimensionalizzare Madani. Eliminando Stein si va così ad indebolire ulteriormente una Dinah Madani che attualmente rappresenta il punto debole di una narrazione a tratti sincopata e a tratti molto veloce. Per far empatizzare il pubblico con il suo personaggio c’erano solo due modi: farla interagire con Stein o con Russo. Ora c’è solo un’opzione.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Crosshairs 1×07 | ND milioni – ND rating |
Cold Steel 1×08 | ND milioni – ND rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.